Giorgia in azione, volpe e leone

Riciclati, miracolati e soliti noti: i 24 di Giorgia.
(il Fatto Quotidiano, 22 ottobre 2022)
Squadra per establishment. Dovrà essere meno filo Nato.
(il Fatto Quotidiano, 23 ottobre 2022)

Giorgia in azione, volpe e leone

Al Principe, sostiene Machiavelli
in politica gran strizzacervelli,
giova farsi sia volpe che leone
al fine abbia successo la sua azione:

fare la volpe astuta col potente
e con il debole il leon ruggente.
A lui Giorgia Meloni si è ispirata
per formar del governo la brigata:

per l’establishment un volpin riguardo
e per i deboli un leon gagliardo.
Tajani agli Esteri vuol di Europa
mentre Crosetto la Difesa dopa

con l’atlantismo come disciplina,
armi in gran quantità per l’Ucraina,
inchini a Biden Joe, l’assatanato
ed assoluta fedeltà alla Nato.

L’economia, dopo i gran rifiuti
di tutti i tecnici più cervelluti,
viene affidata al mitico Giorgetti,
di Mario Draghi un dei prediletti,

col plauso delle borse, delle banche
e delle imprese a caccia di palanche.
Guardasigilli è Nordio l’ex pm,
la gioia del caiman Matusalemme

del qual sostiene tutte le battaglie
per salvar le politiche canaglie.
Da buona balnear con il suo Twiga
va al Turismo la Santanché che briga

per eternar le ricche concessioni
per ristobar, cabine ed ombrelloni.
E i deboli? La volpe ci ha pensato
e un leone per loro ha procurato.

Il migrante, la donna, lo studente,
l’omosessuale, il povero, l’ambiente
troveran difensori straordinari
con curricula più che leggendari.

C’è la Roccella del Family day
che se la prende con le donne, i gay,
con il gender, l’aborto, il fine vita.
È una Binetti ancor più inviperita

che per difender la natalità
i profilattici perforerà.
All’Istruzion va il fan della Gelmini,
Valditara già senator di Fini,

Legionario di Cristo o giù di lì,
di Miglio allievo nei lontani dì
e inventor dei tagli per la scuola
quando ne era ministra la figliuola.

La disabilità va a Locatelli
che ai deboli procurerà sfracelli
come già fece a Como da sceriffa.
La disumanità è la sua griffa:

vietare l’elemosina ai barboni,
la concession di un parco a quei cialtroni
che voglion celebrare il Ramadan,
i minori da sol tener lontan,

perseguitare i venditor di rose,
far guerra l’8 marzo alle mimose,
chi è senza una dimora cacciar via
con idropulitrici e polizia.

Transizione ecologica? Più niente,
con lo spregio al più debole, l’ambiente.
Cingolani, badante di Pichetto,
avrà sicuramente un grave effetto:

torneran le trivelle ed il carbone,
il nuclear, l’eterno solleone.
La morale di questa storia bieca?
Il governo Meloni è una ciofeca.

4 novembre 2022

L’inferno di Meloni

Senato, La Russa presidente con 17 voti dell’opposizione.
(il Fatto Quotidiano, 14 ottobre 2022)
Camera a Fontana, leghista filo Putin. Dal Pd agli Lgbt+ “Sfregio all’Italia”.
(la Repubblica, 15 ottobre 2022)

L’inferno di Meloni

Ci sono dei momenti nella vita
nei qual ti sembra persa la partita
e ti senti talmente disperato
da maledire il giorno in cui sei nato.

Non avvien se una donna ti abbandona.
Ti consoli: “Non era quella buona,
in un domani certo meglio andrà
e quella giusta non mi lascerà”.

Non avvien se un figliol ti fa incazzare
perché sdraiato guarda il cellulare
e ogni giorno ti sembra meno sveglio:
“Concorderemo come usarlo meglio”.

Non avviene se sei senza lavoro:
“Con i grillini troverò il tesoro,
grazie al reddito di cittadinanza
lavoro avrò e soldi in abbondanza”.

Non avvien se ti senti qualche male:
“I farmaci, il dottore, l’ospedale
mi daranno la giusta soluzione
e in pochi dì mi sentirò benone”.

Non avviene se la tua squadra perde.
“Non sono proprio tutti delle merde,
ci son l’arbitro, il var e la fortuna.
Ritornerò a tifar dalla tribuna”.

A tutto c’è rimedio a questo mondo,
non c’è mai nulla che ti mandi a fondo.
Quando allora ti senti disperato?
Quando allora rimpiangi d’esser nato?

Quando pensi che c’è Giorgia Meloni,
voluta da milion di creduloni,
che appar sui manifesti lungo i viali,
sulle tivù, sui social, sui giornali.

