La triste storia del governo Draghi

Il Papeete di Draghi: si è sfiduciato da solo. Dimissioni respinte da Mattarella che lo manda alle Camere.
(il Fatto Quotidiano, 15 luglio 2022)
Interferenze straniere: Usa e Ue votano Draghi.
(il Fatto Quotidiano, 16 luglio 2022)
La voce dei Padroni ordina: “Draghi resti”.
(il Fatto Quotidiano, 20 luglio 2022)
Sono sempre i Migliori quelle che se ne vanno.
Draghi si autoaffonda: prende a calci M5S e Lega che non lo votano.
(il Fatto Quotidiano, 21 luglio 2022)

La triste storia del governo Draghi

Un error fra i più gravi e i più frequenti,
che fan talvolta pure i presidenti,
è il pensare che un bravo specialista
rimanga bravo quando scende in pista

per fare, in qualche campo, il capoccione.
I ruoli son diversi: il sapientone
sa tutto della sua specialità
ma di altre cose cognizion non ha,

mentre il gran capo ha sì di tante cose
informazioni un po’ all’acqua di rose,
ma sa cosa vuol dire mediazione,
cosa vuol dir trattar con le persone

anche qualora gli interlocutori
sian cani e gatti, baccaglion notori.
Scegliendo Draghi Sergio Mattarella
ha fatto senza il buco la ciambella.

Emissario dell’ultraliberismo,
dei padron servo fino all’eroismo,
guerrafondaio al massimo livello,
degli Usa appassionato damigello,

al top Draghi sarà in economia,
pur se è ancor da provare che lo sia,
mentre in politica non è un esperto
ed alle mediazioni non è aperto.

“O fate come dico o me ne vado!”
“Io tiro dritto ed a voi non bado!”
Due i compiti affidati al neo premier:
indirizzare i soldi della Ue

e vaccinare tutti gli italiani.
Draghi ha pensato pure al suo domani:
“Scaduto Mattarella salgo al Colle
e sette anni me ne sto in panciolle!”

Ed infatti a Natal si è candidato:
“I miei due compiti ho terminato”.
Ma qui è successo un grande finimondo
e al Colle si installò Sergio secondo.

“Non mi han voluto i 5 Stelle e Conte.
La pagheranno!” disse il rodomonte.
E contro i 5 Stelle fu anatema
con la brutal riscossa del sistema.

Guerra al reddito di cittadinanza,
transizione ecologica in vacanza,
le trivelle che tornano in funzione,
stop al cash back e a lotta all’evasione.

Di Bonafede la Giustizia a zero.
Il super bonus è un colabrodo! Un cero.
La ciliegina? L’inceneritore
inserito, ma sol per far clamore,

in un decreto con tutt’altri fini.
I miglior son talvolta birichini…
La fiducia non era necessaria,
ma posta per mandare gambe all’aria

i 5 Stelle con Giuseppe Conte
e render più sereno l’orizzonte.
Pur con fiducia a grande maggioranza
si è ahimè dimesso Mister Riluttanza.

In pista lo ha rimesso Mattarella
ma è ben deciso a andarsene il Brighella
che con discorso dai taglienti toni
fa imbufalir Salvini e Berlusconi.

Il governo dei migliori se ne va
della Meloni fra gli eia alalà.
Noi non possiam frenar qualche singulto
e dire con buon cuor: “Parce sepulto!”

pubblicata su Domani del 26 luglio 2022

Centro di nullità permanente

Mastella, Calenda, Giggino & C. Il Centro è solo la fiera dell’Ego.
(il Fatto Quotidiano, 26 giugno 2022)
Sinistra e ambientalisti, nasce “l’alleanza del cocomero”.
(la Repubblica, 3 luglio 2022)
Rossoverdi in campo: valgono il 5%.
(il Fatto Quotidiano, 3 luglio 2022)

Centro di nullità permanente

Pare il centro una splendida chimera
capace di attirare in fitta schiera
i super ego amanti di se stessi
ed i narcisi pieni di complessi.

Per quanto gigantesco il centro sia
li contien come i polli in una stia
ammonticchiati, ostili, litigiosi,
starnazzanti, incazzati, bellicosi.

Centrista storico è quel Mastella
autor della feroce marachella
della caduta di Romano Prodi
che in quei tempi lontani era un Bengodi

vincente contro Silvio Berlusconi.
Adesso il vecchio ras di Ceppaloni
dirige Noi di centro, un partitino
che prende forse il voto del cugino.

Calenda che è arrivato terzo a Roma
e del potere sente già l’aroma
crede di avere ai piedi tutto il mondo.
Azione è il suo partito, di gran pondo.

È Centro democratico Tabacci,
partito pochi voti e tanti abbracci.
Con Base Italia è al centro Bentivogli
più che un partito timidi germogli.

