Pacs all’italiana

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AMARCORD

Nei giorni in cui Matteo Renzi, per creare più difficoltà possibili al premier Letta, riesuma le Unioni civili, l’annoso tabù dei diritti delle coppie di fatto sia etero che omosessuali, può essere utile tornare agli inizi del 2007, quando la Chiesa è intervenuta in modo brutale per bocciare la proposta Bindi-Pollastrini, frutto di una lunga mediazione. E una volta di più la politica italiana, allora rappresentata da Romano Prodi, si è inchinata ai voleri del Vaticano.
Ma anche ora, pur con la presenza di Papa Francesco almeno in apparenza meno integralista di quella di Papa Ratzinger, le truppe clericali non solo al seguito di Alfano, ma anche all’interno del Pd, sono già scese in campo per dare battaglia.

Niente registri per le coppie di fatto, convivenza sul certificato anagrafico.
(la Repubblica, 23 gennaio 2007)
Pensioni, eredità e assegni famigliari, Rosy e Barbara agli ultimi round.
La Bindi vuole almeno dieci anni di convivenza per far scattare il diritto alla “reversibilità”.
(la Repubblica, 28 gennaio 2007)
“Così s’intacca la famiglia”. I vescovi attaccano: no alle leggi sulle coppie di fatto.
(la Repubblica, 29 gennaio 2007)
“Pacs, sì alla sintesi con la Chiesa”. Napolitano: dialogare come sull’articolo 7 della Costituzione.
(la Repubblica, 30 gennaio 2007)
La Cei: no alla legge sui Pacs. I vescovi rispondono a Napolitano.
Monsignor Betori: “Sì alla sintesi, ma nessun compromesso è possibile”.
(la Repubblica, 31 gennaio 2007)
Pacs, i vescovi tornano a Pio IX. “Su quel testo non possumus”.
(la Repubblica, 7 febbraio 2007)

Pacs all’italiana

“I Pacs non si debbon fare!”
Da ogni chiesa, da ogni altare
s’alza l’ecclesial divieto
che lo Stato fa obsoleto.

Urla Papa Benedetto:
“Questi Pacs non li permetto!”
ed il noto cardinale
un “Non possumus!” brutale.

Come Abbondio con i bravi,
ogni giorno son più ignavi
gli italian politicanti
verso i chierici tuonanti.

Anche, ahimé, Napolitano
vuol trattar col Vaticano:
“Un accordo va trovato,
come per il Concordato

dentro la Costituzione.”
Una vera abdicazione,
un’autentica vergogna.
Ma si becca una rampogna

dal confessional consesso:
“Vuole fare un compromesso
col Signore Onnipotente
col qual non si tratta niente!”

Pollastrini e Bindi Rosy
hanno incontri laboriosi
per trovare un grande inciucio:
“Il registro te lo brucio,

ma ti do il certificato
dalla coppia compilato.
Va vergato, a parer nostro,
col simpatico, l’inchiostro

che non lascia alcuna traccia,
altrimenti è una minaccia
alle unioni famigliari.
Poi vogliam che i due compari

non lo dicano a nessuno,
altrimenti qualcheduno
vuole far la stessa cosa
ed in chiesa non si sposa.

Altri vincoli son chiari:
niente assegni famigliari,
tardi assai l’eredità.
La pensione? Si vedrà.

Se due gay si voglion bene,
uno almen sia senza pene,
per due lesbiche ci va
duplice verginità.”

Fra tre veti e due cavilli
gli italiani son tranquilli:
anche loro i Pacs avranno,
un meraviglioso inganno

di chi tratta con la Chiesa
dei diritti la difesa,
di chi, ahimè, molto si arrapa
nell’inciucio con il Papa.

7 febbraio 2007

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