Tripoli, bel suol d’amore

“Operazioni navali per distruggere i barconi”.
(il Fatto Quotidiano, 12 maggio 2015)
Migranti, il meno è fatto. Piano Ue di guerra e aiuti.
(il Fatto Quotidiano, 14 maggio 2015)
L’Italia chiede il comando della missione antiscafisti, ma ora i militari frenano.
Alfano: “Pronti ad assumere la leadership di azioni mirate sulle coste della Libia”.
(la Repubblica, 115 maggio 2015)

Tripoli, bel suol d’amore

Un popolo che è stato di emigranti
ed ha riempito il mondo di italiani,
sia per bene che non stinchi di santi,
sembra scordar quei tempi ormai lontani.

Partivan con valigie di cartone
analfabeti fatti sol di braccia
in cerca di un giaciglio, di un padrone,
d’acqua, di pane e porte chiuse in faccia.

Adesso che la musica è cambiata
ed i padron siam diventati noi
la corsa dei migranti va fermata
e vanno alzati i ponti levatoi.

“Il salvataggio in mare costa caro
e poi i salvati vogliono restare.
Voglion bere, mangiar, stare al riparo,
vivere a sbafo, senza lavorare.

Dobbiamo porre fine a questa pacchia!”,
pontifican gli Alfano ed i Salvini
e Matteo Renzi toglie la mordacchia
alla Pinotti ed alla Mogherini.

Trattan con l’Onu l’autorizzazione
per affondar con una guerra anfibia
degli infami scafisti ogni barcone
ormeggiato nei porti della Libia.

Nave d’appoggio, piccole unità,
droni, aeroplan per paracadutare
sommozzatori in grande quantità
che quei barconi facciano affondare

su segnal dell’intelligence di terra
presente in tutti i porti della costa.
L’Italia sarà a capo della guerra,
quando l’Onu darà il suo nulla osta!

“Così porremo fine alle partenze,
eviteremo naufraghi e naufragi
nonché il continuo aumento di presenze
degli immigrati fonti di contagi.

Danni collateral? Certo, ne avremo:
salterà in aria qualche peschereccio,
causa l’error di uno spione scemo
che delle informazion sbaglia l’intreccio.

Affonderem purtroppo dei migranti
rinchiusi nelle stive dei barconi
grazie a un’intelligence di dilettanti
ed ai dubbi segnal che danno i droni.

Qualche libico poi s’incazzerà
poiché le distruzion nei loro porti
son violazioni di sovranità,
ma le proteste non saranno forti,

visto che son divisi in più fazioni:
l’una dirà di no, l’altra di sì
e noi giocando sulle divisioni
dimostreremo che va ben così.

Ma almeno finiran le morti in mare
e noi ci sentirem tutti più buoni!”
Così i migranti invece di crepare
a causa dei naufragi dei barconi

creperanno nei lager del deserto,
senza l’acqua né il cibo né un domani.
Che bella soluzione gli hanno offerto
la carità e il buon cuore dei renziani!

blog MicroMega, 17 maggio 2015

Why?

Cerimonia dei profughi, è rivolta. La folla ai politici: “Assassini”. Alfano portato via dalla scorta.
(la Repubblica, 22 ottobre 2013)
I migranti: “Assassini”. Alfano contestato scappa.
Ad Agrigento la farsa dei funerali per le vittime di Lampedusa.
(il Fatto Quotidiano, 22 ottobre 2013)

Why?

Isola di Lampedusa.
La tragedia si è conclusa,
la più grande della storia
della fuga migratoria.

Dal barcone alla deriva,
ma già prossimo alla riva,
son finiti tutti in mare.
Non sapevano nuotare

e son morti in quattrocento.
Il governo, sempre intento
a insegnare ai cittadini
la parola clandestini,

a ostentar falso dolore
con le lacrime da attore,
a vantare un’efficienza
del casino quintessenza,

turpe nella sua viltà,
con un moto di pietà
e con enfasi sospetta,
fece dire a Enrico Letta,

che era al fianco di Barroso,
quell’oggetto misterioso
che fa il capo della Ue:
“Oggi promettiamo che

farem funeral di Stato
a ogni povero annegato!”
Fu la solita menzogna
della qual provar vergogna.

Messi i morti nelle bare,
senza nome a quanto pare,
con un numero soltanto,
li han mandati al camposanto.

Non in uno, bensì in molti
dove furono sepolti,
col suo rito ciascheduno,
ma col pianto di nessuno.

Per poi far la pagliacciata
di un’ignobile sfilata
di politicanti inetti,
di questori e di prefetti

giunta al molo di Agrigento
per dar lustro a quel talento
del ministro Angelo Alfano.
Come funerale è strano:

non ci son salme né bare
né chi si poté salvare
in quel viaggio della morte
Oltre ai vip ed alle scorte

dei nostrani farisei
ci son pur, per gli eritrei,
i politici coi ceri
ed i fior da cimiteri,

nonché il loro ambasciatore.
Una cosa che fa orrore,
poiché tutti gli annegati
dal paese son scappati

e ora i poveri parenti
si ritrovan coi potenti,
causa di quel triste viaggio.
Manca, invece, il personaggio

che col suo popolo aiuta,
in quell’isola sperduta,
i migranti al loro sbarco.
Giorgio, di civismo parco,

da Agrigento tien lontano
Giusi, il sindaco isolano,
invitato al Quirinale
proprio il dì del funerale.

Dopo i tanti bla, bla, bla,
dei nostran quaraquaquà,
s’alza il grido di “assassini!”
Gli eritrei e gli agrigentini

han capito ch’è una truffa
e scatenano la zuffa
contro il funerale strano.
Scappa Mauro, scappa Alfano,

fugge via l’ambasciatore,
mentre, affranta dal dolore,
una donna grida: “Why?”
Non glielo diranno mai.

l’Universale, 23 ottobre 2013

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