Il grillino pirlante

Il piano italiano per la pace bocciato da Mosca non è mai esistito davvero.
(Domani, 25 maggio 2022)
Di Maio e quella strana solitudine del piano di pace. La Russia bombarda il documento.
(il Fatto Quotidiano, 25 maggio 2022)
Anche per i russi il piano di pace dell’Italia è solo pura “fantasia”.
(Domani, 26 maggio 2022)

Il grillino pirlante

È stato fino a ieri un bibitaro,
un cinque stelle, un vile poltronaro
che non sapeva usare il congiuntivo
e aveva come unico obiettivo

lo sparare cazzate in quantità
gridando ovunque: “Onestà, onestà!”
Autor d’ogni grillina marachella,
tentò l’impeachment contro Mattarella,

fraternizzò con i gialli gilet,
d’ogni color ne disse sulla Ue.
Cambiò Di Maio col governo Draghi:
idee divennero i pensieri vaghi,

si trasformò in un ministro vero
e da grillin cialtrone e battagliero
passò ai panni di saggio democristo.
Appresi sia il gerundio che l’aoristo,

il campion diventò dei giornaloni
che soltanto i draghiani vedon buoni.
Repubblica lo spaccia mediatore
di Macron e Erdogan certo migliore,

miglior perfin del Papa in Vaticano
nonché di Bennett, il premier israeliano.
Diventa autor di un piano per la pace:
“Cessate il fuoco, col cannon che tace.

Poi la neutralità per l’Ucraina
ed una soluzion altoatesina
con garanzie internazionali
per tutte le question territoriali”.

Scritto e firmato, all’Onu lo presenta
e il piano di Di Maio ahimè diventa.
Draghi con Biden non ne fa alcun cenno
ad evitar che vada fuor di senno

né lo accenna a Zelensky e a Vladimiro
per timor che si sentan presi in giro.
Pur se nessun ne parla ai combattenti
da Ucraina e Russia arrivano i commenti.

“Benvenuta a qualunque iniziativa!”
è la risposta che da Kiev arriva,
ma poi si aggiunge in modo perentorio:
“Va rispettato il nostro territorio

del quale difendiam l’integrità.
No alla cessione di sovranità!”
La proposta dai russi vien respinta
con men diplomazia e ben più grinta:

“Non puoi fornir le armi a un contendente
e nel contempo, come fosse niente,
presentare il tuo piano per la pace
facendo cra cra cra come un batrace.

Il piano sembra pura fantasia.
Non è un prodotto di diplomazia
ma di politica molto piccina
e attenta alla fake news dell’Ucraina.

È un puro flusso di mala coscienza
che ahimè della realtà sembra far senza.
Un politico savio non propone
tali cazzate e se lo fa è un pirlone”.

E il povero Di Maio è sistemato.
Allo stadio San Paolo ritornato,
fra l’una e l’altra curva fa la spola
strombazzando: “Aranciate, Coca Cola!”

Amarcord: il Ponte sullo Stretto

Ponte Stretto, FI ci riprova: solito piano acchiappa-voti.
(il Fatto Quotidiano, 22 maggio 2022)

In vista delle elezioni amministrative del 12 giugno Forza Italia ha presentato al Senato un disegno di legge che rilancia la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

Amarcord: il Ponte sullo Stretto

Iniziò Silvio il reietto
quando un dì da Vespa ha detto:
“Come prova del mio affetto,
italiani, vi prometto

che un bel Ponte sullo Stretto
quanto prima verrà eretto.
Ho già chiesto a un architetto
alle Infrastrutture addetto

che prepari un buon progetto”.
Grazie al Ponte sullo Stretto
conta di essere rieletto.
Poi fu pessimo il verdetto:

il caiman non fu rieletto
ed il Ponte sullo Stretto
Prodi chiuse in un cassetto.
Pochi anni e fu rieletto.

In tivù tornò l’ometto:
“Faccio il Ponte sullo Stretto!”
Da premier non fu perfetto
e nel far di qualche annetto

lo spread fece lo sgambetto
all’ignobile ducetto.
Giorgio Re, a busto eretto,
scelse un uomo di intelletto

per cacciare il bolso ometto
ed il bocconian provetto
fatto capo in fretta, ha detto:
“Io sul Ponte sullo Stretto

la mia faccia non ci metto!”
e lo splendido progetto
ritornò nel suo cassetto.
Elezion. Dopo un annetto

dal suo Colle prediletto
il fenomenal nonnetto
fa premier un poveretto,
Letta, uom serio e corretto,

giovane di bell’aspetto,
ma con il grave difetto
d’essere al potere inetto.
Un destino maledetto

porta di Giorgio al cospetto
un boy scout, grado lupetto
che divien premier provetto.
In funzion del nuovo assetto,

Renzi scrisse il bel progetto,
per le allodole specchietto,
per sanare ogni difetto:
referendum maledetto!

