Quando l’Arma ci allarma

Consip. Emanuele Saltalamacchia: chi è il generale indagato che Matteo Renzi voleva ai vertici dei servizi segreti.
(fattoquotidiano.it, 5 marzo 2017)
“Sì, il generale disse: Tiziano stai lontano da certi personaggi”. Daniele Lorenzini, sindaco di Rignano, riferì la frase di Saltalamacchia ai pm e da allora è gelo con Renzi senior.
(la Repubblica, 15 aprile 2017)
“Saltalamacchia chiamò i pm: niente cimici in caserma”. Le violenze di Aulla. Il comandante (non indagato) è tirato in ballo dal colonnello Liberatori. “Lo informai e lui telefonò al procuratore”.
(il Fatto Quotidiano, 22 ottobre 2017)

Quando l’Arma ci allarma

Il caramba Beniamino
con l’alacre pisellino
fece cinque figli in gamba,
cinque splendidi caramba.

Male non se la vivacchia
quello dei Saltalamacchia
battezzato Emanuele
che è “nei secoli fedele”

generale di brigata
con carriera assai specchiata.
Un eoliano di Acquacalda,
personalità spavalda,

lauree, master, dottorati,
direzion, cavalierati,
croci al merito di vaglia,
ogni tipo di medaglia,

in argento, bronzo ed oro,
lodi, encomi e plausi in coro.
Geopolitico, stratega,
è compar nella congrega

del ducetto di Rignano
e del suo babbo Tiziano
dal dì in cui giunse a Firenze,
per le sue benemerenze

dei caramba capoccione,
in provincia e poi in regione.
Pare che il generalazzo
traffichi senza imbarazzo

e si muova con destrezza
fra chi fa qualche schifezza
e chi lotta per scoprirlo
e, scopertolo, punirlo.

Per la Consip è indagato:
par che abbia rivelato
a chi dirigeva l’Ente
che un piemme intraprendente

con malizia intercettava
chi con l’Ente intrallazzava.
Grazie a lui, Del Sette e Lotti
che soffiavano, i corrotti

hanno smesso di parlare
e di farsi intercettare.
Altro caso. Il comandante
fu un dì commensal brillante

di Tiziano nella casa
dove far tabula rasa
di una bella braciolata
dall’amico ben grigliata.

Pare che nell’occasione
abbia detto a quel birbone:
“Stai lontan da certa gente…”,
dimostrando chiaramente

di voler dare una mano
all’intrallazzon Tiziano
nei pasticci fino al collo
perché, ahimè, sotto controllo.

Ed ancora il caso Aulla,
di recente infame culla
di caramba mascalzoni.
Parlan le intercettazioni.

Trentasette gli indagati
per soprusi agli immigrati:
multe indebite, pestaggi,
gravi insulti, turpi oltraggi

e violenze criminali,
lesion e falsi verbali,
botte ed intimidazioni.
Centoquattro imputazioni.

Ebben sì, Saltalamacchia
col procurator s’incacchia
per le indagini eccessive.
“Cimici troppo invasive

nella auto ed in caserma!”
è la sua protesta ferma
al fin di minimizzare
l’abiezione militare.

L’Arma dei carabinieri
casta e pura fino a ieri
or presenta qualche macchia:
Dixan e…Saltalamacchia!

blog MicroMega, 31 ottobre 2017

Pd davvero, il ritorno di Piero

“Cinquantamila sfumature di Fassino”. Un capolavoro per lettori masochisti.
Lo stile di Piero: dalla noia contundente alla brutalizzazione esplicita.
(il Fatto Quotidiano, 15 ottobre 2017)
“Basta fuoco amico su di noi. Modello Macron per le liste, metà nuovi, metà veterani”.
L’ex sindaco di Torino: “Smettiamo di discutere sui leader, siamo l’unico argine alle destre. E senza i democratici non esiste la sinistra”.
(la Repubblica, 17 ottobre 2017)

Pd davvero, il ritorno di Piero

Nel momento del casino
chi riappar? Piero Fassino,
uno dei due genitori
del partito degli orrori,

quel fantastico Pd
che da quando è giunto qui
fa rimpiangere il passato.
Lo chiamò, l’allampanato:

“Un partito riformista,
dei diritti, non centrista,
del sapere, del lavoro,
socialista di…straforo,

di gazebi e di sezioni,
di compagni e…bacchettoni”.
Quel partito, ancora in fasce,
prontamente andò a bagasce,

babbo Piero licenziò
e in Birmania lo mandò,
ben lontano dai confini.
Con Veltroni e Franceschini,

con Bersani ed Epifani
andò incontro al suo domani
verso il boss rottamatore:
altro giro ed altro orrore,

proprio mentre la Appendino
giubilava il buon Fassino.
Or, con la rovina a un passo,
in aiuto del gradasso

è tornato il prode Piero
con il suo Pd davvero,
per lettori masochisti.
Vi si narran gli anni tristi

dal dì in cui cadde quel muro
allo splendido futuro
che vivrem, malgrado tutto,
grazie al tosco farabutto.

