San Matteo e l’arcangelo Michele

Renzi al generale al telefono: “Letta incapace, B è con me”.
(il Fatto Quotidiano, 10 luglio 2015)
Guardia di Finanza, schiere di democrat per Adinolfi. Messaggi e cene per aiutare l’amico.
(ibidem)
Dalla Provincia a Palazzo Chigi, tutti i guai e i pasticci di Renzi.
(il Fatto Quotidiano, 12 luglio 2015)
“Adinolfi favorì Renzi, ora la Procura indaga.
(il Fatto Quotidiano, 28 agosto 2015)
Tutti i finanziamenti a Renzi. Ecco le denunce dimenticate.
(il Fatto Quotidiano, 29 agosto 2015)

San Matteo e l’arcangelo Michele

Strano, ma nessun ne parla.
Han beccato Mister Ciarla
a parlare al cellulare
con Michele, un suo compare

alla Guardia di Finanza.
Adinolfi è un uom di panza
che a Firenze fu per anni
di boss regional nei panni,

di Matteo già grande amico,
prima che fottesse Enrico,
grazie a Lotti, il lampadina.
Matteo Renzi che combina

con l’amico al cellulare?
Gli racconta il triste affare
dell’enricostaisereno
che ti fotto in un baleno!

“Il premier è un bravo ragazzo,
però non combina un cazzo,
non sa proprio fare niente
e sarebbe un Presidente

molto adatto per lo Stato.
Con Re Giorgio ne ho parlato:
“Lo cacciamo da premier
e gli promettiamo che

quando compie cinquant’anni
vestirà i tuoi stessi panni,
al tuo posto in Quirinale”.
Giorgio ci è rimasto male,

poiché troppo tempo manca
e lui che già adesso arranca
vuole dar le dimissioni.
Perciò tutti i dì son buoni

per cacciare dal Palazzo
Letta Enrico e poi mi piazzo”.
Adinolfi n’è estasiato,
Letta non gli è mai garbato

poiché da premier gli nega
quella altissima cadrega
della Guardia di Finanza
che lui vuol con arroganza.

Per la gioia quasi schiatta:
“Ti ho mandato una cravatta
dai colori rosso e nero
con l’augurio più sincero

per il compleanno d’oggi.
Spero ben che tu la sfoggi,
un cadeaux non si rifiuta”.
E “Ciao stronzo!” lo saluta.

“Pensar mal sembra un peccato,
ma sovente non è errato…”,
disse un dì Giulio Andreotti,
grande amico di picciotti.

Perché dei copiosi esposti
sugli strappi molto tosti
di Matteo, alla Procura
nessun mai si prese cura?

E l’affitto non pagato
a un amico assai gravato
dal conflitto di interessi?
Perché tutti pesci lessi

sulle tante associazioni
e le strane fondazioni
fatte con i suoi compari
alla caccia di denari?

Perché tanta soavità
sui problemi del papà,
fra gestioni furbacchiotte,
intrallazzi e bancarotte?

Non sarà che il buon Michele,
con le massime cautele,
abbia soffocato tutto
per salvare il tosco putto?

Chi ha fermato la Procura?
Adinolfi o addirittura
l’ex Procurator Quattrocchi
che ha trovato nuovi sbocchi

e, approdato alla pensione,
guarda la combinazione,
fa in Comune il consulente
di un Nardella un po’ scadente?

Ora la Procura indaga.
Sanerà la vecchia piaga?
La Giustizia l’avrà vinta
o sarà una cara estinta?

blog MicroMega, 31 agosto 2015

Achtung, dorotei!

Tra “verifiche”, “vertici” e “pregiudiziali” la Prima Repubblica cala sui quarantenni.
(la Repubblica, 8 gennaio 2014)
Matteo a testa bassa contro Palazzo Chigi: “Basta figuracce, siamo i loro badanti”.
(la Repubblica, 9 gennaio 2914)
Il caso De Girolamo accelera il rimpasto. Letta: “Si decide tutto dopo giovedì”.
Spunta l’ipotesi di una crisi pilotata.
(la Repubblica, 13 gennaio 2014)
Dal rottamatore al doroteo.
(il Fatto Quotidiano, 14 gennaio 2014)
Il segretario Pd attacca il governo: “In questi mesi ha fatto poco”.
(la Repubblica, 15 gennaio 2014)
Napolitano al premier: Rimpasto? Quello caccia tutti.
(il Fatto Quotidiano, 16 gennaio 2014)
Renzi-Letta, duello senza fine.
(la Repubblica, 17 gennaio 2014)
Renzi: “Falliti, vado da Silvio”.
(il Fatto Quotidiano, 17 gennaio 2014)

Achtung, dorotei!

Questo governo ormai vaga in mutande,
coi tempi che si allungano ogni giorno,
fra chiacchiere superflue e miserande
col vuoto in mezzo e tanto nulla intorno.

Gli incontri fra chi conta non si fanno,
si mandano messaggi trasversali
e i quarantenni sembrano un malanno
come i loro antenati, tali e quali.

