Silvio trema, Giorgio trama

Carceri, interviene Napolitano. “Emergenza drammatica, valutare amnistia e indulto”.
(la Repubblica, 9 ottobre 2013)
Ecco l’amnistia di Napolitano, svuota le celle e salva Berlusconi.
(il Fatto Quotidiano, 9 ottobre 2013)
Sono già pronti tre ddl salva-Silvio.
(ibidem)
Amnistia, immigrati e tasse, sul governo i diktat del Pdl. E la maggioranza si spacca.
(la Repubblica 10 ottobre 2013)
Ci raccontano balle, con l’indulto B. è libero.
(il Fatto Quotidiano, 10 ottobre 2013)
Blitz del Pdl su amnistia e indulto. Subito legge al Senato, ma è scontro.
(la Repubblica, 11 ottobre 2013)
Parte l’indulto salva-Silvio.
(il Fatto Quotidiano, 11 ottobre 2013)
Cancellieri: “Berlusconi escluso dall’amnistia”.
(la Repubblica, 12 ottobre 2013)

Silvio trema, Giorgio trama

Che chi è chiuso nelle celle
per le proprie marachelle
viva un infernal tormento
per il sovraffollamento,

con intimità azzerata
e rieducazion negata
contro la Costituzione,
disonora una Nazione.

Tanto più se la schifezza
dura da una lunga pezza
e chiunque n’è informato,
anche il Capo dello Stato

il qual nel corso degli anni
non si è dato molti affanni:
qualche monito qua e là,
qualche timido altolà,

qualche lacrima straziante,
qualche esortazion belante.
La questione scoppia a un tratto,
quando il Re, prima distratto,

vede che il caimano tetro,
con sofferta marcia indietro,
ridà la fiducia a Letta.
Tempestivamente detta

un messaggio al Parlamento
col supremo ammonimento:
“Su, muovetevi, poiché
così vuol la Corte Ue!”

E fra le proposte buone
inserisce il furbacchione
anche indulto ed aministia,
una doppia porcheria

che non solo i giusti offende,
ma il gran malfattor riaccende,
fa infuriare i Cinque Stelle
e rinsalda il Pdl.

Mentre i falchi e le colombe
escon dalle catacombe
inneggiando all’Uom del Colle
che non sembra più in panciolle,

si alza un coro che è un insulto:
“L’amnistia nonché l’indulto
non son per quel delinquente!”,
da ogni parte dir si sente.

Da politici, ministri,
da bla bla destri e sinistri,
da sapienti prezzolati,
da giuristi arruffianati.

“Troppo infame è il suo reato
perché un dì venga amnistiato,
l’amnistia sarebbe oscena
vista la sua lunga pena!

A chi ha un indulto usato
il secondo vien negato!
Pur l’interdizion rimane
poiché lì l’indulto è inane!”

Una banda di bugiardi,
poiché sol due dì più tardi
son piovute le proposte,
sia palesi che nascoste,

per far d’un gran malfattore
un adamantin signore.
Sono sol dei didielle?
Ben si sa che il Pdl

ha un potere di ricatto
che vien sempre soddisfatto,
per il bene del Paese,
dal governo a larghe intese.

Una cosa ci dispiace:
che Re Giorgio sia tenace
nell’agire con doppiezza.
Se vuol dare la salvezza

a chi la Nazione strazia,
può concedergli la grazia,
ma lo faccia chiaramente.
“Sempre ammesso, Presidente,

che non pensi anche al futuro
dell’ignobile figuro,
con l’alt ai tanti processi.
E’ così? Ce lo confessi…”.

blog MicroMega, 19 ottobre 2013

Un Paese spaesato

La Cancellieri sulla corruzione.
La norma anticorruzione non è un priorità, ci sono problemi più importanti che attendono da 30 anni.
(la Repubblica, 18 giugno 2013)
Il piano del Cavaliere per fermare i giudici. “Niente crisi, ma chiedo un patto al Pd”.
Vuole la garanzia che il Senato voti contro l’interdizione.
(la Repubblica, 20 giugno 2013)
Il premier: “Il governo tiene, l’ineleggibilità non lo riguarda”.
(la Repubblica, 21 giugno 2013)
L’emendamento fantasma del Cavaliere. Spuntano tetti più alti per l’interdizione.
(ibidem)
I berluscones avvertono il Colle: “Mantieni i patti”.
(il Fatto Quotidiano, 21 giugno 2013)
Il Pd getta la maschera: “B non è più ineleggibile”.
(ibidem)
Ecco perché l’amnistia aiuta Berlusconi.
(ibidem)
L’ineleggibilità può attendere. Per sempre.
(il Fatto Quotidiano, 22 giugno 2013)
Il governo getta la maschera: “Amnistia per B”.
(il Fatto Quotidiano, 24 giugno 2013)

Un Paese spaesato

Che Paese è quello dove
la politica si muove
sempre e inesorabilmente
in aiuto al delinquente?

Nel qual un governo inetto
per proteggere il ducetto,
di reati antologia,
scorda la democrazia?

Nel qual una maggioranza
verso il precipizio avanza
fra i proclami e i bla, bla, bla
di campion di nullità?

Dove un giovane lacchè
nelle vesti di premier
danza come un burattino
nel politico teatrino?

Dove il massimo garante
di una plebe agonizzante
ogni giorno scende in pista
in versione pacifista?

E, accusato di tradire
la promessa fatta al Sire
di evitargli la prigione,
tace, senza indignazione?

Dove il voto non consente
il diritto della gente
ad optar per candidati
scelti e non catapultati,

poiché quella legge immonda,
che anche l’alto Colle affonda,
resta sempre tale e quale:
la porcata elettorale?

Qual Paese di delizia
quello dove alla Giustizia
c’è un ministro col vocione
che sostien la corruzione

non aver la priorità
fra le leggi che farà!
Quello dove un’amnistia
fan passar come la via

d’un sollievo a chi sta in cella,
ma, in realtà, salva il brighella!
Quello in cui l’interdizione
a ogni pubblica mansione

può sparire immantinente
per salvare il delinquente
in ricatti specialista
che si spaccia per statista!

Che Nazion sarà mai quella
dove tutti i dì un brighella
studia qualche emendamento
da inserire a tradimento,

ben nascosto in una legge
che il caimano poi protegge?
Qual Paese boccerà
l’ineleggibilità

del caiman che sempre fu
il padron di tre tivù?
Qual premier con crisi enorme
finge di far le riforme,

dimostrando incompetenza
nel gestire l’emergenza?
Chi nel presidenzialismo
vede il giusto meccanismo

per correggere gli errori
di una gang di malfattori
che con le sue orrende gesta
la Costituzion calpesta?

Chi gli autor di queste imprese?
E’ l’Italia quel Paese.
Monitando ad ogni istante,
Giorgio Re ne fa il garante
che ha un difetto: che si schiera.

Letta affronta la bufera
con il piglio democristo:
“Non fo’ un cazzo, quindi esisto!”

Berlusconi è il delinquente
dal ricatto permanente.
Il ministro è Cancellieri
Gi altri son servi e scudieri.

blog MicroMega, 25 giugno 2013

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