Casellati a caccia della poltrona

Casellati a caccia della poltrona

Si può dire che è un portento:
ben sei volte in Parlamento
con sequenza leggendaria,
col bis sottosegretaria,

membro laico al CSM
e poi, gemma fra le gemme,
presidente del Senato,
mai una donna nel passato.

Buon sentore di Chanel,
bella casa, due gioiel
come Alvise e Federica,
beltà veneta all’antica,

ricca di nomi, cognomi,
cameriere e maggiordomi
fuma light, drinks Margarita.
Tante gioie dà la vita

alla Alberti Casellati
ma, malgrado i risultati,
se vuol essere rieletta
rifar deve la gavetta

e da nobil padovana
si trasforma in molisana.
Del Campiello addio al galà,
a Potenza se ne va

per la caccia alla poltrona
che da sempre la appassiona.
“Fino al voto starò qui
per scoprire tutti i dì

la beltà di questa terra.
Il suo fascino mi afferra!”
Altroché l’Elba, Cortina
e del Forte la marina…

Il tour parte da Potenza
dove arriva Sua Eccellenza
per giocar la sua partita
en beauté, bianco vestita,

orecchini chandelier,
sopracciglia con l’henné
e il fedel portaborsetta
che con Palma già l’aspetta

poiché l’ex guardasigilli
fa che lei in Molise brilli.
Come segno di affezione
le han donato un peperone

che è un locale talismano.
Da Potenza va a Filiano:
la kermesse del pecorino
è l’orgoglio cittadino

e ne visita ogni stand
per promuovere il suo brand.
A Viggian corre alla fiera
della Madonnina nera.

la patrona dei lucani,
che farà lieto il domani
della dama alle elezioni.
Sant’Antonio la perdoni.

Poiché a Padova è potente
ma in Molise non val niente,
questa astuta gentildonna
si è affidata alla Madonna!

Pubblicata su Domani dell’8 settembre 2022
e sulla rassegna stampa della Camera dei deputati

Il trio sciagura

La corsa della Meloni (e la rincorsa dei due).
(il Fatto Quotidiano, 28 agosto 2022)
Salvini. Il leghista “copia” l’agenda della leader però crolla nei sondaggi.
(ibidem)
Berlusconi. Il manuale ai candidati. “Non parlate mai di Giorgia premier”.
(ibidem)

Il trio Sciagura

Il trio Sciagura con Giorgia Meloni,
Matteo Salvini e Silvio Berlusconi
si appresta a governare il Belpaese
con le elezion che si terran fra un mese.

Tutti i sondaggi son molto impietosi
e i dem soltanto, falsi speranzosi,
fan finta di aspettarsi la vittoria
fra una baruffa e una giaculatoria.

La Meloni si vede già premier
e avverte Mattarella: “Presidé,
non è che poi se vinco tu mi freghi
e per palazzo Chigi un altro impieghi…”

Degli alleati non si può fidare
con Salvini già pronto a tentennare:
“Prima si voti e dopo Mattarella
ci sfornerà la sua miglior ciambella!”

Nel frattempo in campagna elettorale
insegue Giorgia come una rivale:
lei parla nelle Marche e corre in Puglia?
In Puglia e nella Marche lui farfuglia.

Lei va in Sicilia a fare i suoi sermoni?
Matteo la segue per le sue concioni.
Pur sui social si appropria dei suoi temi:
gli stessi quotidian mini problemi,

la stazione che è piena di immigrati,
la vergogna dei cani abbandonati
e i giovani che sniffan cocaina.
Nei sondaggi Salvini sta in cantina

ma si illude che Forza Italia e Lega
prendano un voto più della collega
e dopo si vedrà cosa succede
e chi sarà di Super Mario erede.

