Il Duo Sciagura al Quirinale

Mattarella in go-kart scioglie le Camere.
(L’Espresso, 11 dicembre 2016)

Il Duo Sciagura al Quirinale

Giorgio Re lasciò al sodale
subentrato al Quirinale
di istruzioni un bel quaderno:
“Per le crisi di governo”.

La sua indicazione è chiara:
“Caro Sergio, da me impara.
Se un governo a un tratto cade
hai di fronte cento strade

per risolvere il problema.
Scegli pure senza tema
quella che par la migliore,
ma non fare mai l’errore

di voler nuove elezioni.
Gli italian son dei cialtroni
e se il voto gli si dà
addio alla stabilità.

Addio al mondo della casta,
addio al ricco che accatasta
ogni giorno più quattrini
alle spalle dei tapini.

Addio agli F35,
al ministro che delinque
a favore delle banche,
al fruscio delle palanche,

alle Borse, alle finanze,
alle tante tracotanze
consentite a ogni potere,
addio ad ogni faccendiere.

Per far un nuovo governo
che la casta abbia per perno
puoi inventar qualunque inghippo
e azzardar qualunque scippo:

fare un’estrazione a sorte
cui un imbroglio dia manforte,
fare premier un Reggente,
sono due e non fanno niente,

dell’amata San Marino
o un tiranno filippino
o d’Abcazia o dell’Ossezia
od un doge di Venezia.

Fare senatrice a vita
una zia rincoglionita
poi chiamata a risanare
un paese da salvare.

Oppur esser conquistato
da un paese della Nato
o dal Papa in Vaticano
o da un arabo sultano

che ti eviti un premier.
Scegli quel che piace a te,
ma non far nuove elezioni
che il poter danno ai cialtroni”.

Sergio, dopo averlo letto,
ha abbozzato un sorrisetto
da democristiano astuto:
“Che vuol il trinariciuto?

Io da solo ci pensai
e l’Italicum firmai,
una legge elettorale
anticostituzionale

che non val per il Senato
dato già per cancellato
pur essendo funzionante.
Or che il popolo birbante

con il No lo tiene in vita
la mia trappola è servita
come un morto al funerale:
senza legge elettorale

è impossibile votare
e un’attesa secolare
ci vuol per dare alla gente
una legge almen decente.

Perciò largo a Gentiloni
e alla banda di cialtroni
già al governo con Matteo.
Io non son così babbeo

come sembro a prima vista:
la mia tempra democrista
salta fuori alla bisogna
senza impaccio né vergogna”.

Sempre avanti con la casta!
E chi dice: “Adesso basta!”,
sia che vinca sia che perda,
resti sempre nella merda!

blog MicroMega, 23 dicembre 2016

Qualis pater, talis filius

Referendum prostituzionale.
(il Fatto Quotidiano, 28 settembre 2016)
Trova le differenze, Matteo e Silvio. Casco, lavagna e alleati: gli stessi.
(il Fatto Quotidiano, 30 settembre 2016)
Sul settimanale di Berlusconi. La comunione della figlia, Agnese e qualche spot.
(ibidem)
I miracoli di un Santo Pop: a Silvio tutto è perdonato.
(il Fatto Quotidiano, 1 ottobre 2016)
Infermieraaaaah!
(il Fatto Quotidiano, 2 ottobre 2016)

Qualis pater, talis filius

A settembre, il ventinove,
il Paese si commuove:
Silvio, il vecchio barbagianni,
ha compiuto gli ottant’anni.

Tutti inneggiano al Banana:
panegirici, peana,
plausi, osanna, encomi, auguri,
che trent’anni ancor ci duri…,

gli pervengon da ogni parte.
E’ l’oblio in Italia un’arte
coltivata ed alla grande:
Silvio ci ha messi in mutande,

ha corrotto con dovizia,
ha adattato la Giustizia
alle proprie convenienze,
ha comprato le sentenze

e un bel po’ di Parlamento,
ha mentito a ogni momento,
ha tradito le promesse,
ha curato il suo interesse,

ha aiutato i malfattori,
favorito gli evasori,
ha distrutto il Belpaese
peggio di una guerra al mese.

Eppur tutti lo han lodato:
organismi dello Stato,
vecchi rivoluzionari,
leccacul, ladri, compari,

giornalisti intransigenti,
ex nemici compiacenti,
vecchi amori, signorsì
e più di mezzo Pd.

Per timor dei tempi bui
di un doman senza di lui
fra sé e sé ciascun si chiede:
“Lascerà Silvio un erede

che con lui faccia staffetta?”
La risposta arriva in fretta.
Chi abolì in quattro e quattro otto
quell’Articolo diciotto

che tutela chi lavora?
Chi ha mandato alla malora
la Giustizia e i magistrati
trasformati in imputati?

