Giochi pericolosi: adesso il caimano dà l’ok all’esecutivo Di Maio-Salvini, senza la fiducia di Forza Italia.
Ma detta le condizioni: anche sul premier.
(la Repubblica, 10 maggio 2018)
Governo Salvimaio: il contratto avanza e il premier non si trova.
(la Repubblica, 12 maggio 2018)
Al terzo uomo del Salvimaio io dico: “Ti vedo e piango”.
(il Fatto Quotidiano, 12 maggio 2018)
Mattarella avverte i dioscuri: sarà lui il vero contropotere.
(il Fatto Quotidiano, 13 maggio 2018)
Salvini alza il prezzo con M5S e agita lo spettro di Berlusconi.
(il Fatto Quotidiano, 15 maggio 2018)
Se nasce il premier esecutore.
(la Repubblica, 16 maggio 2018)
Governo, ecco il contratto.
(la Repubblica, 17 maggio 2018)
Dilettanti allo sbaraglio
Poiché il fanfaron toscano
il Pd tenne lontano
dagli odiati 5Stelle
ne vedremo delle belle,
visto che fra pochi dì
i grillin si diran sì
con gli orribili leghisti,
i peggior che abbiam mai visti.
Incomincia un tourbillon
di messaggi e di riunion
fra i due giovani virgulti.
In archivio van gli insulti
nonché le promesse ai fan.
“No a chi col brutal caiman
rovinato ha il Belpaese,
con la Lega niente intese!”
tuona il capo dei grillini
ricambiato da Salvini:
“Giammai con i 5Stelle!”
Ora? Amici per la pelle.
Agli antipodi i programmi?
Ti rispondon: “Niente drammi,
sceglieremo fior da fiore
ogni cosa che fa orrore,
tutte insiem le metteremo
e un contratto firmeremo”.
E i ministri chi saranno?
“Metteremo sullo scranno
i migliori fra i soloni
delle nostre Istituzioni”.
E chi andrà a Palazzo Chigi?
“Ci avvarremo dei servigi
di un neutral di qualità,
qualchedun si troverà”.
Si moltiplican gli incontri
fra gli sherpa, i bluff, gli scontri,
le proposte strampalate,
i ricatti, le imboscate,
i via vai al Quirinale
come in un confessionale,
ma il governo non si vede
ed il duo altro tempo chiede
con la base che starnazza.
Mattarella un po’ si incazza
e pur se con far felpato
ai due pirla ha ricordato
a chi tocca fare che:
“Son io che scelgo il premier,
io che nomino i ministri”,
che qualcuno lo registri.
C’è Di Maio che si gloria:
“Siam qui che facciam la storia!”,
mentre l’orrido Salvini
si prosterna negli inchini
al padron riabilitato
che il governo ha autorizzato
purché faccia quel che vuole
lui con tutta la sua prole.
L’uomo di Palazzo Chigi
dovrà far molti prodigi:
il programma non è il suo
ma gli è imposto dal bel duo.
I ministri li ha trovati
in poltrona già piazzati
ed avrà quattro padroni:
Mattarella, Berlusconi,
il grillin Giggi Di Maio
e Salvini. Un ginepraio.
“Questa Tav non s’ha da fare!”
“No, ci vuol, scavar, scavare!”
“Basta con le prescrizioni!”
“No!” inveisce Berlusconi.
“No al conflitto di interessi!”
“Ora basta con gli eccessi!”
“Sempre avanti con la Ue!”
“Prima usciamo e meglio è!”
“La galera agli evasori!”
“Dalle celle stiano fuori!”
“La flat tax è una figata!”
“E’ un disastro, va evitata!”
La moral? Facile dirla.
Un premier sì tanto pirla
non si troverà, perciò:
populisti sciò, sciò, sciò!
blog MicroMega, 18 maggio 2018