Vecchia storia: tanta boria non dà gloria

Spunta bonus in busta paga. L’ipotesi di una nuova misura al posto dei tagli Irpef.
(la Repubblica, 24 marzo 2014)
80 euro a rate. Una tantum nel 2014. I soldi veri solo dopo Cottarelli.
(il Fatto Quotidiano, 25 marzo 2014)
“La lotta all’evasione non si fa perché costa 10 milioni di voti”.
(il Fatto Quotidiano, 27 marzo 2014)
Anche Napolitano boccia la spending di Cottarelli.
(ibidem)
210 veicoli in arrivo. Polemica del Movimento Cinque Stelle
“Mentre si svendono le auto vecchie se ne acquistano di nuove per 23 milioni”.
(ibidem)
Sull’omofobia il ministero sceglie la linea di Bagnasco.
(ibidem)
Gli F 35 non si toccano: Obama e Napolitano mettono in riga Renzi.
(il Fatto Quotidiano, 28 marzo 2014)
“Riforme pericolose”, il premier bocciato sulla Costituzione.
(ibidem)
Lavoro. Epifani guida la rivolta: “La legge non passerà”. Ma il premier è pronto a fare delle concessioni.
(la Repubblica, 29 marzo 2014)
“Generale, stai sereno” il cacciabombardiere arriva.
(il Fatto Quotidiano, 29 marzo 2014)

Vecchia storia: tanta boria non dà gloria

Par proprio che il toscan quaraquaquà
dopo tante parole entusiasmanti
nell’affrontare l’ostica realtà
faccia tre passi indietro ed uno avanti.

 

Intanto, al primo inciucio col caimano,
per il qual si sentì parecchio scaltro,
con un crescendo quasi rossiniano
ne stan seguendo tanti, un dopo l’altro.

Un giorno c’è Brunetta a far casino,
un altro c’è Verdini a far bordello,
nel terzo è Toti a fare il birichino,
nel quarto qualche donna fa un macello.

E mentre Forza Italia va in rovina
ed il caimano perde il suo potere,
sempre di più il fiorentin si inchina
nell’obbedienza a chi fu Cavaliere.

Pare il Pd del tutto ormai plagiato
da Renzi nel seguir ogni sua mossa,
al punto che gli inciuci del passato
or sembrano rivoluzione rossa.

Cottarelli partì con entusiasmo
per risparmiare trentadue miliardi,
ma dopo un primo assai fugace orgasmo
si vanno allontanando i suoi traguardi.

Renzi lo tiene chiuso nel Palazzo
per controllare meglio quel che fa
e l’uomo al Quirinal, senza imbarazzo,
gli ha dato l’altro giorno l’altolà.

Il Jobs Act è una specie di Fornero
che piace tanto a Squinzi ed a Sacconi:
recandoti al lavoro pensi: spero…
e alla sera sei fuori dai coglioni.

Continuamente di equità si ciarla,
mettendola in programma per domani,
ma di caccia agli evasori non si parla
per non fare paura agli italiani.

Per gli F 35 e la Difesa
si spendono montagne di quattrini,
quando sarebbe meglio, senza offesa,
usarle per gli asili dei bambini.

Nei giorni pari vendon le auto blu
con aste molto ben reclamizzate,
nei dispari ne comprano di più
con gare pubbliche, ma camuffate.

La pioggia di quattrin per fine maggio
sembra l’Imu di Saccomanni e Letta:
le coperture son solo un miraggio
e la burocrazia non corre in fretta

per trovare come pagar l’importo.
Fino a quando il Senato non si cambia
l’Italicum sta sul binario morto
e non serve nemmeno per lo Zambia.

Un premier un po’ troppo intraprendente
a un Parlamento delegittimato
da un’elezione che non vale niente
l’autorità costituente ha dato,

mancando di rispetto alla morale
e con l’aiuto di Napolitano,
una “roccia” abusiva al Quirinale.
Poi tutti quanti insieme metton mano

ad una povera Costituzione
non meritevole di tanto affronto,
mentre tace la pubblica opinione.
Si aggiungan poi, ad aggravare il conto,

conflitti di interessi, omofobia
e l’esenzion dei preti dalle tasse
che continua la trista compagnia
a propinare alle silenti masse.