Chi difende gli evasori?
“Dalla Rai i partiti fuori
da domani!” chi lo disse,
per poi far l’apocalisse

con chi sembra a lui contrario?
Chi il Porcellum leggendario
in Italicum cambiò
e il maial si reinventò?

Sulla prima casa chi,
come Silvio fece un dì,
tagliò l’Imu anche ai ricconi
con ingenti patrimoni?

Chi della Costituzione
fa un orrendo zibaldone,
vuol che la democrazia
in un amen vada via,

del Senato fa sterminio
riducendolo a abominio
e col bicameralismo
gioca con funambolismo?

Chi governa con Alfano,
come un dì fece il caimano,
con Cicchitto e con Verdini,
l’uomo dai mille casini?

Le Olimpiadi chi le vuole,
pur se è chiaro come il sole
che son soldi sputtanati
per noi che siamo spiantati?

Chi, come Silvio tutti i dì,
coi suoi cari va su “Chi”?
Chi vuol, come un dì l’Ometto,
fare il Ponte sullo Stretto?

Chi scrivendo alla lavagna
ci racconta la cuccagna
del suo Patto per l’Italia
che i fan creduloni ammalia?

Chi col casco da cantiere,
come fece il Cavaliere,
ogni giorno taglia nastri
anche sol per tre pilastri?

E’ un curriculum perfetto
per l’erede dell’Ometto
il cui nom alto rimbomba:
“Il suo erede è Renzi, il Bomba!”

blog MicroMega, 7 ottobre 2016

Il Truffalicum

Modifiche. Da “non si tocca” a “ditemi come”. Spericolate giravolte e altre evoluzioni: Renzi e l’Italicum.
(il Fatto Quotidiano, 13 settembre 2016)
Italicum, un governo da operetta.
(il Fatto Quotidiano, 14 settembre 2016)
Il balletto finto sull’Italicum.
(il Fatto Quotidiano, 21 settembre 2016)
Balletti. Cambieremo l’Italicum (quando e come non si sa).
(il Fatto Quotidiano, 22 settembre 2016)

Il Truffalicum

La Consulta cancellò
il Porcellum e iniziò
con l’ “Enrico, stai sereno”
quello sprint che in baleno

portò il fanfaron bugiardo
ad un nobile traguardo:
conquistar Palazzo Chigi
per far l’uomo dei prodigi.

Imbonì Napolitano:
“Se mi dai il governo in mano,
una legge elettorale
veramente eccezionale

farò col pregiudicato”.
Disse Sì lo sventurato.
Da quel dì supercanguri,
strappi, moniti, siluri

contro dieci deputati
dalla commission cacciati
perché vili dissenzienti,
del premier duri interventi:

“Se l’Italicum non passa,
mando a casa tutti in massa!”,
tre fiducie, zuffe, botte
e alla fine delle lotte

il trionfo Renzi-Boschi,
i riformatori toschi.
“Elemento di chiarezza!”
“Chi prevale ha la certezza

di durar per cinque anni!”
“E’ la fine degli inganni
dei governi a larghe intese!”
“Finalmente il Belpaese

avrà la stabilità!”
“E’ question di serietà:
manteniamo le promesse
e in passato non successe!”

“Uscirem dal labirinto!”
“Chi va a letto sa chi ha vinto!”
“Che Dio ce lo benedica,
dopo anni di fatica,

dopo mille ed un inganno!”
“Tutti ce lo copieranno!”
“Cambia la Costituzione:
questa è una rivoluzione!”

Tutte balle, tutta fuffa,
è l’Italicum la truffa
di chi ha vinto alle Europee
e si è fatto pazze idee

di poter prendere il volo
e di governar da solo.
Pensò il giovane portento:
“Col quaranta e più percento

vinco senza ballottaggio.
Se fallisse l’arrembaggio,
con i Cinque Stelle al venti
e le tre destre impotenti,

il secondo turno è mio
e democrazia addio!”
Fece i conti senza l’oste,
da lì in poi solo batoste:

crollo al voto comunale,
poiché sia la Capitale
che la mitica Torino
vanno al popolo grillino.

Il Jobs Act che non funziona,
il flop della scuola buona,
lo stop all’economia
con le banche in agonia,

la Ue che lo fa impazzire
e il No che non vuol morire
terremotano i sondaggi.
Il quaranta par che viaggi

ora assai vicino al trenta
mentre il Cinque Stelle aumenta
e pertanto pare che
possan perdere il premier

e la Boschi sua diletta.
Va cambiata la ricetta:
“Questo Italicum non va,
il Truffalicum verrà!”

Ha una sola condizione:
deve vincere il cialtrone
che nel fare, nel disfare,
nel mentir, nell’imbrogliare,

nel vessar la minoranza,
nell’agir con arroganza
è testardo come un mulo
e ci prende per il culo.

blog MicroMega, 28 settembre 2016

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