Introibo

Qui comincia la lettura
della splendida avventura
di quel Silvio Berlusconi
che, ricchissimo, a milioni,

ha promesso agli italiani
un magnifico domani,
quando a tutti disse un dì:
“Fo’ tutt’io, ghe pensi mì!”

Arrivò a menar la danza
dopo lunga militanza.
Fu bravissimo studente,
latin lover molto ardente,

come figlio fu ideale,
fu un marito eccezionale,
con due mogli, due famiglie,
con due figli e con tre figlie.

Fu cantante per diletto,
venditore del Folletto,
piduista muratore,
artigiano e costruttore.

Fu operaio, contadino,
architetto del giardino,
del lavoro Cavaliere,
re del video, paroliere.

Fu imputato, allenatore,
grande comunicatore,
dei potenti vero amico,
della terra l’ombelico.

E alla fin, con grande acuto,
molto in alto si è seduto.
Firmò subito un “contratto”
agli ingenui molto adatto:

“Sono cinque gli obiettivi:
delinquenti inoffensivi,
ponti, strade, costruzioni,
incrementi alle pensioni,

per il fisco meno tasse,
più lavoro per le masse.
Ne realizzo solo tre?
Me ne vo’, credete a me!”

Dopo un anno dal “contratto”
ha gridato: “Tutto fatto!”,
ma, statista dilettante,
le ha sbagliate tutte quante

e, fra un viaggio e due processi,
fatto ha solo i suoi interessi.
Come andò saper potrai
se con calma leggerai.

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