Che sia un bravo politico il toscano
non si direbbe proprio a prima vista
e in una gara il malfattor caimano
gli darebbe due o tre giri di pista.

blog MicroMega, 31 marzo 2014

Grillo e il Nonno Costituente

Boldrini “ghigliottina”. M5S occupa Montecitorio.
(il Fatto Quotidiano, 30 gennaio 2014)
Il regalo alle banche di 4,2 miliardi.
(ibidem)
Parlamento, la guerra di Grillo.
(la Repubblica, 31 gennaio 2014)
Insulti sessisti, le deputate denunciano il grillino.
(ibidem)
Il M5S chiede l’impeachment. “Napolitano viola la Costituzione”. Ma il gruppo al Senato si spacca.
(ibidem)
Quell’insulto da Olgettine per le deputate Pd.
(il Fatto Quotidiano, 31 gennaio 2014)
Grillo, assalto web alla Boldrini.
(la Repubblica, 2 febbraio 2014)
La rete vomita sulla Boldrini.
(il Fatto Quotidiano, 2 febbraio 2014)
Tutti contro Grillo: “Barbarie!”
(la Repubblica, 4 febbraio 2014)
Gli eletti di Grillo annunciano un nuovo ostruzionismo sui prossimi decreti e lasciano la Commissione contro l’ennesima fiducia del governo sullo svuota-carceri.
(il Fatto Quotidiano, 4 febbraio 2014)

Grillo e il Nonno Costituente

Povero Grillo, come si è sbagliato!
Credeva un vaffanculo sufficiente
a migliorare un poco questo Stato,
ma non aveva, ahimè, capito niente.

Si era illuso di lavorare solo
con giovani di buona volontà:
“Usi il pc? Sei candido? Ti arruolo,
e in un amen l’Italia cambierà!”

Credeva che il linguaggio di un buffone
valesse pure fuori dalla scena,
ma il Parlamento è pieno di persone
che son come pagliacci nell’arena.

Credeva di dirigere a bacchetta
la giovane e inesperta compagnia,
come fa coi suoi fan un capo setta,
ma non è questa la democrazia.

Credeva soprattutto che una stalla
si potesse pulir senza sporcarsi,
qua e là volando come una farfalla
che non ne vuol sapere d’immerdarsi.

Considerato alieno dalla casta,
tutti quanti gli son volati addosso
con profusion di “Mai!”, di “Zitto!”, “Basta!”
e col “Bum!”non sentito dal Re rosso.

Prender botte da orbi quotidiane
al suon di “No!” a leggi e emendamenti
richiederebbe uno sforzo immane
per evitare quei comportamenti

che sono quelli che la casta vuole
per farsi, come sempre, i fatti suoi.
Parte l’insulto e, chiaro come il sole,
si scatenano i luridi avvoltoi

che le forme condannano soltanto
per celar le ragion della protesta.
Ed allora sparisce per incanto
la mossa ingannatrice e disonesta

che nel medesimo decreto ha messo
lo stop all’Imu con gli sghei alle banche:
con un man si dà la mancia al fesso,
con l’altra gli si fregan le palanche.

Come avviene per il “vuota-prigioni”:
enfasi sulle furie dei grillini,
silenzio sui banditi e i mascalzoni
che faranno ciao, ciao ai secondini.

Eppure, Grillo offende il Parlamento!
Quello che il boss del Colle e il suo codazzo,
il bocconian ed il pisan talento,
han fatto sì che non servisse a un cazzo,

a colpi di fiducie e di decreti.
Quello che il flirt fra Renzi e Berlusconi,
prodotto dagli inciuci consueti,
ha ridotto a votanti pecoroni.

Da osservatori, certo non da fan,
un grande encomio va concesso a Grillo
per l’impeachment che vuol per il sovran
che, travestito da nonnetto arzillo,

è andato contro la Costituzione.
Questa accusa verrà presto respinta,
ma una domanda per lo men la pone:
“Fino a quando faranno tutti finta

che la Repubblica parlamentare
che i Padri della Patria ci hanno data,
sotto i colpi portati dal compare,
non sia presidenziale diventata?”

