Nazareno 2.0

Nazareno nel mirino: “Fate luce sul Patto”.
(il Fatto Quotidiano, 30 luglio 2014)
Ultimo segreto del Nazareno. Sul Colle tutti tranne Prodi.
(il Fatto Quotidiano, 1 agosto 2014)
Renzi blinda il tavolo con Berlusconi. “Italicum entro l’anno”.
(la Repubblica, 3 agosto 2014)
“B e Matteo dicano cosa c’è nel Patto”.
(il Fatto Quotidiano, 3 agosto 2014)
Nazareno bis. “Importante che Silvio c’è”.
(ibidem)
L’ex Cavaliere si sente comunque rassicurato dal premier.
“Ha blindato il nostro accordo e con le riforme sarò riabilitato”.
(la Repubblica, 5 agosto 2014)
B. e Renzi coprono il patto. E c’è anche la Giustizia.
(il Fatto Quotidiano, 5 agosto 2014)

Nazareno 2.0

Il patto oscen del Nazareno ormai
è diventato l’incubo di chi
capisce cha sarà fonte di guai,
peggio che ad un mafioso dire sì

ed accettar di leggerne i pizzini.
Toti parla di un unico foglietto,
vergato nientemen che da Verdini
con firme del caimano e del ducetto.

Ma ogni dì salta fuori un argomento
che fa parte dei punti di quel patto
che di pagine deve averne cento
per registrar di Silvio ogni ricatto.

Si inizia col Senato federale
scelto non più dal popolo elettore,
ma da ciascun Consiglio regionale
sacro rifugio d’ogni malfattore.

Poi c’è l’Italicum, nuova porcata,
ancor peggiore della precedente,
con una grande truffa incorporata
che fa una maggioranza onnipotente

di chi vince con un quarto dei voti.
Ci son pur gli argomenti più segreti
che ai comuni mortal restano ignoti,
come le confessioni fatte ai preti.

La riforma epocal della Giustizia
con la qual Andrea Orlando si balocca
per meritarsi, per la sua nequizia,
dal vecchio criminale un bacio in bocca.

La protezione della Mediaset
e degli altri interessi editoriali
che ogni giorno più ricco fan l’umèt
e gli italiani senza più ideali.

L’elezione d’un Capo dello Stato
più intrallazzone di Napolitano
che smacchi, al Quirinale sistemato,
la fedina penale del caimano.

E chissà ancora quante porcherie
hanno inserito il guitto e il delinquente
per favorir le proprie strategie
abbindolando il popolo plaudente.

Per quello che ci narra la memoria
pensavam che il Pd fosse una schiappa,
un partito incapace di vittoria
contro il caiman. Soltanto qualche tappa

ai tempi di Romano Mortadella.
Troppe correnti, troppe divisioni,
qui fra un compagno ed una monachella,
là fra D’Alema e Walterloo Veltroni?

Mancanza di visione e di coraggio?
Mancanza di qualunque strategia?
Di in capitan che porti all’arrembaggio?
Crederlo fu colpevole follia!

Non inetto, fu complice il Pd.
Fingeva di far guerra a Berlusconi,
ma sotto sotto andava ben così.
Una banda di ignobili cialtroni.

A questo punto abbiamo la conferma
con Renzi capitan senza paura
e la squadra di Silvio oramai ferma,
giunta alla fine della sua avventura.

Pallone al piede, con la porta vuota:
basta un calcetto e la partita è vinta,
Silvio raggiunge Fini, Bossi e il Trota
e Forza Italia è finalmente estinta.

Ma quel calcetto Renzi non lo dà,
ma dice a Silvio: “Alzati e cammina!”.
Un Padre della Patria ne farà,
con la democrazia che va in rovina.

La banda dei cialtroni è sempre lì
e adesso col caimano si trastulla.
Si sposan Forza Italia ed il Pd
e la Costituzion strozzano in culla.

