Il pentalogo

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Dell’Utri imputato in cattedra. “Primo, tenere la bocca chiusa”.
In un circolo di Forza Italia ha presentato le sue “regole per la giustizia”.
(la Repubblica, 1dicembre 2002)
Inchiesta stragi. Coppia Dell’Utri Berlusconi. I 27 anni di silenzio da fronte ai magistrati.
(il Fatto Quotidiano, 19 luglio 2023)

Il pentalogo

Quando Dell’Utri parla a Macerata
distilla la saggezza agli italiani:
“Dovesse capitarvi in un domani
d’esser coinvolti in qualche birbonata,

imparate da me e dal Presidente,
questi principi non dimenticate.
Quando chiamati, non testimoniate,
stravolgono i verbali come niente.

Non patteggiate mai nessuna pena.
Siate sempre presenti in tribunale,
ché un giudice snobbato è micidiale.
Darete al difensor fiducia piena

sol se con lui sarete in pieno accordo.
Quinto: se siete un caso disperato
perdete tempo in modo esagerato.
Il tempo è galantuomo, vi ricordo:

vi arriva prima o poi la prescrizione,
cambia il governo, cambiano le cose,
vi fanno nuove leggi favolose,
muore il piemme oppure un testimone.”

Pentalogo davvero illuminante,
che può venir sì ben codificato
solo da un Senator pregiudicato,
che sfida una giustizia agonizzante.

Carlo Cornaglia

1 dicembre 2002

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Pronti

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Pronti

Il motto elettoral fu al tempo: “Pronti!”
Pronti a far che? A abbindolare i tonti.
“Pronti al bavaglio sull’informazione.
Pronti a sfasciare la Costituzione

con presidenzialismo da follia
e la calderoliana autonomia.
Pronti a bloccare ovunque gli immigrati
e pace se finiscono annegati.

Pronti all’occupazione della Rai
con i più squallidi dei parolai.
Pronti a riempire d’armi gli arsenali.
A favorire i ricchi e gli industriali.

Siam pronti ad affamare i poveretti.
Pronti a far tanti ponti sugli stretti.
Pronti a far tagli sulla sanità
e a abolir mille scuole qua e là.

Siam pronti a far fuggire i laureati
e a trattar gli insegnanti da sfigati.
Pronti a un lavoro sempre più precario
e a rifiutare il minimo salario.

Pronti a aiutar corrotti e corruttori,
a far dei magistrati i malfattori,
dei diritti civili a fare senza
e a far fallire il Pian di resilienza.

Pronti a aiutar taxisti e balneari.
Pronti a aumentar lo stuolo dei precari
e a dir le tasse pizzo dello Stato.
Pronti a fare il volere della Nato.

Pronti alla guerra come Joe ci impone
con i saluti alla Costituzione.
Siamo pronti a distruggere l’ambiente
usando sempre più da propellente

petrolio, gas, carbone e nuclear
pur se saranno poi cavoli amar
poiché trasformeremo il territorio
da forno caldo a gelido obitorio.

Siamo pronti a distruggere la Ue
facendo entrare in maggioranza me
coi miei sodal polacchi ed ungheresi
e i sovranisti dei peggior paesi.

Siam pronti per l’Italia ma non solo:
se nel partito c’è qualche mariuolo
che per i fatti suoi viola la legge
la sottoscritta pronta lo protegge.

Val per la Santanché, val per Delmastro,
val per La Russa, l’ultimo disastro.
Siamo pronti a salvar la Santanchè:
falsi in bilancio e bancarotte? Embè?

Pronti a aiutare il sotto segretario
nello svelar segreti leggendario.
Pronti a difendere l’Apache La Russa
che vuol trombar quando il pisello bussa”.

In conclusione sono pronti a tutto
e quando la Nazione avran distrutto
con la Meloni ardito condottiero,
ripartirem dalla casella zero.

Carlo Cornaglia

14 luglio 2023

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Fra il dire e il fare…

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Non ride più.
(il Fatto Quotidiano, 30 giugno 2023)

Fra il dire e il fare…

Alla ducetta Giorgia che succede?
Sembra molto cambiata, ognun lo vede.
Da romanaccia con battuta pronta
che normalmente i gran problemi affronta

con approccio deciso e baldanzoso
ed un sorriso quasi malizioso
si è fatta donna truce ed irridente
ed in crisi di nervi permanente.

Non ride, non sorride, adesso ghigna,
strabuzza gli occhi ed i dentin digrigna,
non si esprime con calma ma ruggisce,
non parla né argomenta ma inveisce.

Non c’è più l’underdog che ce l’ha fatta
partendo non dal culo nell’ovatta
ma da un’infanzia dura e impegnativa
con la famiglia ahilei! di padre priva.

La ragazza si è fatta quasi bulla
poiché l’insicurezza la maciulla.
Sembra ancor capo dell’opposizione
pur se a palazzo Chigi è ormai il padrone

con un potere quasi smisurato,
con il consenso di tutto il creato
ed un’opposizione che balbetta
e del suo ruolo ha solo l’etichetta.

Opporsi o governare è ben diverso
ed è perciò che molto smalto ha perso,
ma non basta a spiegare il cambiamento
di colei che sembrava un gran portento.

Forse ha capito quanto sia scadente
il livello mental della sua gente
nonché la qualità dei risultati
del governo di un gruppo di sfigati.

Forse ha capito che il sistema impera,
fare ciò che si vuole è una chimera
e la melassa è pronta a imprigionare
che si sperava libero di fare.

Soffre a far ciò che agli altri criticava
quando all’opposizion forte berciava:
accesso dei migranti, austerità,
condoni, inchini a Biden Sua Maestà,

reverenze alla Ue, Mes e draghismo,
ministeriali gaffe, regionalismo,
antisocial politiche, Figliuolo
che fino all’altro ieri era un mariuolo.

Da “È finita la pacchia per la Ue!”
alla fin della pacchia sol per sé
con un proverbio ch’è da ricordare:
“Fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.

Carlo Cornaglia

8 luglio 2023

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