In occasione della lodevole visita di Papa Francesco a Lampedusa, mi sembra giusto ricordare quella del 30 marzo 2011 dell’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Ogni commento è superfluo.
“Lampedusa liberata in 48 ore”, show di Berlusconi sull’isola.
Le promesse del premier: sarà come Portofino.
(la Repubblica, 31 marzo 2011)
Piazzista da sbarco: “Casinò a Lampedusa”.
Via i migranti entro 60 ore e pure il Nobel: il caimano promette miracoli.
(il Fatto Quotidiano, 31 marzo 2011)
Diversamente sano di mente
Il noto specialista in emergenze,
reduce dai successi fantasiosi
che gli han concesso le benemerenze
riservate ai santon miracolosi,
atterra finalmente a Lampedusa
invasa da seimila poveretti
lasciati, come fra i padani s’usa,
senza giacigli, cibo e gabinetti.
Come a L’Aquila e a Napoli è successo
per i problem di sisma e d’immondizia,
il fanfarone ha subito promesso
agli isolan di fole una dovizia:
“In sol sessanta ore gli immigrati
saranno tutti fuori dalle balle,
poi puliremo tutto coi soldati.
Infin trasformeremo in verde valle
quest’isola pietrosa e esposta al vento
che un vero paradiso diverrà
con il mio piano di rimboschimento.
e la casa che ho comperato qua.
Non avrete più tasse da pagare
e poiché di prodigi son capace,
grazie alle vostre qualità preclare,
avrete il premio Nobel per la Pace”.
Prima della riforma di Basaglia
sarebbe sopraggiunta un’ambulanza
per portar la simpatica canaglia
d’un manicomio in una grigia stanza.
Grazie a Basaglia non ci sono più
i manicomi, luoghi infami e grigi.
Chi straparla, fa corna e fa cucù
adesso fa il premier a Palazzo Chigi.
il Misfatto, 3 aprile 2011