Il bufalaro verde

Il podio. Il dramma di Matteo, solo terzo in classifica: non funziona più nemmeno come bufalaro.
(il Fatto Quotidiano, 7 maggio 2020)

Il bufalaro verde

Di balle in veste di propalatore
ne ha dette d’ogni tipo e ogni colore,
ciononostante per la Bbc
erano balle sol così così

e tali da negargli il primo posto
se a veri fuoriclasse contrapposto,
campioni come Trump e Bolsonaro
a confronto dei qual sembra un somaro.

Di bufale sul covid diciannove
se ne sono sentite in ogni dove
e il Capitano ha fatto la sua parte
poiché per lui le bufale son arte.

Bolsonaro che parla di influenzetta?
Di Donald Trump la terapia perfetta
di endovenose con la candeggina?
Lui controbatte con la sua manfrina

sull’apri-chiudi, degna d’un museo
che ha nella collezione un bel cammeo.
Ventun febbraio: “Chiudere il Paese!”
Sei giorni dopo esclama il bell’arnese:

“Bisogna aprire tutto e con gran fretta!”
Dieci di marzo, il Capitan cinguetta
con l’attenzion di un’amorosa balia:
“All’istante dobbiam fermar l’Italia!”

“Chiudiam l’Europa!” tuona il giorno appresso.
Il quattro april: “Apriamo le chiese, adesso!”
Ed il quattordici: “Riapriamo tutto!”
Due giorni dopo, ancora in pieno lutto:

“E’ tempo di riaprir la Lombardia!
di Fontana e Gallera in compagnia.
Il nostro leader alla robiolina
poi disse che un laboratorio in Cina

ha fabbricato il virus maledetto.
Non ancora contento ha pure detto
che la cura del virus con il plasma
funziona, ma il poter non entusiasma

visto che a quanto par non costa nulla
e senza business l’utile maciulla
delle potenti multinazionali
che vogliono guadagni colossali.

Ma non finisce qui poiché Salvini
appoggia i grandi amici meneghini,
Giulio Gallera, al welfare l’assessore
e Fontana, padan governatore,

nell’azione legal contro i cinesi
colpevoli, per la lombarda tesi,
di aver causato questa pandemia
ed ammazzato mezza Lombardia.

Venti miliardi chiedono alla Cina.
E il baciatore della Madonnina,
di rosari, salami e crocifissi
sembra andare ogni dì verso l’eclissi.

Lo ha rilevato pur la Bbc
che al terzo posto in bufale spedì
il bufalaro verde diventato
un Renzi con più ciccia e meno fiato.

Senza citofoni, senza barconi,
fa il capo di una banda di pirloni
che riempie camposanti in Lombardia
con Pater, Ave, Gloria e così sia.

blog MicroMega, 14 maggio 2020

La voce del padrone

Pliiiss to my frend”, il gran “tiater” di Renzi sulla Cnn.
(il Fatto Quotidiano, 17 marzo 2020)
Corona virus. Renzi controcorrente: apriamo, col virus bisogna convivere.
(Avvenire, 28 marzo 2020)
Quoziente zero.
(il Fatto Quotidiano, 29 marzo 2020)

La voce del padrone

Parlar male dell’Italia?
E’ una cosa che lo ammalia.
Parlar male del governo?
Con gran gioia e grande scherno.

Parlar male del premier?
E’ più dolce di un bignè.
Giorni fa alla Cnn
col suo inglese non indenne

mise in guardia il mondo intero:
“Se l’Italia è un cimitero
è il governo che ha sbagliato
ed ha sottovalutato

questo virus sconosciuto,
troppo tempo si è perduto!
Se non fate i nostri errori
riuscirete a starne fuori.”

Il toscan grillo parlante
col suo ego tracotante
e i suoi sfoghi fanfaroni
ha stancato i giornaloni

che lo fanno stare zitto.
Angosciato, il tosco guitto
si è rivolto con ardire
nientemen che all’Avvenire

il qual con pietà cristiana
veramente sovrumana
ha lanciato Renzi in scena:
“Basta con la quarantena

o la vita n’è sconvolta
ed arriva una rivolta,
canti e suoni sui balconi
diverran presto forconi

con la speme trasformata
in protesta disperata!”
Dei padroni il servitore
blatera senza pudore:

“Basta braccia al sen conserte,
Pasqua con fabbriche aperte
e una gran scossa fiscale
per il lucro padronale!