5 agosto 2014

Nota. Il sito di MicroMega è in ferie

Ribollita power

Fotografi, amici, consigliori. Quella corte fiorentina che circonda Renzi a Roma.
L’ultimo arrivato a Palazzo Chigi è il paparazzo di Rignano.
E anche le recenti nomine pubbliche portano in Toscana.
(la Repubblica, 30 aprile 2014)
Come fu che il paparazzo si fece fotografo del premier.
Storia di Tiberio Barchielli: prima autista, poi inventore di un sito di gossip.
(il Fatto Quotidiano, 3 maggio 2014)

Ribollita power

Scrisse un libro con titolo Stil novo,
ma il suo stil tanto nuovo non appare,
se ha prelevato dal toscano covo
e portato con sé più d’un compare.
Il primo è Luca Lotti, “il lampadina”
per la sua chioma d’un biondo splendente
Provien dalla provincia fiorentina,
Montelupo e Renzi, il Presidente,
l’ha fatto proprio sottosegretario.
Se la Corte dei conti non la vessa
con balzan uzzolo legalitario,
da Firenze verrà “la vigilessa”,
Antonella Manzione, comandante
di tutti i vigili della città,
che con una scalata entusiasmante
agli affari legal lavorerà.
Da Montevarchi venne Monna Boschi,
ministra alle Riforme e al Parlamento,
la qual, con virginali modi toschi,
riformerà il Senato in un momento
e, da buona avvocata praticante,
saprà cambiar la legge elettorale
facendo una porcata allucinante,
a quella del leghista quasi eguale.
Poi l’invasion dei vari Cda,
la Finmeccanica, l’Enel, le Poste,
Elisabetta Fabri e Landi qua,
là Bianchi in una corsa senza soste,
fino al Collegio sindacal dell’Eni.
Il renzian power alla ribollita
ricorda da vicino i tempi osceni
di Rumor, di Bisaglia, di De Mita.
Aggiungasi Carrai da Greve in Chianti,
motor del marchingegno finanziario
cui spetta trovar soldi, e proprio tanti,
per far che Renzi sbarchi i il suo lunario.
L’ultimo giunto a Roma è un paparazzo,
tal Tiberio Barchielli da Rignano,
fotografo ufficiale del ragazzo
del quale non per nulla è compaesano.
Di pullman fu un autista in gioventù
guidando i bus col marchio della Sita
quando Matteo in brache corte blu
negli scout iniziava la salita,
correndo verso un fulgido avvenire.
Dilettante fotografo Barchielli
di cambiar profession ebbe l’ardire
sui quaranta anni e prese a far sfracelli
con un portale pien di fondoschiena,
Gossip blitz che dirige con perizia.
Fra un fondoschiena e l’altro si scatena
a fare scatti a Renzi con dovizia,
fotografa il ducetto di Rignano
con Cameron, Hollande, Barack Obama
e mentre giura da Napolitano.
S’apron così le porte della fama:
ufficio a Roma pien d’attrezzature,
il decreto di nomina in arrivo,
ricco stipendio, vita d’avventure
con Renzi sempre dentro l’obiettivo.
Il Pinocchio premier che ce l’ha a morte
con privilegi, sprechi, nepotismi
e carriere fasulle avute in sorte,
ha messo insieme con i sacri crismi
una corte di nani e ballerine,
il ribollita power cosiddetto,
che a prima vista par del tutto affine
a ciò che fece Craxi Benedetto.
E la democrazia che fin farà?
Pur sbandierata con fiero cipiglio
da questo fiorentin quaraquaquà
sta agonizzando col marchio del giglio.