La moral della storia è brutta assai.
Beppe Grillo ha sbagliato quasi tutto
ed al futuro voto saran guai,
per la patente di gran farabutto.

Ma ha visto giusto su Napolitano
che all’inizio partì come Morfeo
e alla fine ha fregato ogni italiano,
proprio come un guaglion partenopeo.

blog MicroMega, 8 febbraio 2014

Dal Porcellum al Crinettum

Alla Consulta già affiorano i dubbi. “Mai dato l’ok alle liste bloccate”. E’ alto il rischio che la nuova legge possa finire di nuovo davanti alla Corte. Perplessità anche sulla soglia per il premio.
(la Repubblica, 21 gennaio 2014)
Renzi-Berlusconi, ecco la riforma. Accordo sulla soglia al 37%.
(la Repubblica, 30 gennaio 2014)
Alessandro Pace. “Si deve arrivare al 40%, così la Costituzione è lontana”.
(ibidem)
“E per la prima volta si saprà chi ha vinto”.
Premio di maggioranza, sbarramento, ballottaggio, ecco l’Italicum.
(ibidem)
La minoranza dem non arretra. “Questa legge non va, la cambieremo.
Cuperlo: “Obiezioni sulla costituzionalità”. Sel e piccoli partiti sulle barricate.
(ibidem)
“Renzusconi”: c’è l’accordo, ora si aspetta l’inganno.
(il Fatto Quotidiano, 30 gennaio 2014)
Legge elettorale al debutto in aula. Sel e Lega: tornare in commissione. Presentati 400 emendamenti. L’incognita delle votazioni.
(la Repubblica, 31 gennaio 2014)

Dal Porcellum al Crinettum

Malgrado i Don Abbondio e i tanti bravi,
il bel sogno d’amore è ormai realtà
e, fra un fiorir di messaggin soavi
e promesse di eterna fedeltà,

i due son già ben oltre il ritual sì.
Forza Italia, la sposa chiacchierata
e il suo vecchio e cornuto amor Pd
han partorito il bis della porcata:

la legge elettorale con la qual
ritorneremo alla democrazia!
Il nonno che gioisce al Quirinal
si è sistemato già alla scrivania

con la sua penna ed il regal sigillo
e si allena a firmar con gli svolazzi.
E, come nel passato, assai tranquillo,
senza remore, dubbi né imbarazzi

nel firmar leggi che per la Consulta
non rispettano la Costituzione.
Infatti nonno Giorgio proprio esulta:
“Son lieto di firmar questo bidone

che alla democrazia vuol dar l’assalto.
Liste bloccate, senza preferenze?
Soglia bassa con premio troppo alto?
Dei piccoli partiti le esistenze

azzerate da maxi sbarramenti?
Con l’eccezion per quello della Lega,
partito dei padani indipendenti?
Lasciatemi esclamar: Chi se ne frega?

Quando la Corte Costituzionale
questa nuova porcata boccerà
sarò molto lontan dal Quirinale
ed in ancora più avanzata età”.

Il Porcellum, Crinettum diventato,
già muove i primi passi in Parlamento,
prima alla Camera, dopo al Senato,
dove lo punta un folto schieramento

di donne non difese dalla norma,
di senator vicini all’estinzione,
di partitini avversi alla riforma,
di grillini in eterna agitazione,

di ostili minoranze del Pd.
Sono i famosi franchi tiratori
che nel segreto invece di dir sì
tenteranno il Crinettum di far fuori.

“Finalmente sapremo chi avrà vinto!”
esclama Renzi fiero della legge
che ha partorito col briccone tinto,
fra gli applausi scroscianti del suo gregge.

Il poveretto ancor non ha capito
che se la legge un dì arrivasse in porto
non vincerebbe certo il suo partito,
ma, al primo turno già, il caiman risorto

il quale, con le abitual maniere,
assolderà gli amici della Lega,
alfanidi, dc, camicie nere,
vincendo il premio. “Svegliati, stratega!”

blog MicroMega, 3 febbraio 2014

Top