La laudatio

In galera tutti i Ligresti, non è mai troppo tardi.

AMARCORD

Bei tempi quelli della laurea ad honorem a Jonella! E bravo l’allora sindaco di Torino Chiamparino, l’uomo di sinistra ora felicemente approdato al vertice della fondazione Intesa San Paolo.

Fondazione o Affondazione, visti i suoi vecchi amici?

“Alla Ligresti niente laurea ad honorem”.
Mussi: “Non la merita”. E dopo la cerimonia e la festa arriva il veto.
Torino, negato il conferimento in “economia aziendale” alla figlia dell’imprenditore. E’ la prima volta che il ministero interviene con un no.
(la Repubblica, 25 luglio 2007)
Bocchino e l’elogio di Jonella, presidente nell’azienda del padre.
La laudatio del professore durante la cerimonia descrive la scalata della manager. Con qualche artificio.
(la Repubblica, 26 luglio 2007)
Laurea Ligresti, scambio di favori. Il professor Bocchino, proponente dell’honoris causa per la presidente della Sai, ha incarichi in diverse società del gruppo.
(la Repubblica, 27 luglio 2007)

La laudatio

La laudatio di Bocchino,
professore di Torino,
per la laurea di Jonella
ti fa torcer le budella.

Il docente esimio dice:
“Questa donna imprenditrice
lasciò l’Università
ancor in tenera età,

perché in casa dei Ligresti
i principi sono questi:
fin da giovani si lotta
per sudare la pagnotta

nelle aziende di papà,
niente studi, a lavurà!
Puntuale ogni mattina
timbrò la sua cartolina,

partì dai livelli bassi
e da vero schiacciasassi
iniziò la sua scalata,
benché fosse handicappata

da una sfiga proprio abietta:
l’esser donna e giovinetta.
Nonostante tutto ciò,
presto ai vertici arrivò

e men che ventiquattrenne
amministrator divenne
dell’azienda Premafin,
proprietà del paparin.

Questa donna eccezionale,
propension forte al sociale,
ha un suo credo basilare:
“Più del dire vale il fare!”

e, facendo, ha partorito.
Qui ci ha ancora sbalordito:
senza baby sitter né
per il nido due dané,

mamma manager è stata
e una laurea ha meritata
ad honorem qui a Torino!”
Firma: professor Bocchino.

Con l’ambita pergamena
la dottora corre a cena
nell’albergo di papà,
proprio in centro alla città,

per la festa coi potenti
torinesi ed i parenti.
Ma, ahimé, furono indigesti
cibi e vin per i Ligresti.

Il ministro più baffuto,
Fabio Mussi, è intervenuto:
“O rettore, che ti frulla?
Giuridicamente nulla

è la laurea che hai concessa!”
e bocciò la studentessa.
Tutti quanti si son chiesti:
“Laureare la Ligresti,

che ci azzecca, c’è un perché?”
Chiedi, cerchi, indaghi…c’è!
Primo: è il dotto laudatore
fedel amministratore

nelle aziende di papà,
consiglier di qua e di là.
Poi vuol Sergio Chiamparino,
megasindaco a Torino,

grattacieli in quantità
per far bella la città
e una maxi biblioteca
che ai cervel sapienza arreca,

ma gli mancano i denari.
Perciò dai palazzinari
ha bisogno di un aiuto
e Ligresti è il benvenuto.

Cosa far per conquistarlo?
Basterà per invogliarlo
un po’ di speculazione
o qualcosa in più s’impone?

La trovata sembra bella:
laurea a honorem per Jonella
che ha dei meriti indiscussi.
Ma poi arriva Fabio Mussi…

Carlo Cornaglia

27 luglio 2007

Calderoli-day

Sempre a proposito di quel simil-maiale di Calderoli e delle sue gesta passate.

CAPITOLO  II

Calderoli: maiale-day contro le moschee.
L’ex ministro leghista contro la realizzazione dell’edificio di culto a Bologna.
(la Repubblica, 14 settembre 2007)

Calderoli-day

Incomincia il Ramadan
e l’ignobile padan,
sempre più senza vergogna,
l’Islam provoca a Bologna.

E’ in progetto una moschea
e la sua brillante idea,
da provocator bestiale,
è di andar con un maiale

sui terreni destinati
a tal fin da Cofferati
e di indire un porco-day,
nel qual far sfilar cortei

di maiali e di padani
in dispregio ai musulmani.
Nel dì del suo compleanno
i padani sfileranno

con il fazzoletto verde
camminando sulle merde
dei maiali di Padania.
Un gran dubbio ci dilania:

nel mefitico degrado
ci sarà qualcuno in grado
di distinguere fra i ruoli
di maiale e Calderoli?

Carlo Cornaglia

14 settembre 2009

Conversione

Dopo gli insulti di Calderoli al ministro Kyenge, in occasione di un comizio leghista a Treviglio, ricordiamo qualche suo exploit nel passato

CAPITOLO  I

“Intervenga Ratzinger, serve una nuova crociata”.
Il leghista Calderoli: il papa faccia come PioV e Innocenzo XI.
(la Repubblica, 8 febbraio 2006)
“Porto una maglia anti-Islam. Silvio vuole che mi dimetta”.
(la Repubblica, 16 febbraio 2006)
Libia, attacco al consolato italiano. Protesta per le vignette, la polizia uccide 11 manifestanti.
Le contestazioni per la maglietta provocatoria del ministro Calderoli.
(la Repubblica, 18 febbraio 2006)
Berlusconi: ora Calderoli deve lasciare il governo.
(ibidem)
Islam, Calderoli si dimette.
(la Repubblica, 19 febbraio 2006)

Conversione

Con l’affar delle vignette
il suo peggio di sé dette:
“Quelli assaltan le ambasciate,
noi torniamo alle crociate!

La minaccia dell’Islam
con il papa combattiam!
Cosa aspetta Benedetto?”
Ma chi tal cazzate ha detto?

Il ministro Calderoli.
Dopo sette giorni soli,
la provocazion più grossa:
Calderoli lieto indossa

un’ignobile maglietta
che riporta una vignetta
per cui il mondo sta bruciando.
Con il suo gesto nefando

il peggiore dei padani
ha istigato i musulmani
a aumentare la violenza
e perfino Sua Emittenza

questa volta s’è incazzato
o almen tal si è mostrato.
Ha tuonato Berlusconi:
“Calderoli, dimissioni!”

Si è dimesso. Grazie, Islam!
Dalle palle ci togliam
il peggiore del pianeta.
Convertiamoci al Profeta.

19 febbraio 2006

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