Zingaretti, l’eroe dei due mondi

Zingaretti dai dem Usa. “Clinton verrà in Italia a darci una mano”.
(la Repubblica, 13 novembre 2019)
Bologna, Salvini non fa il pieno. “Tutta colpa degli squadristi rossi”.
(la Repubblica, 15 novembre 2019)
Una super commissaria per far partire il Mose.
(ibidem)
Il conclave dei 60 riuniti da Conte non frena le liti sulla manovra.
(ibidem)
Dietrofront di Mittal.” Ilva chiude a gennaio”.
(ibidem)

Zingaretti, l’eroe dei due mondi

Mentre l’Arcelor Mittal
fa dell’Ilva il funeral,
mentre, ahimè, Venezia affonda
poiché grande si fa l’onda

spinta da una forte bora
ed il Mose non c’è ancora,
mentre il capo del governo
vive il quotidiano inferno

di alleati non più tali
che si affrontan coi pugnali
e la legge di bilancio
ogni dì riceve un gancio,

mentre Renzi, il fanfarone
sempre a caccia di attenzione,
gioca a fare il superego
e al Pd dice: “Ti frego!”,

mentre par Gigi Di Maio,
prigioniero nel vespaio
del grillino Movimento,
una foglia secca al vento,

mentre l’orrido leghista
a Bologna scende in pista
con i picchiatori neri
per aver pieni poteri,

stelle e strisce sulla blusa,
Zingaretti vola in Usa
per la ritual leccata:
“Vogliam venga rinforzata

questa atlantica Alleanza
per nutrire la speranza
di un domani assai migliore!”
dice con la man sul cuore.

Un abbraccio alla Pelosi
leader dem fra i più impetuosi,
patriottico festino
con il popolo piddino

di New York ma non soltanto
grazie a Skype che spande il canto:
“Tutti insiem siamo il pilastro
che ci eviterà il disastro

di una destra ch’è sol odio!”
Zinga biascica dal podio
mentre scorda che negli Usa
questa storia si è conclusa

della destra col trionfo:
altroché pilastro, un tonfo!
Ma l’incontro più importante
è con Clinton, il garante

di una rapida riscossa,
giammai con bandiera rossa
ma col falso socialismo
che portò gli Usa al trumpismo

e sua moglie alla batosta.
Bill gli narra della tosta
e in politica un’esperta,
la Lewinsky a bocca aperta…

e lo Zinga, un po’ arrapato,
di Salvini si è scordato,
del caiman, dei fasci neri.
Del domani meglio l’ieri!

blog MicroMega, 15 novembre 2019

Italia viva…se Renzi schiva

Renzi. “Lascio il Pd e sarà un bene per tutti. Anche per Conte”.
(la Repubblica, 17 settembre 2019)
Renzi lancia Italia viva.
(la Repubblica, 18 settembre 2019)
L’ossessione del comando.
(ibidem)
Il leader più odiato ripensa al futuro.
(il Fatto Quotidiano, 19 settembre 2019)

Italia viva…se Renzi schiva

E’ tornato il fanfarone,
radio, web, televisione
ne son pien come al debutto.
Senza freno è il tosco putto.

“Ho deciso, cambio rotta,
il partito mi boicotta
e pertanto vado via
dalla triste compagnia.

Dal dì in cui sono arrivato
un estraneo sono stato
ed un abusivo abietto,
anche se son stato eletto

ben due volte alle primarie
con vittorie leggendarie.
La sinistra non accetta
proprio mai d’esser diretta

da qualcun fuor dalla Ditta.
E’ una regola non scritta”.
“La Sinistra, esiste ancora?
Ed il Centro? Alla buon’ora

voglio andar verso il futuro
che ci aspetta oltre ogni muro.
Non vendetta a truce viso,
ma un addio con il sorriso,

non scission, ma novità,
mutamento, libertà!”
“Con la mia vena creativa
oggi nasce Italia viva,

una casa ove le donne
saran solide colonne,
una casa che propone
spaventosa innovazione,

conoscenza artificiale
e un domani eccezionale!”
“Lieve come una farfalla,
da boy scout con zaino in spalla

io riparto dallo zero,
il futuro è il mio nocchiero
col suo fascino e mi aiuta
su una via poco battuta.

Prima tappa la Leopolda
coi millennials sulla tolda,
esplosione di proposte
coraggiose, buone, toste

e col sol anche se piove.
Parlerem del ventinove
al qual mancano dieci anni
che vivremo senza inganni!”