Perché il Sì vinca di netto
e il domani sia perfetto
in tivù disse il ducetto:
“Farò il Ponte sullo Stretto!

Se riaprite quel cassetto
ove sta il vecchio progetto
e lo date a un architetto
che col lapis e il bianchetto

ne corregga ogni difetto,
costruttori, vi prometto
che, se Sì sarà il verdetto
cosicché non mi dimetto,

un secondo non aspetto,
un tweet subito cinguetto
e al mio colpo di fischietto
quel bel Ponte sarà eretto,

senza il minimo difetto,
delizioso nell’aspetto,
antisismico di assetto,
funzional, lungo, perfetto.

Chi vorrà, senza traghetto
in Sicilia andrà diretto
per lavoro, per diletto,
per amore, per affetto,

in un bar per un cicchetto,
un caffè molto ristretto,
un cannolo od un cornetto,
per un polpo nel guazzetto,

per il mare che è perfetto.
A ogni siculo permetto
di viaggiare al Nord diretto
senza l’uso del traghetto.

E poi fanno un bell’effetto
mafia e ‘ndrangheta a braccetto
e pertanto è ben accetto
anche sotto questo aspetto.

Certo, spesso il rubinetto
manda sol qualche schizzetto,
il binario del diretto
corre unico e soletto,

l’autostrada è un trabocchetto,
l’ospedale è un po’ negletto,
ma, spiacente, non defletto
e col Ponte sullo Stretto

spero il Sì raggiunga il tetto”.
Lo raggiunse il No e il progetto
per un Ponte sullo Stretto
è tornato in un cassetto.

ottobre 2016

MicroMega, 3 giugno 2022

Sic transit gloria mundi

Chi l’ha visto?
(il Fatto Quotidiano, 15 aprile 2022)
Sindaci, pm, industriali: tutti mollano SuperMario.
(il Fatto Quotidiano, 16 aprile 2022)

Sic transit gloria mundi

Quando l’amato Sergio Mattarella
Draghi sfornò, col buco la ciambella,
fece gioire tutto l’universo
poiché il domani si annunciava terso.

“Qui è arrivato un fenomeno, un portento,
la star miglior di tutto il Parlamento!”
A buon diritto detto SuperMario,
nelle risposte lesto e lapidario,

tutta efficienza, tutto pragmatismo,
dotato di incredibile attivismo,
lontano dal caotico passato,
un Messia sulla terra è ritornato.

Mettendo nel governo cani, porci
e dei partiti i più gran catorci,
ad eccezion di quel della Meloni,
si illuse di trovar le soluzioni

per governare al meglio il Belpaese
senza tradir le speranzose attese,
ma dopo poco tempo si scoprì
che scopa nuova scopa ben tre dì.

L’erede della Merkel nella Ue
è esperto solamente di dané,
ma governare è tutta un’altra cosa
e in più con una ghenga litigiosa.

Dicendo “Qui finì la mission mia”
SuperMario tentò di scappar via
per diventare capo dello Stato
ma visse il suo Papeete e fu trombato.

Finì il suo sogno e quel degli italiani,
finirono ovazioni e battimani
ed ebbe tutti contro. I magistrati
annunciano lo sciopero indignati

per la riforma infam della Giustizia,
uno schifo e per loro una nequizia.
I sindacati danno l’altolà
perché ha tagliato scuola e sanità.

Sono molto delusi gli industriali:
“Mancano gli interventi strutturali,
stan salendo le tasse sulle imprese
vengon tradite le iniziali intese”.

Anche i sindaci cazziano il Migliore
e Sala lancia un grido di dolore:
“Il governo trascura le città!”
ha sentenziato con un bla bla bla.

Non va meglio con Scholz e con Macron
poiché si è scelto Biden da padron
ed il suo Lukashenko è diventato
col perenne atlantismo che è tornato.

Con l’elmetto e con la mitraglietta
sta correndo con Gentiloni e Letta
per fare della Nato il segretario
di Stoltenberg ancor più temerario.

Manda le armi a Kiev perché la pace
al presidente Sleepy Joe non piace.
Petrolio e gas? “Siam pronti a farne a meno!”
senza coglion restando in un baleno.

Li comprerem da biechi dittatori
a prezzi degli attuali ben peggiori
e soprattutto con il contagocce:
“Siam pronti a rinunciare a termo e docce!”

Ringraziam Matterella che con Draghi
ci fa tornare ai tempi dei nuraghi
poiché il fenomeno fu assai caduco.
Alla ciambella hanno tappato il buco.

blog MicroMega, 10 maggio 2022

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