Il pifferaio tragico

Il pifferaio tragico

Nel sedici, il quattordici febbraio
così sbraitò il verde parolaio
dal palco del congresso di Collegno
arringando i suoi fan in modo indegno:

“La schifezza che ha nom magistratura
è un cancro da estirpare, una iattura
e ne difenderò ogni leghista
che sia indagato quando scende in pista.

Gli stronzi che amministran la Giustizia
stian ben lontani dalla mia milizia
che in qualunque vicenda della Lega
dà battaglia a favor della congrega”.

Per vilipendio alla magistratura
il tribunal di lui si prende cura
ma da un lustro procede molto lento
grazie al legittimo impedimento

che ad ogni udienza invoca il suo legale
per frenar di Torino il tribunale.
Non sol, oltra alla squallida manfrina
osa indossar Matteo la mascherina

di Borsellino il prode magistrato
vittima della mafia e dello Stato.
La mascherina che sostituisce
quella di Donald Trump a stelle e strisce

che indossa spesso il truce sovranista
delle più turpi azion sempre regista.
Sotto due maschere lo stesso ghigno,
sempre più bieco, sempre più maligno.

È il ghigno che il malvagio ha palesato
dicendo nel dibattito al Senato
alla Segre, la senatrice a vita,
la frase atroce dalla bocca uscita

di Beppe Grillo, re dei trasgressori:
“Non muoion mai a vita i senatori
o almeno muoiono ma troppo tardi”,
quando diventano più che vegliardi.

Se questo è un uomo è chiara la morale:
dell’uomo è molto meglio l’animale,
lo squalo, il porco, il lurido sciacallo,
la iena ed il verme verde e giallo.

23 gennaio 2021

Capitan Disfatta

Toscana. Firenze il fortino dem. Per la Lega tracollo di voti.
(la Repubblica, 22 settembre 2020)
Salvini perde ancora e Meloni gli ruba i voti. Cresce il dissenso interno.
(ibidem)
Veneto. Zaia vale tre volte la Lega. “Perché vinco? Io governo, non vado in giro a fare comizi”.
(ibidem)
Il leader disgiunto.
(ibidem)
Dopo la sconfitta Salvini rilancia. “Ci rifaremo a Milano e Roma”.
(la Repubblica, 23 settembre 2020)

Capitan Disfatta

Ha girato l’Italia in largo e in lungo,
dappertutto è spuntato come un fungo,
palmo a palmo ha battuto la Toscana,
ha fatto della Puglia la sua tana,

di concionare preso dalla smania
si è fiondato in Liguria ed in Campania.
Quella dell’uom che vien da una caverna
è una campagna elettorale eterna.

Disse a mo’ di gallina che starnazza:
“Da premier tornerò su questa piazza!”
e “Al voto vinceremo sette a zero!”,
ma gli elettor gli han fatto un culo nero.

In Puglia ed in Campania al vil leghista
latore del messaggio populista
han detto: “E’ van che tu qui intorno giostri,
abbiamo già i populisti nostri!”

La Toscana, leghista alla vigilia,
ha poi fatto la fine dell’Emilia,
niente Lega nei rossi baluardi
e l’Arno ha mormorato alla Ceccardi

come il Piave: “Non passa lo straniero!”
Se nel Veneto fu trionfo vero
Il vincitor non è Salvini, è Zaia
che il prode Capitano alquanto inguaia

coi voti per la lista degli inizi.
“Qui si lavora senza far comizi!”
Anche il voto in Liguria è una vittoria
ma è per Toti, non per Matteo la gloria.

Il connotato del cazzaro verde
è l’essere vincente quando perde,
l’eroe che quando vince se le prende,
il tipo che si appanna quando splende.

In quest’ultimo turno in meridione
i voti persi son quasi un milione
e la Lega in versione nazionale
è vittima di un crollo colossale.

In sordina la base disapprova,
vuol “Più Giorgetti e meno Casanova!”,
vuole chiudere l’ora del Papeete,
più birra e men mojito per la sete.

Come sempre Salvini tira dritto:
“Sono deluso ma non son sconfitto.
Con le grandi città ci rifaremo:
a Roma ed a Milano vinceremo,

a Napoli, a Torino ed a Bologna!”
I sindaci verran con la cicogna.
Da Capitan Fracassa in un sol fiato
è Capitan Disfatta diventato.

blog MicroMega, 24 settembre 2020

 

Emergenza nazionale

A che ora viene l’apocalisse di settembre?
(il Fatto Quotidiano, 9 luglio 2020)
Proroga emergenza. Conte: “Nel caso si va in Parlamento”.
(il Fatto Quotidiano, 11 luglio 2020)
Resurrezione: l’ex premier centrale nelle tre opzioni in campo: dalla sopravvivenza di questo governo a un esecutivo di emergenza. Dal Conte 2 all’ipotesi Draghi: girotondo intorno al Cavaliere.
(il Fatto Quotidiano, 12 luglio 2020)

Emergenza nazionale

“Conte allunga lo stato di emergenza
con la scusa del covid, che indecenza!”
Si alza il coro indignato dei giornali,
di Salvini con tutti i suoi sodali

della Meloni con i suoi fascisti,
di Berlusconi con i suoi forzisti,
di Renzi con i tre di Italia viva,
di Calenda. Una bella comitiva!

“Vuol esser l’uom che sta solo al comando,
per fare il dittatore sta tramando,
questa è la fin della democrazia!
A calci in culo va cacciato via!”

Non siamo in emergenza? Che menzogna!
Abbiamo un Cavalier senza vergogna
che si spaccia per bravo cittadino
cui tutti i quotidian fan l’occhiolino:

chi lo propone senatore a vita,
chi con speranza il Quirinal gli addita
e Capo dello Stato lo incorona.
Abbiamo Mortadella che perdona

i disastri che ha fatto nel passato
e del Pd vuol farne un alleato
auspicando un novello Nazareno.
Abbiamo un Zingaretti con il freno,

un segretario che è sempre in letargo
per un partito che non prende il largo.
Abbiamo i Cinque Stelle assai divisi
che tutti i dì minacciano la crisi

visto che governare col sistema
è per chi ne sta fuori un bel problema.
Incombe Mario Draghi, nuovo Monti
che per salvare dell’Italia i conti

è peggio della troika della Ue.
Tutto ci toglierà, pure il bidet.
Se ci salviam da Draghi e Berlusconi
arrivano Salvini e la Meloni

con Dio, Patria, Famiglia, ruspa e altare,
il peggio che ci possa capitare.
Poi a settembre giunge il finimondo,
l’apocalisse, andremo tutti a fondo.

Lo dicono di rating le agenzie,
la Doxa, l’Istat e non son bugie
né pessimismo né timor senil:
crolleranno le vendite ed il pil,

disoccupati e povertà di massa
faranno largo al capitan Fracassa,
il truce Generale Pappalardo
coi suoi forconi sempre più gagliardo.

Solo la Caritas ci sfamerà.
Anche il corona virus tornerà
con l’incubo della seconda ondata,
come era la Spagnola ritornata.

Se emergenza non è questo troiaio
vuol dire che è un fenomeno Di Maio,
che è un cittadino onesto Berlusconi,
che fascista non è Giorgia Meloni,

che Renzi è meglio assai di come appaia,
che non è la Bonino parolaia.
Vuol dire che la Lega ce l’ha molle,
che è Calenda trascinator di folle,

che Zingaretti è uno statista insigne,
che suicida non fu Pier delle Vigne,
che fu ritrosa Eva con Adamo.
Siamo in grave emergenza, non scherziamo.

blog MicroMega, 15 luglio 2020

Top