Bello ciao

Salvini, Kim e Trump. Quando la propaganda ha una ricetta unica.
(la Repubblica, 25 gennaio 2020)
Bibbiano, salami e citofoni. I due mesi d’azzardo di Salvini.
Sessanta giorni vissuti spericolatamente, su e giù per statali e stradine. Salvini ha battuto ogni provincia.
(la Repubblica, 27 gennaio 2020)

Bello ciao

Matteo, capitan leghista,
dell’Emilia alla conquista
andò con le salvinate.
Proprio tutte le ha provate.

Su e giù lungo l’autostrada
si fiondò in ogni contrada,
ogni viottolo, ogni viale,
ogni centro pedonale.

Ogni dì più ciarlatan
e osannato dai suoi fan
occupò bar, pizzerie,
fast food e salumerie.

Baciò coppe e mortadelle,
divorò le sfogliatelle
e i babà per colazione,
trincò vino a profusione,

tracannando a più riprese
in Romagna il Sangiovese
e il Lambrusco nell’Emilia
che assai bene si concilia

con lo gnocco e il culatello.
Cuffia in capo e matterello,
l’abbiam visto far la pasta
con l’azdora più entusiasta.

Cappellino rosso in testa
in Ferrari fece festa
poiché lì l’Italia corre.
Non citofonò a camorre

ma ad un povero immigrato
coram populo accusato,
con ignobile livore,
d’esser uno spacciatore.

Predicò, rosario in mano,
ingoiando parmigiano,
cappelletti, tagliatelle,
strolghin, ciccioli e tigelle.

Per il caso Gregoretti
sferzò i magistrati abietti,
martire si dichiarò
e per finta digiunò

divorando pure il desco.
Da novello San Francesco
ammansì porci e galline
e per fare un po’ di cine,

fren ponendo alle mascelle,
abbracciò due gallinelle,
la Rosita e la Rossana,
commuovendo una fiumana

di ignoranti creduloni.
Occultò la Borgonzoni
nelle apparizion qua e là
per celar la scarsità

delle idee nella sua testa.
Della zucca andò alla festa
a Ziano Piacentino
per selfar col popolino.

Sulla felpa il nom del luogo,
alla rabbia dette sfogo.
Sparò slogan fantasiosi,
indecenti, vergognosi,

lesto come Ridolini:
“Giù le mani dai bambini!”
“Porti chiusi!” “Ma lei spaccia?”
“Io ci metterò la faccia!”

“Doman citofonerò
al premier e lo caccerò!”
“Non vinciam, stravinceremo!”
“La Region libereremo!”

Superando ogni tabù,
disse tutto e ancor di più.
Andò ovunque ed oltre ancora
per la sua governatora.

Tutto fece per Lucia,
anche il peggio che ci sia.
Fino al ventisei gennaio.
Qui successe un grosso guaio:

che la gente al voto andò
e a Salvini disse No!,
grazie a un banco di sardine
idealiste e chiacchierine.

Al Papeete tornerà
e da solo si farà
in un selfie il medio dito
consolato dal mojito.

“Alla prossima Matteo,
per adesso il marameo
più cordiale e più sincero.
Torna alla casella zero!”

blog MicroMega, 30 gennaio 2020

San Matteo (Gre)Goretti

Caso Gregoretti, Salvini si manda a processo da solo.
(la Repubblica, 21 gennaio 2020)
Contrordine leghista: basta salsicce, si digiuna.
Dopo anni di tweet gastronomici, il leader chiede ai suoi lo sciopero della fame.
(ibidem)
“Il referendum è l’Emilia e vincerò”. L’ex ministro finge di esultare.
(ibidem)
Nave Gregoretti. Prima si paragona a Pellico, poi in giunta si fa votare contro dai leghisti e chiede di digiunare per lui.
(il Fatto Quotidiano, 21 gennaio 2020)
Comica finale: digiuno per Salvini a processo.
(ibidem)

San Matteo (Gre)Goretti

Il leghista demagogo
liberarci vuol dal giogo
del Pd e dei Cinque Stelle
e fa mille passerelle

con il ghigno abituale
in campagna elettorale
per narrar le mirabilia
che procurerà all’Emilia

la vittoria della Lega.
Lo spregevole stratega
sfrutta il caso Gregoretti
con i suoi sistemi abietti.

Visto che i piddin fifoni
solo dopo le elezioni
voglion che l’immunità
gli sia tolta, lui che fa

per far il perseguitato?
Dalla giunta del Senato
vuol per sé voto contrario.
Ottenuto il suo Calvario,

fa il teatrino consueto.
San Giovanni in Persiceto,
dopo i selfie, in drogheria
fa un’ignobile omelia:

“Da politico specchiato
chiedo d’esser processato
quanto prima, presto, adesso!
Il reato che ho commesso?

Ventidue navi fermai
con migranti e marinai
per difender la Nazione!
Son colpevole? In prigione

come un vero criminale
mi spedisca un tribunale
dai sistemi polizieschi:
come Pellico e Guareschi.

Ma che il tribunal sia immenso
perché con amore intenso
tutto il popolo italiano
sarà col suo Capitano!”

