Un Martello per amico

Da la Repubblica di oggi, 8 giugno 2013
Gianfranco Micciché, sottosegretario alla funzione pubblica del Governo Letta, dice alla Zanzara: “Non sono più cocainomane. Lo sono stato quando ero ragazzo, ma l’ho sempre ammesso. Avevo vent’anni e c’era la contestazione. Non rinnego nulla”.
Beh, tornando al passato, lo è stato forse anche un po’ dopo i vent’anni, visto ciò che riportava un articolo di Repubblica del 27 luglio 2004, quando Miccichè era un maturo cinquantenne, vice ministro dell’Economia nel secondo governo Berlusconi.

Cocaina al ministero delle Finanze. La procura ordina l’arresto di un “collaboratore di Micciché”. Il viceministro: “Veniva al ministero, ma non è il mio segretario”.
(la Repubblica, 27 luglio 2004)

Un Martello per amico

Cocaina al ministero,
di Tremonti nell’Impero?
Lo leggiamo sui giornali
come sempre criminali.

Pare che tale Martello,
volontario bricconcello,
che ha aiutato Miccichè
di Sicilia vicerè

in campagna elettorale
con successo eccezionale,
vada e venga alle Finanze
senze troppe sorveglianze.

Pare che un carabiniere
abbia detto che è un corriere
che portava al ministero
neve bianca: un bel mistero.

La notizia è sconvolgente.
Interviene prontamente.
di Sicilia il viceré:
“Lo conosco, certo, beh?

Era un giovane normale,
affidabile, leale.
Sono molto dispiaciuto
se per droga si è perduto.

Droga non ne ho mai comprata,
niente coca, ma aranciata.
Senza tema di smentita
è specchiata la mia vita.”

Si è chiarito poi il mistero
di chi sniffa al ministero.
Ricordiamo che Tremonti,
in tivù illustrando i conti,

entusiasta ci mostrava
sempre il Pil che s’impennava.
Terrorismo a tutto spiano,
guerra al bieco talebano,

borse a picco, fallimenti,
inflazione, allagamenti,
crisi in tutte le nazioni,
ma da noi, con Berlusconi

e le grandi sue virtù,
vola il Pil sempre più su,
con Tremonti e Miccichè
sal del due virgola tre.

Era il tempo in cui Martello
si librava quale augello
svolazzando a destra e a manca
con la polverina bianca.

Ora che Sandro Martello,
volontario bricconcello,
sta in galera a domicilio
senza dare alcun ausilio

agli amici al ministero,
l’orizzonte si fa nero,
con Tremonti che in tivù
mostra il Pil sempre più giù.

Fazio è in lacrime e D’Amato
furibondo ed incazzato.
Ecco il crollo degli dei:
sale il Pil del zero sei.

Tutto è chiaro, miei signori:
ingannando gli elettori
sul bilancio dello Stato,
quelli il Pil l’hanno drogato.

Carlo Cornaglia

Watergate casereccio

Il 4 giugno 2013 è stata pubblicata la sentenza con la quale Berlusconi è stato condannato in primo grado a un anno di carcere per concorso in rivelazione di segreti d’ufficio. Nel dicembre 2005, infatti, fece pubblicare su il Giornale la famosa intercettazione della telefonata fra Consorte e Fassino che esclamava: “Allora abbiamo una banca!” Per la cronaca l’intercettazione pubblicata era ancora segreta e neanche trascritta per gli inquirenti. Su tutto ovviamente arriverà fra qualche mese la prescrizione.
La poesia è stata pubblicata su il Misfatto, inserto satirico de il Fatto Quotidiano, il 6 giugno 2010, dopo che la notizia era uscita su Repubblica e Fatto