Per l’altro socio Silvio Berlusconi
non sembran susseguirsi le stagioni.
È già un quarto di secolo passato
ma per il Cavalier nulla è cambiato:

ai pensionati gratis le dentiere,
nei tribunal divise le carriere,
per la Sicilia il Ponte sullo Stretto,
agli evasori il solito buffetto,

men tasse da pagar per tutti quanti
e organizzare più cene eleganti.
A chi si candida vien consegnato
Il manual del bravo candidato:

dress code, gestualità, sguardo, postura,
per denti e ascelle diligente cura,
mai dir che la Meloni andrà al potere,
i trionfi lodar del Cavaliere

e sempre dir che la vittoria in vista
arriva perché Silvio è sceso in pista.
“Cara Giorgia, son questi gli alleati
coi qual goder dei buoni risultati.

Ma ricorda: sei fuori dal sistema
per il quale pertanto sei un problema.
Il traguardo non è arrivare al top
ma l’evitare lo scontato stop.

L’ombra di Draghi ti accompagnerà
e la melassa ti imprigionerà.
Quando qualcuno arriverà col cappio
con fiamma tricolor fuggi a Predappio”.

Comunione e Acclamazione

Comunione e adulazione.
(il Fatto Quotidiano, 25 agosto 2022)
Draghi si loda da solo ma non la conta giusta.
(ibidem)
Draghi riparte da Rimini e già medita di tentare un nuovo assalto al Colle.
(ibidem)
Segnali a Letta e Meloni. Il passo di lato del premier ma per restare centrale.
(la Repubblica, 25 agosto 2022)

Comunione e Acclamazione

È giunto puntual come il destino
a Rimini quel Meeting di Cielle
che scatena ogni anno un gran casino
con selfie, acclamazioni, passerelle,

bla bla ministerial, ceri, rosari,
fruscio di banconote ed omelie.
Si disse: “Più valori e meno affari!”
ma erano le solite bugie.

Ai fan di Comunione e Acclamazione
da più di quarant’anni piace assai
l’applauso più entusiasta a quel padrone
che nel momento sta facendo guai

nonché a plotoni di falsi statisti,
voltagabbana ed intrallazzatori,
parolai ed eterni democristi,
puttanieri in calore, professori.

Hanno applaudito Silvio Berlusconi,
Giulio Andreotti, Enrico Letta, Monti,
De Michelis, Martelli, Formigoni,
Pivetti, Cuffaro, Craxi, Tremonti,

Cossiga, Biondi, Prodi Mortadella,
il Bomba Renzi, Napolitan, Bersani,
Veltroni Walterloo, Boschi, Mastella,
D’Alema, Bossi, Amintore Fanfani.

Riassunto in tre parole: cani e porci.
È il ventiquattro agosto in calendario
e dopo tutti questi bei catorci
a Rimini è arrivato Super Mario,

venuto per narrar la sua versione
sulle azion del suo splendido governo
ai fan di Comunione e Adorazione
che gli dimostrano amore eterno.

Standing ovation, grida, acclamazioni,
onde d’affetto in entrata e uscita,
scrosci di battimani, invocazioni,
per il migliore giorno della vita

nell’attesa di un altro imbonitore
o imbonitrice, visto il triste andazzo,
da fare santa col più grande ardore
senza mostrare il minimo imbarazzo.

Il Miglior si santifica da solo:
risorsa nazional, numero uno,
salvatore dal Covid con Figliuolo,
gestore di quattrin come nessuno

che salva la Nazion dalla rovina,
garante nei confronti della Ue,
difensor della povera Ucraina
grazie alle armi che mandiamo, ahimè.

Talmente bravo che Miss Alalà,
pur senza un’esperienza di governo,
l’Italia certamente condurrà
assai lontano dal temuto inferno.

Comunque Super Mario non sbarazza
ed in caso il sistema lo richieda
una nuova ammucchiata ci ramazza,
ovvio senza bisogno di una scheda.

È il fine del Pd: stare al governo
pur dopo una disfatta alle elezioni,
alla ricerca dell’inciucio eterno
con i cattivi fuori dai coglioni.

Addio Giorgia, saluti ai Cinque Stelle,
con Draghi riscendiamo dal Calvario
e a Rimini coi santi di Cielle
ci ritroviam fra un anno. Giù il sipario.

29 agosto 2022

Top