“Con appello sulla rete
ai legal direm: “Correte
a sfidare i magistrati!”
Centinaia di avvocati

formeran gridando Evviva!
la difesa collettiva”.
“Se finisco a San Vittore
perché ho fatto il difensore

dei confin della Nazione
io vi aspetterò in prigione
con le arance e il vostro affetto:
sarò un martire perfetto!

Però prima al voto andremo
e in Emilia vinceremo
proprio come nel certame
fra Repubblica e Reame!”

Alla fine il vil tribuno
chiede un giorno di digiuno
per reagir contro il processo
che ha voluto per se stesso:

hashtag per tutti i cretini
#adigiunopersalvini
ed abboccano a milioni
gli affamati crapuloni.

Addio a scampi, cozze, orata,
cacio e pepe, caponata,
arancini col ragù!
Addio a speck, tiramisù,

pecorin sardo, pastiera!
Addio a pizza di Matera,
strascinati di Lucania,
mozzarelle di Campania,

agnolotti e sagrantino,
pasta burro e pecorino,
yogurt con melissa e miel!
Addio a Pantagruel!

Cosa dir di un tal pagliaccio?
Manca man sul destro braccio,
ecco il gesto dell’ombrello:
è un giudizio senza appello!

blog MicroMega, 24 gennaio 2020

Zinga rock

La sfida di Zingaretti: “Vecchio Pd addio, ecco la mia svolta”.
(la Repubblica, 11 gennaio 2020)
Tanti sì al nuovo Pd.
(la Repubblica, 12 gennaio 2020)
Nardella: “Bene questo segretario rock. Guai però se si guarda solo a sinistra”.
(ibidem)
Zingaretti annuncia “il partito nuovo”, Franceschini e gli ex renziani già dicono no.
(il Fatto Quotidiano, 12 gennaio 2020)
Achille Occhetto. L’ultimo segretario del Pci commenta l’ipotesi di sciogliere il Pd: “Serve una costituente vera di tutta la sinistra”. “Caro Zingaretti, non farti stritolare dalle lotte di potere”.
(il Fatto Quotidiano, 16 gennaio 2020)

Zinga rock

“Elettor piddino, ascolta:
il partito è ad una svolta!”
“Chi l’ha detto?” “Zingaretti”.
“C’è da dubitarne, ammetti…”.

Troppe volte ha già svoltato
ed è sempre peggiorato.
Ottantuno. Berlinguer
disse del rosso poter:

“La rivoluzion si è estinta,
si è esaurita la sua spinta”.
Nell’ottantanove Occhetto
fa una svolta a grande effetto,

quella della Bolognina
e il Pci manda in cantina
poco più di un anno dopo
a finire come un topo.

Così arriva il Pds
con le conseguenze annesse:
via la falce, via il martello
ed al posto un alberello,

una quercia verde vivo.
Dalla quercia vien l’Ulivo,
coalizion litigarella,
al timone Mortadella.

Novantotto, un’altra svolta:
i Ds questa volta
la sinistra ha generato.
Se non zuppa è pan bagnato.

Passa un lustro, poco più
e con tredici tribù
i Ds fan l’Unione,
un mostruoso carrozzone

dove litigare è un must
e la lingua corre fast.
Finché nel duemilasette,
come narran le gazzette,

i compagni e i genuflessi
come due sposi promessi
con amor senza entusiasmo
ed un coito senza orgasmo

partoriscono un partito
che fin dal primo vagito
mostra d’essere un neonato
dal futuro complicato,

nonostante il veltroniano
“Yes, we can!”, stile obamiano.
Sette anni, arriva il Bomba
e nell’aria ancor rimbomba

la promessa dell’arnese:
“Farò una riforma al mese!”
Poi sappiam com’è finita:
coca cola e ribollita.

Desta quindi gran sospetti
il bla bla di Zingaretti:
“Dopo il ventisei gennaio,
sia l’Emilia un trionfo o un guaio,

una gran vittoria o un lutto,
fo’ un congresso e cambio tutto
nel Pd oramai sfinito.
Non farò un nuovo partito,

ma farò un partito nuovo,
un piacevole ritrovo
non sol per le madamine,
ma per sindaci e sardine,

per i verdi e i sindacati,
per i giovani emigrati,
per la società civile,
per il mondo femminile.

Apertura, innovazione,
un partito di persone,
del “Noi” e non più dell’ “Io”
e del “Nostro”, non del “Mio”!

La sinistra non è un covo
bensì un orizzonte nuovo,
contendibile, inclusiva,
sempre attenta ed attrattiva.

Nome e simbolo? Vedremo,
se essenzial li cambieremo!”
Quanti leader del Pd
si impegnarono così

con un quattro poi in pagella?
Ma entusiasta n’è Nardella:
“Quant’è rock il segretario!”
La moral, caro diario:

“Sì Nicola è proprio tosto,
tanto fumo e poco arrosto.
Sì lo Zinga è proprio rock,
poco arrosto e tanto smoke!”

blog MicroMega, 20 gennaio 2020

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