blog MicroMega, 7 maggio 2014

Renzino la peste

La partita del cuore di Renzi.
(il Fatto Quotidiano, 20 aprile 2014)
Dalla fronda Pd ai falchi di Silvio, l’ira di Renzi contro i “nostalgici”.
(la Repubblica, 24 aprile 2014)
Renzi molla la partita e se la gioca contro Grillo.
(il Fatto Quotidiano, 24 aprile 2014)
Il premier occupa twitter.
(ibidem)
Berlusconi affonda il patto sul Senato. “E’ incostituzionale”.
(la Repubblica, 25 aprile 2014)
Renzi minaccia le urne, salta tutto? Approviamo l’Italicum da soli.
(ibidem)
Ma cosa ha fatto davvero il governo nei primi 2 mesi?
(il Fatto Quotidiano, 27 aprile 2014)
Matteo domina gli spazi tv, Cavaliere al contrattacco.
(la Repubblica, 28 aprile 2014)
Renzi media ma avverte. “Riforme o me ne vado”. Il voto slitta al 10 giugno.
(la Repubblica, 30 aprile 2014)
Matteo c’è posta per te, è gratis.
(il Fatto Quotidiano, 30 aprile 2014)

Renzino la peste

Il fulmine di guerra di Rignano,
nato ben prima d’esser concepito,
sa prender per il cul più del caimano
chi di spirito critico è sfornito.

Si trovano dovunque i creduloni,
destra, sinistra, centro, sopra e sotto,
non è question di Renzi o Berlusconi
ma è question di chi nasce sempliciotto.

Il guitto fiorentino è un gran prodigio
nello stilar programmi e dirle grosse
e il preferito gioco di prestigio
son le tre carte sull’ombrello mosse.

E’ sol questione di velocità
e di avere dei gonzi intorno a sé:
l’Italicum sta qui, sta lì, sta là!
Punti il dito e…l’Italicum non c’è.

La stessa cosa val per il Senato,
per la sistemazione delle scuole,
per il Jobs Act, il debito di Stato,
per gli F 35 ed altre fole.

Cronoprogrammi, slide, dichiarazioni,
ultimatum, minacce, avvertimenti,
centinaia di tweet e di concioni
non fanno che produrre slittamenti.

Un di da Floris, l’altro a Porta a Porta,
un altro ancor con la banana in mano,
ovunque fa promesse d’ogni sorta,
ma ogni traguardo è sempre più lontano.

A marzo faccio questo, a aprile quello,
a maggio si conclude anche quest’altro
per poi scoprir che Chiti, un suo fratello,
e un criminale vecchio, ma ancor scaltro,

vogliono sempre fargli dei dispetti
in cerca sol di visibilità.
E’ spesso autor di squallidi trucchetti
degni di un misero quaraquaquà.

“Tolgo il segreto e tutto sarà chiaro!”
Ma non son fatti, son solo parole,
dove ha promesso di puntare il faro
era già tutto chiaro come il sole.

Ci sveli tre mister la tosca stella:
il patto che lo lega al re dei loschi,
chi sono i centoun di Mortadella
ed il background legal di Monna Boschi.

“Per spedire il santino elettorale
si pagan da domani i francobolli!”
Poi scopri ch’è una balla colossale
raccontata per ingannare i polli.

La posta elettoral senza esenzione
diventerà realtà ma, guarda caso,
non prima, ma sol dopo le elezioni,
se no ai partiti vien la mosca al naso.

Le leggi per Matteo hanno due facce:
per chi si oppon val quella minacciosa,
per sé e per chi segue la sue tracce
vale la faccia misericordiosa.

“La par condicio a me? Ma che coraggio!
Il farmi rinunciare al match del cuore
giocando a fianco di Antognoni e Baggio
è vessazion di Grillo, un eversore!”

Nel mezzo del cammin della sua vita
riman com’era négli anni felici:
voleva sempre vincer la partita.
Quando perdeva, dicono gli amici,

requisiva il pallone e andava via.
Or che nel cambiar verso è in mezzo al guado
fa come allora il giovane messia:
“O fate quel che dico o me ne vado”.

Che cosa dire al fiorentin statista?
“Evviva! Puoi tornartene a Rignano.
Eccoti l’auto blu, ecco l’autista…,
ma porta via con te Napolitano!”

blog MicroMega, 2 maggio 2014

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