La Sinistra parodia di Giuliano Pisapia

Pisapia è l’uomo del quasi: quasi tutto, quasi niente.
(il Fatto Quotidiano, 4 luglio 2017)

La Sinistra parodia di Giuliano Pisapia

Fu un buon sindaco a Milano,
ma era il tempo del caimano
e in confronto agli abomini
di Moratti e di Albertini

è sembrato Pisapia
poco meno di un messia,
una guida illuminata
pur se dal Pd frenata.

Alla fin dell’esperienza
ha perduto l’eccellenza
con il vil sostegno a Sala
che renziano lo immortala

e il Sì! alla Costituzione
dell’emerito imbroglione.
Ora ha un’altra pazza idea:
dell’ignobile canea

di sinistra vuole fare
un sol canto da intonare
in armonico duetto
con la voce del ducetto.

Di sinistra, ahimè, Matteo
non ha un pelo, non ha un neo,
non ha un’unghia né un capello,
non ha un ciglio né un budello

e Giuliano ci dà dentro
per rifare il vecchio Centro
e non la Sinistra nuova
che ognun cerca e nessun trova.

Forte nell’imporre veti,
vuole sol sinistri quieti,
che non facciano casotto
poiché il tosco giovinotto

vuole far tutto da sé.
Fratoianni? “Sai com’è,
a me sembra troppo audace,
ti confesso, non mi piace”.

E Civati? “Beh, lo stimo,
ma ad andarsene fu il primo
dopo la prima Leopolda
con il Bomba sulla tolda…”.

La Falcone e Montanari?
“A me sembran gruppettari
più che società civile,
per non dir la mossa ostile

del No! alla Costituzione.
Gente da rivoluzione…”.
Vuole sol gente tranquilla,
Lexotan e camomilla,

che, inquadrata in un partito,
al momento stabilito
faccia a Renzi da stampella.
“Pisapia, sei un bel brighella:

fai il ribelle, ma non tanto
così da evitar lo schianto,
l’elemento di rottura
che di rompere ha paura,

il motore alternativo,
ma di carburante privo,
il leon, ma nella gabbia,
l’arrabbiato senza rabbia.

A ogni dì del calendario
dici tutto e il suo contrario.
Con i tuoi dubbi perenni
vagoli, sosti, tentenni.

Per portare a Insieme amici
biascichi, dici, non dici.
Uomo di Sinistra o quasi
che sta al Centro in molti casi,

oggi quasi bersaniano,
ieri, ahimè, quasi renziano,
prodian quasi, ultimamente.
Quasi tutto? Quasi niente!”

(Copyright con Andrea Scanzi)

blog MicroMega, 17 luglio 2017

Dove va la sinistra?

Duello nel centrosinistra fra Renzi e Pisapia. “Senza Pd solo sconfitte”. “Da solo non puoi vincere”.
(la Repubblica, 2 luglio 2017)
Pisapia predica: “Soli si perde”. Esordio a Roma per l’ex sindaco di Milano che invoca un centrosinistra unito, ma ormai i ponti col Pd sono saltati, anche se lo scontro non è mai frontale.
(il Fatto Quotidiano, 2 luglio 2017)
Renzi: “Non mi può fermare nessuno”.
(ibidem)
Pisapia è l’uomo del quasi: quasi tutto, quasi niente.
(il Fatto Quotidiano, 4 luglio 2017)

Dove va la sinistra?

La sinistra va a bagasce.
La constatazione nasce
quando il primo Mortadella
fu tirato giù di sella.

Come la storia registra
era di centrosinistra
il governo dell’Ulivo
e divenne l’obiettivo

del compagno Bertinotti
che coi suoi turpi picciotti
brigò per cambiar sistema
a favore di D’Alema.

Dopo Massimo ed Amato
Berlusconi è ritornato,
stravincendo le elezioni.
Stessa cosa con Veltroni

che da primo segretario
di un Pd che era un Calvario,
giubilato Mortadella
coi sinistri e con Mastella,

affrontò solo soletto
le elezion contro l’ometto,
con alla sinistra il niente.
“Il Pd è autosufficiente!

Correremo solitari
senza soci né compari,
meglio sol che accompagnati
da fedifraghi alleati!”

