Effetto Jobs Act: il lavoro si fa voucher.
(il Fatto Quotidiano, 20 dicembre 2016)
Riecco Poletti: insulti ai giovani.
(ibidem)
Nuovo guaio: i venti miliardi rischiano di non bastare.
(il Fatto Quotidiano, 28 dicembre 2016)
Banche, governo allo sbando mentre il sistema si sfascia.
(il Fatto Quotidiano, 29 dicembre 2016)
Dal governo del fare a quello del disfare. Buona Scuola e le sue sorelle. Tutto il Renzi da rottamare.
(il Fatto Quotidiano, 31 dicembre 2016)
Benvenuta post verità: ecco tutte le balle di tre anni di Matteo.
(il Fatto Quotidiano, 7 gennaio 2017)
L’Attila di Rignano
Ricordate? “Arrivo, arrivo!”
disse un Renzi molto attivo
dopo aver trombato Letta,
lesto come una saetta.
“Questa Italia la cambiamo!”
disse quando prese all’amo
i ploton di creduloni.
Ricordate i paroloni?
“Noi corriam per la vittoria!”
“E’ finita la baldoria!”
per chi non ha fatto niente
per il bene della gente.
Disse: “La Nazion riparte!”,
lo confermano le carte.
“Rischierò l’osso del collo!”
proclamò con “Io non mollo!”
Ricordate?, sembra ieri:
“Mille scuole coi cantieri!”
“Mille giorni, mille asili!”
Ricordate i dì febbrili
di un portento che debutta?
“Ce la metteremo tutta!”
Ed ancor: “La svolta buona!”
E nell’aria ancor risuona
la fatal parola: “Adesso!”,
quando al suo trionfale ingresso
giurò d’essere diverso
con “L’Italia cambia verso!”
Or tre anni son passati,
ma con quali risultati?
Fra montagne di macerie
che riforme deleterie
han donato al Belpaese,
ricordiamolo, una al mese!,
il disastro è colossale.
La sua legge elettorale,
“Tutto il mondo ce la invidia!”,
ricordarlo è una perfidia,
è già condannata a morte,
non ancora dalla Corte,
ma da lui e dal suo partito.
I No! hanno incenerito
la riforma della Carta
per la quale partì in quarta
con la Boschi e Giorgio Re,
strabocciati tutti e tre.
Il Jobs Act da beneficio
diventò un voucherificio,
causa di lavoro nero
grazie ad un padron negriero,
con i giovani costretti,
per la gioia di Poletti,
a fuggir con il cervello
ben lontano dal paesello.
La burocrazia è rimasta.
La Madìa è stata nefasta
con la sua riforma finta,
bla bla bla, ma niente grinta,
così mal organizzata
che la Corte l’ha bocciata.
E dov’è La buona scuola?
Di renzate una gragnola
tale che pur Gentiloni,
messo lì con i suoi cloni
per tenergli il posto caldo,
si mostrò così spavaldo
da cambiare qualche cosa
perché sia meno schifosa.
La riforma alla Giustizia
è oramai una mummia egizia
nel sarcofago sospinta
da un ministro che fa finta
di volerla realizzare,
ma in realtà si fa bloccare
da Angelino Senzaquid,
nel frenare sempre speed.
Svetta infin fra i grandi fiaschi
la question Monte dei Paschi:
“Questa banca è risanata!”
“E’ un bel brand, una figata!”,
una splendida goduria
giurò con Maria Etruria.
Ma non era affatto vero
e si è aperto un buco nero
da più di venti miliardi.
Il No è giunto troppo tardi
perché passo dopo passo
ci ha portato allo sconquasso.
Ora Renzi se n’è andato
e il disastro è smascherato.
E noi? Chiaro come il sole,
pur col culo che ci duole
siamo lieti di brindare
all’uscita del compare
e al bicchiere della staffa
gli cantiamo: “Vaffa, vaffa!”
blog MicroMega, 12 gennaio 2017