Eccola mentre blatera in comizio
alternando a momenti di giudizio
annunci di obiettivi sciagurati
con alte grida ed occhi strabuzzati.

Eccola mentre sal da Mattarella
che si accinge a affidare alla pulzella
l’incarico di fare il suo governo.
Ecco La Russa, del Senato il perno,

con baffi e pizzo diavoleschi peli,
raccoglitor del Duce di cimeli,
da sempre fasciston fino al midollo.
Ecco capo alla Camera il rampollo

del leghista Salvini, quel Fontana
di sbandierata fede putiniana,
ultrà cattolico e del Verona
che contro i gay e gli immigrati tuona,

dice cinquanta Ave Maria per giorno
e al rito tridentino fa ritorno.
Ecco il governo di Giorgia Meloni,
ecco l’inferno con i suoi gironi.

Quando da bimbo non andavo a messa:
“E’ un peccato assai grave e si confessa,
se continui così, andrai all’inferno!”
lesto arrivava il cazziaton materno.

Ridevo dei rimbrotti della mamma.
Ora che abbiam della Meloni il dramma
mi son convinto che l’inferno c’è
ed ancor vivo ci son dentro, ahimè!

pubblicato su Domani del 19 ottobre 2022

La triste storia del governo Draghi

Il Papeete di Draghi: si è sfiduciato da solo. Dimissioni respinte da Mattarella che lo manda alle Camere.
(il Fatto Quotidiano, 15 luglio 2022)
Interferenze straniere: Usa e Ue votano Draghi.
(il Fatto Quotidiano, 16 luglio 2022)
La voce dei Padroni ordina: “Draghi resti”.
(il Fatto Quotidiano, 20 luglio 2022)
Sono sempre i Migliori quelle che se ne vanno.
Draghi si autoaffonda: prende a calci M5S e Lega che non lo votano.
(il Fatto Quotidiano, 21 luglio 2022)

La triste storia del governo Draghi

Un error fra i più gravi e i più frequenti,
che fan talvolta pure i presidenti,
è il pensare che un bravo specialista
rimanga bravo quando scende in pista

per fare, in qualche campo, il capoccione.
I ruoli son diversi: il sapientone
sa tutto della sua specialità
ma di altre cose cognizion non ha,

mentre il gran capo ha sì di tante cose
informazioni un po’ all’acqua di rose,
ma sa cosa vuol dire mediazione,
cosa vuol dir trattar con le persone

anche qualora gli interlocutori
sian cani e gatti, baccaglion notori.
Scegliendo Draghi Sergio Mattarella
ha fatto senza il buco la ciambella.

Emissario dell’ultraliberismo,
dei padron servo fino all’eroismo,
guerrafondaio al massimo livello,
degli Usa appassionato damigello,

al top Draghi sarà in economia,
pur se è ancor da provare che lo sia,
mentre in politica non è un esperto
ed alle mediazioni non è aperto.

“O fate come dico o me ne vado!”
“Io tiro dritto ed a voi non bado!”
Due i compiti affidati al neo premier:
indirizzare i soldi della Ue

e vaccinare tutti gli italiani.
Draghi ha pensato pure al suo domani:
“Scaduto Mattarella salgo al Colle
e sette anni me ne sto in panciolle!”

Ed infatti a Natal si è candidato:
“I miei due compiti ho terminato”.
Ma qui è successo un grande finimondo
e al Colle si installò Sergio secondo.

“Non mi han voluto i 5 Stelle e Conte.
La pagheranno!” disse il rodomonte.
E contro i 5 Stelle fu anatema
con la brutal riscossa del sistema.

Guerra al reddito di cittadinanza,
transizione ecologica in vacanza,
le trivelle che tornano in funzione,
stop al cash back e a lotta all’evasione.

Di Bonafede la Giustizia a zero.
Il super bonus è un colabrodo! Un cero.
La ciliegina? L’inceneritore
inserito, ma sol per far clamore,

in un decreto con tutt’altri fini.
I miglior son talvolta birichini…
La fiducia non era necessaria,
ma posta per mandare gambe all’aria

i 5 Stelle con Giuseppe Conte
e render più sereno l’orizzonte.
Pur con fiducia a grande maggioranza
si è ahimè dimesso Mister Riluttanza.

In pista lo ha rimesso Mattarella
ma è ben deciso a andarsene il Brighella
che con discorso dai taglienti toni
fa imbufalir Salvini e Berlusconi.

Il governo dei migliori se ne va
della Meloni fra gli eia alalà.
Noi non possiam frenar qualche singulto
e dire con buon cuor: “Parce sepulto!”

pubblicata su Domani del 26 luglio 2022

Top