Poi sappiam com’è finita:
Walter perse la partita,
la sinistra il Parlamento,
fuori per lo sbarramento,

Berlusconi ritornò
e l’Italia massacrò.
Passan Silvio, Monti, Letta
et voilà un’altra disdetta

che ha la faccia di Matteo
e del suo bel gineceo.
Far riforme è la sua sfida
e si fa sinistricida,

trasformando lì per lì
il partito del Pd
da sinistra acqua di rosa
a brutal destra ringhiosa.

Che hanno fatto i dissidenti?
Quelli svegli e intelligenti
se ne son subito andati,
mentre quelli un po’ sfigati,

col cervello senza antenna,
hanno fatto il Sor Tentenna:
cento volte han detto Sì!,
qualche volta han detto Nì!,

mentre quando han detto No!
hanno aggiunto “Poi vedrò…”.
fra milion di andirivieni,
dietrofront, colpi di reni,

critiche, proteste, grida,
pronti un dì a lanciar la sfida,
l’altro a fare il Signorsì
poiché la Ditta è il Pd.

Per poi andarsene alla fine
dopo anni a far del cine.
Altri, Cuperlo ed Orlando,
stanno ancora meditando

con un piede sulla soglia,
combattuti tra la voglia
di lasciare quel messere
ed il senso del dovere

di non fare i traditori.
Un dì dentro, l’altro fuori.
Resta il fatto che chi è uscito
ha fondato un suo partito.

Le sinistre ormai son cento
e per il coordinamento
ecco quasi una magia:
c’è Giuliano Pisapia,

un renziano mascherato
il qual per il Sì! ha votato
e di dubbi sol si pasce.
La sinistra va a bagasce

e alle prossime elezioni
tornan ben due Berlusconi:
Silvio e il tosco tirannello
che è il perfetto suo gemello.

blog MicroMega, 7 luglio 2017

Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra

Appelli & coltelli, il risiko furbetto della “sinistra unita”.
(il Fatto Quotidiano, 17 giugno 2017)
“Basta divisioni, faccio il Vinavil. Renzi e Letta tornino a parlarsi”. Prodi, l’ex premier: “Dobbiamo ricomporre le micidiali rotture personali se vogliamo fare il bene del paese”.
(la Repubblica, 19 giugno 2017)
La sinistra del 16%? Una cacofonia di ego
(il Fatto Quotidiano, 22 giugno 2017)

Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra

Nel milieu politicante
le sinistre sono tante,
microscopiche, nemiche,
nate da fratture antiche,

ciascheduna ben convinta
d’esser l’unica non finta
e di avere la ricetta
che di offrire le permetta

la sinistra, quella vera,
non un sogno, una chimera
che nessun sa dove sia,
senza civico né via.

Ogni tanto appare in scena
qualchedun che si scatena
con l’idea, sempre fallita,
di far la sinistra unita.

Questa volta quel messia
è Giuliano Pisapia.
Ha un peccato originale:
il Sì! costituzionale

al disastro che i due toschi,
il ducetto e monna Boschi,
han proposto e che col voto
popolare è andato a vuoto.

Questo infausto precedente
non gli dà, ahimè, la patente
di garante in un sistema
dove è Renzi il gran problema.

Parte infatti male assai
certo che il boy scout ormai
la lezion abbia imparato,
ma Matteo non è cambiato,

condividere il potere
non è affatto il suo mestiere
ed in più è vendicativo
e vuol un Bersani privo

pur dell’aria che respira.
Chi li vuole insiem delira.
Il messia ci vuol provare
ed è tutto un riesumare.

A partir da Mortadella
che ritorna in passerella
in funzion di vinavil
col suo sacrestano stil.

Torna in campo pure Letta,
il qual dietro l’etichetta
dell’esimio professore
cela un debole liquore

che per bassa gradazione
non inebria il fanfarone
da sei Coca Cola al giorno.
I cespugli tutto intorno,

di sinistra al pedigree,
litigan tre volte al dì,
ventun volte a settimana,
pieni di voltagabbana

inclin a cambiar bottega
pur di avere una cadrega
che il futuro gli assicuri.
Nel riunir questi figuri

in un unico partito
hanno in tanti già fallito.
Fallirà pur Pisapia
che in più trova sulla via

l’handicap che lo sbalestra:
il Pd di Renzi è destra.
La sinistra è un’altra cosa,
pur nella versione rosa

cui Giulian vuole arrivare.
Per il fiorentin giullare
la sinistra è Berlusconi.
Gli altri fuori dai coglioni.

blog MicroMega, 23 giugno 2017

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