Sfilan Berlusconi e Dini
con Rutelli, Monti e Fini,
orge di bicamerali,
di primarie, di pugnali

e di alieni a cinque stelle
che al sistema fan la pelle.
Non ricorda Piero spillo
il consiglio dato a Grillo:

“Fa un partito, in campo scendi,
vediam quanti voti prendi”.
Furon ben nove milioni…
Ecco il Re dei fanfaroni

che fa fuori Enrico Letta.
Qui la cronaca è perfetta:
“L’esperienza di governo
si esaurì e vinse un terno

il Paese senza grinta
con la poderosa spinta
del ducetto che non dorme
per donarci le riforme.

Grazie al giovane portento
il Paese è in movimento,
dopo il pessimismo a oltranza
è tornata la speranza!

Gli italiani l’han bocciato?
Per fortuna è ritornato
per riprendere il cammino”.
Questo libro di Fassino

è strumento di tortura
per la noia che procura
e la Nave di Teseo
fa l’effetto di Morfeo.

Ma stupirsi a cosa vale?
Il grissino nazionale
a Torino, è cosa nota,
vien chiamato Canna vuota.

blog MicroMega, 25 ottobre 2017

Il mariuolo di Priolo

Impresentabili, l’Antimafia va in Sicilia. Troppi dubbi sulle liste per le elezioni del 5 novembre: una ventina di candidati ai raggi X della Commissione.
(la Repubblica, 8 ottobre 2017)
“Scendo in campo malgrado i miei quattro processi. Per la legge sono a posto”. Per Antonello Rizza (Forza Italia), sindaco di Priolo, 22 capi di imputazione: “Non ho alcun disagio”.
(ibidem)
Sindaco-recordman di imputazioni arrestato a Priolo. Forza Italia. Nello Rizza è candidato alle regionali per Musumeci che lo scarica: “Gli abbiamo impedito di correre con la nostra civica”.
(il Fatto Quotidiano, 15 ottobre 2017)

Il mariuolo di Priolo

Elezioni siciliane,
candidati buone lane
alla sicula Assemblea.
Caso strano, c’è l’idea

che non tutti sian perfetti
come candidi angioletti,
senza almeno una quisquilia.
L’Antimafia va in Sicilia

e il controllo delle liste
scoprirà cose mai viste,
con la Bindi trasformata
in Erinni assatanata.

Molti sono gli aspiranti
con problemi, pochi o tanti,
che riguardan la Giustizia.
Uno è quel che fa notizia:

ventidue le imputazioni
per reati da birboni,
nonché ben quattro processi,
lenti, quasi in catalessi.

Falso, concussion tentata,
truffa semplice e aggravata,
tentativo di estorsione,
peculato, corruzione

ed ancor d’ufficio abuso
e ogni tipo di sopruso
prediletto dalla casta,
dalla turbativa d’asta

all’intralcio alla Giustizia
e alla frode in edilizia.
Candidato all’Assemblea,
del Berlusca ha la livrea

e fa il sindaco a Priolo.
Dice: “Non sono un mariuolo.
Pur con tante imputazioni,
molte più di Berlusconi,

nonché ben quattro processi
che vi lasciano perplessi,
nessun mai mi ha condannato,
sono puro ed illibato!

Lo conferma la fedina,
candida e adamantina”.
Il suo nom? Rizza Antonello.
Pochi giorni e viene il bello:

questo sindaco è arrestato
da un feroce magistrato
con tre gravi imputazioni
sulle comunal gestioni

a favor dei suoi compari
e starà ai domiciliari.
Questo sindaco perfetto
fu dai cittadini eletto

col settanta e più per cento.
La moral sull’elemento?
A novembre Nello Rizza
i rivali polverizza!

blog MicroMega, 20 ottobre 2017

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