Torna Silvio Berlusconi
alle sue vecchie passioni.
Oggi, invece di cantare,
fa comizi in mezzo al mare.
E da Azzurra, in ogni porto,
alla gente dà conforto.
Circumnaviga l’Italia
e dovunque tutti ammalia.
Apre Genova la lista:
roccaforte comunista,
abitudini nefande,
stendon tutti le mutande.
“Genovesi, io vi imploro,
è questione di decoro,
le mutande che lavate
rimettetele bagnate.
La vergogna di un paese
è mostrar mutande stese.”
A Livorno poi si attracca.
Nel ventuno qui si spacca
la sinistra che, da allora,
ben divisa va in malora.
Fa un comizio e il bastimento
corre al nuovo appuntamento.
Ecco Napoli entusiasta,
l’emozione lo sovrasta.
L’ammiraglia salpa a sera,
si riprende la crociera.
E’ un trionfo senza pari
a Catania, Reggio e Bari.
Già Gallipoli si affaccia,
c’è D’Alema che si sbraccia:
“Corri, Silvio, vele al vento,
porteremo a compimento
la disfatta dell’Ulivo,
stanne certo, è il mio obiettivo!”
Ad Ancona ed a Pescara
suona pure la fanfara:
bande, fuochi, gran folclore,
per Berlusca tanto amore.
Dopo Rimini, in laguna,
tanta gente si raduna.
Lungo tutto il Canal Grande,
arte, storia, non mutande,
ci son mille imbarcazioni
che accompagnan Berlusconi
all’arrivo più trionfale
di San Marco nel piazzale.
Qui finisce il lungo viaggio.
Questa cronaca è un assaggio
di che cosa leggerete
quando Silvio voterete.
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