“Berlusconi ascoltò la voce di Fassino e mi promise eterna gratitudine”.
Favata: io ad Arcore con la telefonata tra il leader Ds e Consorte.
(la Repubblica, 6 maggio 2010)
L’intercettazione di Fassino e il ricatto al premier.
(il Fatto Quotidiano, 7 maggio 2010)
Nastro Fassino, indagato Paolo Berlusconi.
(la Repubblica, 2 giugno 2010)
Nastro Fassino: un B indagato, l’altro trema.
(il Fatto Quotidiano, 2 giugno 2010)
Paolo Berlusconi e il caso Fassino: “Portai Favata a Palazzo Grazioli”.
E l’imprenditore arrestato: Ghedini mi promise soldi.
(la Repubblica, 4 giugno 2010)

Watergate casereccio

Ad Arcore, vigilia di Natale,
anno duemilacinque per la storia,
Silvio riceve un dono eccezionale:
un’intercettazione accusatoria

nei confronti del misero Fassino:
“Consorte, siam padroni di una banca!”
Sprofondato in poltrona l’omarino
per la grande emozione quasi sbianca

e promette a Favata, il donatore:
“La famiglia sarà grata in eterno!”
Per caso suo fratello è l’editore
del Giornale… Sei giorni ed è l’inferno:

“Fassino – sul Giornale – è un lestofante
sono i Ds pien di farabutti,
non è vero che son anime sante,
sono mariuoli proprio come tutti!”

Non è trascritta l’intercettazione
e pertanto è illegale totalmente
ma se ne fotte Silvio, oggi campione
della privacy della brava gente.

E’ questa la denuncia che Favata
ha fatto al tribunale che ora indaga,
visto che la famiglia non fu grata.
Sui quotidiani tutti i dì dilaga

la legge che imbavaglia il giornalista
e che rende impotente il magistrato,
la legge target per il piduista
al traguardo oramai quasi arrivato:

fare in Italia tutto quel che vuole.
Per fermare il campione dei bugiardi
prorompe una proposta dalle gole:
“Cacciarlo a calci in culo!”…E’ sempre tardi.

il Misfatto, 6 giugno 2010

Agenda Monti

Monti: se mi chiamano, sono pronto.
(la Repubblica, 24 dicembre 2012)
Dalla metafora dell’agenda a “ci sono, non ci sono”, la sua doppiezza virtuosa.
(ibidem)
Io sono Monti e voi no.
(il Fatto Quotidiano, 24 dicembre 2012)
Monti sale in politica, Mario non si candida.
(ibidem)
Il verbo del Prof. che chiede di credere in lui.
(ibidem)
“Chi mi vuole premier, segua la mia agenda…”.
(Pubblico giornale, 24 dicembre 2012)

Agenda Monti

Democrista è la faccenda:
“Mi presento, son l’Agenda,
un’agenda pink e green
da tener sul comodin.

Chi nel leggermi è sospinto
ad un Sì! molto convinto
ambir può ad avermi a guida
nella elettorale sfida,

ma al momento non si sa
quello che succederà,
oggidì non ve lo dico.
La doppiezza è un vizio antico,

ma per me che son Gesù
la doppiezza è una virtù.
Destra, manca, cosa sono?
Erga omnes va il mio dono,

meno che al Berlusca orrendo.
Salgo in campo, io, non scendo.
Furbo son come una volpe
e, di Giorgio grazie al golpe,

ormai sono superiore,
non per nulla un professore.
Io sol sono Mario Monti,
tutti voi nei miei confronti

siete assai meno d’un cazzo!
Forza, su, fatevi il mazzo,
la mia agenda consultate
e gli sponsor miei trovate:

banche, Europa, Vaticano,
il gran capo americano,
Confindustria, finanzieri,
tutti i massimi poteri!”

A plotoni i democristi,
travestiti da statisti,
verso il Centro stan correndo,
mentre Monti sta ridendo:

perché, in caso di vittoria,
tutta sua sarà la gloria
e, se andar dovesse male,
lui va dritto al Quirinale.

blog MicroMega, 28 dicembre 2012

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