I vecchi riti sono ancora qui,
è solo il loro nome che è cambiato:
il patto Renzi-Letta-Ncd
è la verifica del tempo andato,

oggi detta contratto di governo,
di coalizione o accordo alla tedesca.
Mentre si approssima l’orrore eterno
che era il rimpasto, una specie d’esca

per fare sì che il popolino abbocchi
e creda che due o tre ministri nuovi
faccian d’un fesso un premier coi fiocchi
che dei problemi le soluzioni trovi.

Il governicchio dalle larghe intese,
ormai ridotto a un Quattronani-Letta,
non cambierà fin quando il vecchio arnese
di far dal Colle la badante smetta.

Anche Renzi si è detto la badante
di un premier che val come il due di coppe,
anche se fa la voce roboante.
Ma due badanti sono proprio troppe.

La vecchia lo vorrebbe congelato
fino alla fine del semestre Ue,
alla stabilità sol dedicato,
in attesa non si sa ben di che.

Mentre la giovane, piena di ardore,
vorrebbe sol fregargli la poltrona,
senza dare nell’occhio, con l’amore
della badante che ti si affeziona.

“Questo governo ha fatto proprio poco!”,
sussurra Renzi col ditino alzato
e “Quello del rimpasto è un vecchio gioco
al quale mai mi sono appassionato.

Tocca a Letta decidere il da farsi,
se vuole migliorare il suo governo
sostituendo dei ministeri scarsi…”.
Il tutto con un sorrisin di scherno.

Il già rottamator Renzi Matteo,
vero erede di stirpe democrista,
obliquo, trasversale, doroteo,
sorridendo dissimula, depista.

Una battuta,un tweet, una frasetta,
un silenzio eloquente ed un sorriso
fanno capir che per Enrico Letta
traballa la poltrona dove è assiso.

Non è fantapolitica pensare
che, oltre ad un rimpasto dei ministri,
anche Letta si possa rottamare
qualora un calcio in cul gli somministri

col suo piede regal Napolitano,
nominando premier Renzi Matteo.
Chissà che il comunista oggi sovrano
a un tratto non diventi doroteo.

blog MicroMega, 20 gennaio 2014

Agganciare la ripresa

Agganciare la ripresa. Da 30 anni è il mantra che salva i governi.
Letta usa le stesse parole di Craxi, De Michelis, Ciampi, Berlusconi ecc ecc. “Non si può far cadere l’esecutivo, altrimenti perdiamo il treno…”.
(il Fatto Quotidiano, 24 agosto 2013)
Saccomanni: “Il 2014 sarà l’anno della svolta, con ripresa più solida e meno tasse, ma senza stabilità si rischia”.
(la Repubblica, 6 gennaio 2014)
Un piano export per rilanciare la ripresa.
(la Repubblica, 8 gennaio 2014)

Agganciare la ripresa

Il fatto di agganciare la ripresa
è una storia che dura da trent’anni,
ma lungo il corso della vana attesa
mai un aggancio, solo tanti inganni.

E’ l’incubo di chi vuole cambiare.
Disoccupati, poveri, aziendine,
l’opposizion che aspira a governare,
si son sentiti dire senza fine:

“C’è da agganciare la ripresa, zitti!”
Gli ultimi son Napolitano e Letta,
i qual di Renzi dagli attacchi afflitti,
ripetono la solita frasetta.

La cosa non ha senso, ma funziona
dal giorno in cui, con socialista slancio,
sferrò Bettino dalla sua poltrona
al costo del lavoro un duro gancio.

Ne parlò Gianni, avanzo di balera,
prima che tangentopoli scoppiasse,
ne riparlò Marini, sempre a pera,
quando Silvio divenne capoclasse.

Del governo di Massimo D’Alema
da ministro, lo preannunciò Fassino
ed anche Azeglio Ciampi, pur emblema
di un modo d’essere adamantino.

Lo avvistò Siniscalco, il post-Tremonti,
nonché, per ben due, volte Capezzone
il quale ai credulon sempre più tonti
vantava i meriti del Capellone.

La Carfagna nel dieci ne parlò,
quando per colpa di Gianfranco Fini
quasi quasi Berlusconi si eclissò.
Ne riparlò perfino la Gelmini,

la qual spiegò come il premiér magnate
per garantir l’aggancio alla ripresa
avesse lavorato nell’estate,
lasciando le Olgettine nell’attesa.

Lo preannunciò anche Silvio Berlusconi,
vantando finanziarie senza tasse,
senza stangate, senza imposizioni
al fine che da noi non deragliasse

la ripresa dagli Usa già agganciata.
Insomma, questo aggancio è una chimera,
la vision di una mente allucinata
che chi ha il potere e di tenerlo spera,

utilizza per far che nulla muova
e chi è in basso lavori come un mulo
che un attimo di tregua giammai trova.
L’aggancio alla ripresa? Per il culo!

blog MicroMega, 10 gennaio 2014

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