L’album delle figurime – Proemio

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Ritratti in rima, questo l’obiettivo
di un’opera che narra i personaggi
che han fatto di un Paese assai attrattivo
un luogo dell’inferno nei paraggi.

Ho chiesto aiuto, come nel passato,
alla musa Talia, di Zeus figliola,
ma come di Salvini le ho parlato
ammutolì. Tornata alla parola,

mi sussurrò: ”Pazienza Berlusconi
per il quale il mio aiuto ti arrivò,
pazienza Renzi, re dei fanfaroni,
ma se c’è il Capitano dico no,

dovrai fare da solo ogni ritratto”.
Da sol procedo quindi nel narrare:
berlusconismo tardo e putrefatto,
poi Monti e Letta che si dan da fare

saran l’oggetto delle prime rime.
Capitolo secondo, ecco Matteo,
il fiorentino mentitor sublime,
che col suo giglio giunto all’apogeo

il riscatto promette alla Nazione.
Predica, ciancia, mente, si arrabatta
ma per sfasciare la Costituzione
col referendum giunge alla disfatta.

La terza parte col nuovo che avanza
mostra che ahimè non c’è mai fine al peggio.
Di grillini e leghisti l’alleanza,
con Di Maio, Salvini e Casaleggio,

dà una nuova Repubblica, la Terza:
finge Giggin l’addio alla povertà,
ma del Salvini vil sotto la sferza
scompare pur la solidarietà.

Il popolino come sempre abbocca
e trasforma Salvini nel suo mito,
il Pd come sempre si balocca
fra le liti e il mostrarsi il medio dito.

Nemmeno l’ombra del rinnovamento:
c’è chi rimpiange Renzi e Berlusconi,
chi alla Dc erige un monumento.
Io che non son per le rivoluzioni

l’opera dedico ai miei nipoti:
“Perdonate gli errori che abbiam fatto
contro le caste senza terremoti
e prendete il fardello del riscatto”.

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