Così disse con ardore
l’angelo sterminatore
che si spaccia per statista
ma sa far solo il piazzista.

Colui che la gente truffa
proponendo la sua fuffa
con il sound berlusconiano
e lo spirito obamiano.

Il campion dei bellimbusti,
l’uomo dagli slogan frusti
sull’Italia e sul futuro.
Quel ridicolo figuro

che si spaccia per portento
quando sta nel gradimento
dopo Conte e Gentiloni,
Zingaretti e la Meloni,

dopo Gigi, Franceschini,
il caiman, Toti, Salvini.
la Bonino, Di Battista,
lo Speranza comunista

e Calenda uom di panza.
Solo Grillo sopravanza.
L’uomo che si crede pop
mentre è il recordman dei flop,

l’uomo che non è nessun
ma si atteggia a Kim Jong-un.
L’uom da una riforma al mese
che per il sedere prese

gli italiani creduloni.
Con Salvini e Berlusconi
la rovina dell’Italia
che un partito tiene a balia

dal percento miserando
sol per fingere il comando
e esclamare da una plancia:
“L’ego son della bilancia!”

blog MicroMega, 14 ottobre 2019

Lasciate ogni speranza…

Dalle cronache politiche sulla formazione del governo Conte 2, con Cinque stelle, Pd e Leu.
(la Repubblica e il Fatto Quotidiano)

Lasciate ogni speranza…

Quella fra Pd e grillini
che riuniscono i cammini
è una storia burrascosa,
vecchia e più nera che rosa.

Primo a entrare sulla scena
Beppe Grillo fu, a Arzachena
iscrivendosi al Pd.
Fu cacciato in pochi dì

al suon di commi e cavilli:
“Qui non accettiamo i grilli!”
sentenziò Piero Fassino,
aggiungendo birichino:

“Fa un partito, i voti prendi
e in politica poi scendi!”
Poi lo prese, sappiam dove.
Si era nel duemilanove.

Quattro anni avventurosi
e i grillini sono esplosi
col bipolarismo in fum.
Giorgio Re non sente il boom,

ha un progetto: quello di
obbligar Letta e il Pd
a inciuciar col Cavaliere,
coi grillin fuor dal potere.

Sol Bersani fece muro
e, temendo nel futuro
una destra vittoriosa,
coi grillin tentò qualcosa

che sembrasse ad un governo
ricevendone lo scherno
più scorretto e immeritato.
Cinque anni hanno buttato

regalandoli ai marpioni
Letta, Renzi e Gentiloni.
Arrivò così il diciotto
dei grillini con il botto:

voti al trentatré per cento,
un trionfo e il Movimento
col Pd tenta un contratto
per far un governo adatto

al difficile frangente.
Per la terza volta niente!
Prima della Direzione,
senza alcuna discussione

per studiare i contro e i pro
Matteo Renzi dice: “No,
sgranocchiandoci i pop corn
guarderem questo show porn

fra leghisti e cinque stelle,
lieti delle marachelle
che rovinan la Nazione.
Una gran soddisfazione!”

Passa un anno da scordare
con comizi in riva al mare,
con condoni a tutti quanti,
con sevizie sui migranti,

con la guerra alle Ong,
coi grillini signorsì
che si inchinano a Salvini,
con i rubli e Savoini

con litigi, insulti, grida,
con Matteo che si suicida,
Conte che maramaldeggia.
Rapido come una scheggia

fa col buco una ciambella
e convince Mattarella
ad unire in matrimonio
l’acqua santa ed il demonio,

i grillini ed il Pd
che alla fin si dicon Sì!
Giovinezza ed esperienza,
ignoranza e competenza,

la baldanza e la misura,
l’inventiva e la struttura,
l’entusiasmo e i piedi in terra
non si fanno più la guerra

come acerrimi nemici,
ma si accoppiano felici.
Tutto ben per il Paese?
Calma, pian con le pretese

e il fidarsi dei partiti:
già ci sono i primi attriti
su giustizia e prescrizione,
sulla lotta all’evasione,

sulla legge elettorale,
sui diritti e la morale,
sul problema migratorio,
sull’ambiente e il territorio.

La moral su questo tema?
Ben si sa com’è il sistema
che da sempre ci maciulla:
cambiar senza cambiar nulla.

Se sei fuori ti bastona,
se sei dentro ti imprigiona
nella viscida melassa
e nell’orrida matassa

che non ha capo né coda.
E per quanto tu ti roda
o ti adegui o sei fottuto.
“Ciao Di Maio, benvenuto!”

blog MicroMega, 7 ottobre 2019

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