Dopo Pasqua stop agli ozi!
Tutto deve aprir: negozi,
bar, parrocchie, ristoranti
e una manna di contanti

giunga a pioggia a chi n’è senza.
Mutui? C’è la Provvidenza
come per bollette e tasse”.
E se ancora non bastasse:

“Scuole aperte il quattro maggio!
E’ il momento del coraggio,
non della burocrazia.
Moduli e permessi: via!

Meno certificazioni
e per tutti più tamponi,
una punturina al dito
e il controllo è garantito!

Maschere, gradualità
ed il metro che si sa
saran l’assicurazione
contro il virus mascalzone”.

Giungon tal pareri accorti
col feral record dei morti,
mille, in cerca di una tomba
mentre a cazzo ciancia il Bomba.

Più che il Bomba questo è un bamba
e un dottore molto in gamba
serve al baldo giovanotto.
“Pronto, hello, 118?”

blog MicroMega, 2 aprile 2020

No, grazie

Lo spread, i timori delle cancellerie e ora lo scenario del Financial Times: “Il Paese rischia l’uscita dall’euro”.
Ma per esperti e sondaggisti lo spettro non si traduce in consensi per la stabilità.
Per chi vota la paura? Urne, conti e mercati, cresce l’allarme Italia. Perché può aiutare più i No che i Sì.
(la Repubblica, 22 novembre 2016)

No, grazie

Se No dicono i sondaggi
è il momento di esser saggi
e non dar per già avvenuto
che il ducetto sia fottuto.

Nella stanza dei bottoni
c’è una banda di cialtroni
pronti ad ogni colpo basso
purché il No giunga al collasso.

C’è lo spread che è risalito,
ogni giorno c’è il ruggito
di un infam potere forte
che pronostica la morte

della nostra economia.
La nutrita compagnia
si infoltisce a vista d’occhio
per salvar Renzi Pinocchio.

Le internazionali banche
non appaiono mai stanche
di lanciar funesti allarmi.
J P Morgan, fra i gendarmi,

vuol che la Costituzione
sia gettata in un bidone.
Confindustria fu assai lesta
nel predire la tempesta

con il Pil che va a puttane
e la gente senza pane.
Le cancellerie straniere
fanno in tutte le maniere

tifo per il ragazzotto:
se la stan facendo sotto
Merkel per il suo futuro
che non è così sicuro

e Barack per un presente
spaventoso e sconvolgente.
Bankitalia fa del voto
un temuto terremoto:

“C’è gran volatilità,
addio alla stabilità!”
Dà il suo fiato alla cagnara
il Financial Times che spara:

“Con il No fuori dall’euro!”,
da ricorrere alla neuro.
E il Wall Street Journal proclama:
“Col No cambia il panorama,

per chi investe è un vero insulto
che lo porterà al tumulto!”
Ai cialtroni forestieri
poi si aggiungon battaglieri

anche quelli nazionali,
altrettanto micidiali:
Padoan con Sergio Marchionne,
incrollabili colonne,

bravi con le loro imprese
nel distruggere il Paese
ed infine Giorgio Re,
il burattinaio che,

da napoletano scaltro,
con un golpe dopo l’altro
ci ha portato fino qui
per terrore di un cri cri.

Questi infami consigliori
che il No voglion fare fuori
aman la stabilità,
che è melassa in verità,

nella quale ci hanno immersi
dopo che ci siamo persi,
mentre fan gli affari loro,
con il wellfare il lavoro,

l’istruzione,la Giustizia,
la politica milizia,
la salute dell’ambiente
e un futuro almen decente.

Nessun sembra aver capito
che, pur se rincoglionito,
oggi al popolo italiano
Padoan, Napolitano,

giornalon, cancellerie,
banche, Ue, burocrazie
ormai fan sol rabbia e schifo
e pertanto il loro tifo

contro il No è la giusta spinta
per aver battaglia vinta
contro il Sì della melassa
di una casta satanassa.

blog MicroMega, 25 novembre 2016

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