Amarcord: il Ponte sullo Stretto

Ponte Stretto, FI ci riprova: solito piano acchiappa-voti.
(il Fatto Quotidiano, 22 maggio 2022)

In vista delle elezioni amministrative del 12 giugno Forza Italia ha presentato al Senato un disegno di legge che rilancia la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

Amarcord: il Ponte sullo Stretto

Iniziò Silvio il reietto
quando un dì da Vespa ha detto:
“Come prova del mio affetto,
italiani, vi prometto

che un bel Ponte sullo Stretto
quanto prima verrà eretto.
Ho già chiesto a un architetto
alle Infrastrutture addetto

che prepari un buon progetto”.
Grazie al Ponte sullo Stretto
conta di essere rieletto.
Poi fu pessimo il verdetto:

il caiman non fu rieletto
ed il Ponte sullo Stretto
Prodi chiuse in un cassetto.
Pochi anni e fu rieletto.

In tivù tornò l’ometto:
“Faccio il Ponte sullo Stretto!”
Da premier non fu perfetto
e nel far di qualche annetto

lo spread fece lo sgambetto
all’ignobile ducetto.
Giorgio Re, a busto eretto,
scelse un uomo di intelletto

per cacciare il bolso ometto
ed il bocconian provetto
fatto capo in fretta, ha detto:
“Io sul Ponte sullo Stretto

la mia faccia non ci metto!”
e lo splendido progetto
ritornò nel suo cassetto.
Elezion. Dopo un annetto

dal suo Colle prediletto
il fenomenal nonnetto
fa premier un poveretto,
Letta, uom serio e corretto,

giovane di bell’aspetto,
ma con il grave difetto
d’essere al potere inetto.
Un destino maledetto

porta di Giorgio al cospetto
un boy scout, grado lupetto
che divien premier provetto.
In funzion del nuovo assetto,

Renzi scrisse il bel progetto,
per le allodole specchietto,
per sanare ogni difetto:
referendum maledetto!

Perché il Sì vinca di netto
e il domani sia perfetto
in tivù disse il ducetto:
“Farò il Ponte sullo Stretto!

Se riaprite quel cassetto
ove sta il vecchio progetto
e lo date a un architetto
che col lapis e il bianchetto

ne corregga ogni difetto,
costruttori, vi prometto
che, se Sì sarà il verdetto
cosicché non mi dimetto,

un secondo non aspetto,
un tweet subito cinguetto
e al mio colpo di fischietto
quel bel Ponte sarà eretto,

senza il minimo difetto,
delizioso nell’aspetto,
antisismico di assetto,
funzional, lungo, perfetto.

Chi vorrà, senza traghetto
in Sicilia andrà diretto
per lavoro, per diletto,
per amore, per affetto,

in un bar per un cicchetto,
un caffè molto ristretto,
un cannolo od un cornetto,
per un polpo nel guazzetto,

per il mare che è perfetto.
A ogni siculo permetto
di viaggiare al Nord diretto
senza l’uso del traghetto.

E poi fanno un bell’effetto
mafia e ‘ndrangheta a braccetto
e pertanto è ben accetto
anche sotto questo aspetto.

Certo, spesso il rubinetto
manda sol qualche schizzetto,
il binario del diretto
corre unico e soletto,

l’autostrada è un trabocchetto,
l’ospedale è un po’ negletto,
ma, spiacente, non defletto
e col Ponte sullo Stretto

spero il Sì raggiunga il tetto”.
Lo raggiunse il No e il progetto
per un Ponte sullo Stretto
è tornato in un cassetto.

ottobre 2016

MicroMega, 3 giugno 2022

Tu vuò fa’ l’americano

Draghi avverte Biden: “L’Europa chiede pace”.
(il Giornale, 11 maggio 2022)
“Putin non ci ha divisi”.
(Corriere della Sera, 11 maggio 2022)
Il patto della Casa Bianca.
(la Repubblica, 11 maggio 2022)
L’asse Niente Nulla.
(il Fatto Quotidiano, 12 maggio 2022)
Pacifista, ma atlantista: ed è subito estasi mariana.
(ibidem)

Tu vuò fa’ l’americano

L’uom che in Europa non alcun rivale
è corso in Usa nello studio ovale
per un colloquio con il presidente
al qual si è presentato riverente

come già tutti i premier che in passato
il padrone di casa hanno ossequiato.
Quale il progetto, quale l’obiettivo,
qual ruolo vuol giocar l’italo divo?

Per non sbagliare gioca più di un ruolo:
per compiacere Joe fa il guerraiolo,
per compiacere il Papa il pacifista,
per compiacer Macron l’equilibrista

sperando di sembrare un mediatore.
Per fare dell’Europa il primattore
si estasia quando Biden dice che
“Ha messo insiem la Nato con la Ue”.