Col veronese Tosi c’è poi Fare
partito strettamente famigliare
ma sufficiente a eliminar Sboarina
e l’aspirante premier Meloncina.

Toti che fu da Silvio preso all’amo
quando fuggì costituì Cambiamo!
e per cambiar fu amico della Lega.
Passato poco tempo, fa congrega

con Luigi Brugnaro che lo ammalia
ed accoppiati fan Coraggio Italia,
partito invero molto sfortunato
perché dopo sei mesi si è sfasciato.

Vinciamo Italia nasce dal casin
e al posto di Brugnaro c’è Marin.
Per fare i nostri giorni meno cupi
Noi con l’Italia crea Maurizio Lupi

che si ispira al Celeste Formigoni
tutto preci, caviale e libagioni.
Giarrusso con De Luca, quel Cateno
che si spogliò in Consiglio in un baleno

Sud chiama Nord partito surreale
hanno creato sotto lo Stivale.
Non può mancare una signora al centro,
di +Europa Bonino è l’epicentro:

vuol più Draghi, più America, più Nato
vuol d’ogni cittadino un buon soldato,
vuol armi per Zelensky e l’Ucraina
ed una bomba atomica in cantina.

Beppe Sala ha aderito a Europa verde
talmente verde che occasion non perde
per cementificare la città.
Anche San Siro un dì demolirà

per rifarlo con molto più cemento
ed ogni costruttore ben contento.
Or Sinistra italiana e Fratoianni
con Verde Europa uniscono gli affanni:

nasce il cocomero Nuove energie
di Cingolani contro le teorie.
Italia viva grazie a Renzi il Bomba
somiglia a un latin lover che non tromba:

è costruita non per governare
ma per dar l’alt a chi lo vuole fare.
Ogni giorno s’avvia col lanciafiamme
e invita i suoi a seguirlo: “Jamme, jamme!”

Infine c’è Di Maio l’atlantista
che contro il capo Conte è sceso in pista.
Con il partito Insiem per il futuro
si dà da far per un sedil sicuro

passando da guaglione bibitaro
ad un Giuda Iscariota poltronaro.
Sono quattordici e non son finiti:
delle correnti han fatto dei partiti,

pensano solamente ai loro affari,
fanno promesse come i marinari,
delle poltrone son sempre alla caccia.
Della politica non c’è più traccia.

23 luglio 2022

Mamma li turchi!

La svolta Draghi-Erdogan ridisegna il Mediterraneo.
(la Repubblica, 6 luglio 2022)
Il patto del grano con l’ok Usa primo passo per fermare le armi.
(ibidem)
Draghi da Erdogan. Il “dittatore”: niente curdi, sì al gasdotto.
(il Fatto Quotidiano, 6 luglio 2022)
Draghi ed Erdogan fanno gli alleati sulla Libia e sull’ingresso in Europa.
(Domani, 6 luglio 2022)

Mamma li turchi!

Sleepy Biden, il boss american
in maggio gli ordinò: “Va’ da Erdogan
e stringi un patto: “Fatti i fatti tuoi
purché dian benefici pure a noi!”

E fu così che il turco dittatore
di Draghi diventò focoso amore.
Cinque ministri ad Ankara portò
e nove protocolli lì firmò

capaci di sbrogliare ogni problema.
“Erdogan ogni cosa ti sistema!”
L’accoglienza fu invero eccezionale:
all’arrivo al porton presidenziale

sorriso di Erdogan con man sul cuore.
Qui parlò turco l’italian migliore:
“Ciao soldati!” si narra che abbia detto
ai militar schierati nel picchetto

fra i colpi a salve dei lontan cannoni
e i battiman, le ole e le ovazioni.
A sera nel palazzo del Sultano
in onore dell’ospite italiano

si impegna la sinfonica orchestrina
sperando si allontani la rovina
col rischio di disastri e di tracolli
grazie al valor dei nove protocolli.

La Libia sarà infin pacificata
da Tripoli a Sirte e a Misurata,
il petrolio risgorgherà dai pozzi
e l’Eni finirà con i singhiozzi.

Col grano che uscirà dall’Ucraina
la pace sarà forse più vicina.
“Strategico valore – dice Draghi –
perché la trattativa si propaghi”.

“Controlleremo insiem le migrazioni
evitando l’arrivo dei barconi…”
ascolta soddisfatta Lamorgese
che ancora non conosce il bell’arnese.

“Il nostro accordo è solida architrave
per cooperare nei settori chiave:
difesa missilistica Samp-T
e tutto il gas che viene estratto qui”.

Draghi ha parlato di diritti umani,
nei quali non son forti gli ottomani,
con la solita frase sussurrata
da tutti i dittatori inascoltata.

Non si parlò dei curdi, guarda caso,
poiché Erdogan non ama i ficcanaso.
Il Mar Mediterraneo oggi è migliore
grazie a Draghi, alla Nato e al dittatore.

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