Fra un Biden che sonnecchia e parla poco
e un SuperMario senza il sacro fuoco
non contan quel che dicon le parole
poiché risulta chiaro come il sole

che ognuno poi interpreta a suo modo
quello che dicono, tutto fa brodo.
L’incontro fra i due boss non serve a nulla,
ognun con quel che dice si trastulla

ben sapendo che più delle opinioni
conteranno le successive azioni
e, malgrado le pacche sulle spalle
nell’ascoltar le rispettive balle,

ciascuno resterà con la sua idea,
il padrone e il lacchè senza livrea.
Ogni giornale spara il suo progetto
ed ogni titolo è il suo grilletto.

Solo la verità è ciò che manca.
“E’ questo il patto della Casa bianca!”
“Questo è un patto per Kiev, storico evento”.
“Un formidabile allineamento!”

“Il premier preme per il negoziato!”
“Un ponte sull’Oceano si è gettato!”
“Asse di ferro, Joe e Mario uniti”.
“Per staccarci gli sforzi son falliti!”

“Draghi in Usa, una spinta per la pace”.
“Fai la pace con Putin!” è il più audace.
Finito il tète a tète, cambia scenario:
manda i cannoni a Kiev SuperMario

e stanzia altri miliardi il presidente.
A chi è più attento forse torna in mente
che nel duemiladue fu Berlusconi,
presenti di Usa e Francia i capoccioni,

a far la cosa giusta, preso in giro
da quasi tutto il mondo. Vladimiro
fece volare a Pratica di Mare
e con la Nato lo volle sposare

a caccia di un doman meno fetente.
Nel veder ch’è successo di recente
il Cavalier l’aveva indovinata:
sembrava ma non era una cazzata,

quella Nato non era il miserere.
Quale morale se ne può ottenere?
Anche una pendola rotta e vetusta
segna due volte al giorno l’ora giusta.

Domani, 19 maggio 2022

Sic transit gloria mundi

Chi l’ha visto?
(il Fatto Quotidiano, 15 aprile 2022)
Sindaci, pm, industriali: tutti mollano SuperMario.
(il Fatto Quotidiano, 16 aprile 2022)

Sic transit gloria mundi

Quando l’amato Sergio Mattarella
Draghi sfornò, col buco la ciambella,
fece gioire tutto l’universo
poiché il domani si annunciava terso.

“Qui è arrivato un fenomeno, un portento,
la star miglior di tutto il Parlamento!”
A buon diritto detto SuperMario,
nelle risposte lesto e lapidario,

tutta efficienza, tutto pragmatismo,
dotato di incredibile attivismo,
lontano dal caotico passato,
un Messia sulla terra è ritornato.

Mettendo nel governo cani, porci
e dei partiti i più gran catorci,
ad eccezion di quel della Meloni,
si illuse di trovar le soluzioni

per governare al meglio il Belpaese
senza tradir le speranzose attese,
ma dopo poco tempo si scoprì
che scopa nuova scopa ben tre dì.

L’erede della Merkel nella Ue
è esperto solamente di dané,
ma governare è tutta un’altra cosa
e in più con una ghenga litigiosa.

Dicendo “Qui finì la mission mia”
SuperMario tentò di scappar via
per diventare capo dello Stato
ma visse il suo Papeete e fu trombato.

Finì il suo sogno e quel degli italiani,
finirono ovazioni e battimani
ed ebbe tutti contro. I magistrati
annunciano lo sciopero indignati

per la riforma infam della Giustizia,
uno schifo e per loro una nequizia.
I sindacati danno l’altolà
perché ha tagliato scuola e sanità.

Sono molto delusi gli industriali:
“Mancano gli interventi strutturali,
stan salendo le tasse sulle imprese
vengon tradite le iniziali intese”.

Anche i sindaci cazziano il Migliore
e Sala lancia un grido di dolore:
“Il governo trascura le città!”
ha sentenziato con un bla bla bla.

Non va meglio con Scholz e con Macron
poiché si è scelto Biden da padron
ed il suo Lukashenko è diventato
col perenne atlantismo che è tornato.

Con l’elmetto e con la mitraglietta
sta correndo con Gentiloni e Letta
per fare della Nato il segretario
di Stoltenberg ancor più temerario.

Manda le armi a Kiev perché la pace
al presidente Sleepy Joe non piace.
Petrolio e gas? “Siam pronti a farne a meno!”
senza coglion restando in un baleno.

Li comprerem da biechi dittatori
a prezzi degli attuali ben peggiori
e soprattutto con il contagocce:
“Siam pronti a rinunciare a termo e docce!”

Ringraziam Matterella che con Draghi
ci fa tornare ai tempi dei nuraghi
poiché il fenomeno fu assai caduco.
Alla ciambella hanno tappato il buco.

blog MicroMega, 10 maggio 2022

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