Compagni di tregende

Via libera al nuovo Senato. Bersani: “E’ l’ultimo sì se non cambia l’Italicum”.
(la Repubblica, 11 marzo 2015)
Minoranza Pd. Obbedite sempre e comunque al capo di turno.
(il Fatto Quotidiano, 11 marzo 2015)
Gli oppositori di domani dicono ancora “Sì”.
(ibidem)
Bindi: “Soffro troppo, spero che Matteo cambi”.
(ibidem)

Compagni di tregende

Il Pd, tutto dedito al potere,
dall’elettore vuole solo il voto
essendone il toscano timoniere
un superego che lo tiene in moto.

Nato come una somma di valori
che la Costituzion riuscì a mediare,
ciò che purtroppo ne è venuto fuori
è un mostriciattolo pieno di tare.

I valor democratici cristiani,
che erano i resti di vecchie virtù
che distinguon le bestie dagli umani,
ovunque cerchi, non li trovi più.

Ci sono le promesse di un cialtrone
che piaccion tanto al popolo babbeo
sempre pronto a salir sul carrozzone
di un Silvio, di un Benito, di un Matteo.

I valor del partito comunista
in fretta sono stati cancellati
da una classe politica sprovvista
della saggezza dei propri antenati,

lasciando in vita gli interessi insani
di chi difende con accanimento
sol le poltrone per i deretani
della cariatidi in disfacimento.

Questa sinistra mostra dei brandelli
di difensori dei vecchi valori,
fiochi, divisi, proni, miserelli,
irresoluti e pieni di timori.

Capiscon che va tutto alla malora
col fanfarone a caccia del potere,
ma nessuno ha trovato fino ad ora
il coraggio di dargli un dispiacere.

Il fatto è che se pur sembrano tanti
ognuno guarda solo il suo ombelico,
chi è fermo, chi va indietro, chi va avanti,
chi pensa ancora d’esser bolscevico.

Speranza, Cuperlo, Bindi, Civati,
Fassina Stefano, Boccia e Bersani
sembrano proprio una banda di sfigati,
son senza Biancaneve i sette nani.

Chi dice: “Me ne vado!” e è sempre lì,
chi dice che la ditta non la lascia,
chi dice: “Dico no!”, poi dice “Sì!”,
chi dice che sta per morir d’ambascia.

Con la Costituzione ormai in rovina,
con il Senato fatto condominio
e con l’Italicum che si avvicina,
per la democrazia vero abominio,

i nostri dilettanti allo sbaraglio
un ultimatum danno ogni momento:
“Voto a favore, pure se è uno sbaglio,
ma per l’ultima volta, Renzi, attento!”

Per il Jobs Act l’avevano già detto,
l’han detto al primo voto sul Senato,
poi per l’Italicum l’hanno ridetto
e sul Senato l’hanno riaffermato.

Son servitor della peggiore risma
che obbediscono al Capo in quanto tale,
grigi politici senza carisma
d’intelligenza meno che normale,

considerato che non han capito
che Matteo Renzi non li salverà
ed ha già pronto il loro benservito:
non fra troppo casin non servirà.

Passeranno alla storia sol perché
hanno tradito la Costituzione,
come le pecore facendo bèe,
mentre va il socialismo in estinzione.

blog MicroMega, 14 marzo 2015

Ora e sempre Nazareno!

Ora e sempre Nazareno!

Aveva detto il fanfaron toscano
quando ha firmato il patto al Nazareno
con quel filibustiere del caimano
più o men così: “Italianostaisereno,

val solo per la legge elettorale
ed il Senato delle autonomie,
riforme per le qual sembra essenziale
riunire tutte le furfanterie”.

Da quel momento diavolo e acqua santa
han sviluppato i loro accordi loschi,
di là Verdini che le leggi schianta,
di qua la pavoncella Monna Boschi.

La legge elettorale sta nascendo,
pare un Porcellum dall’ecografia,
ma è travestita da maial stupendo
che un giorno finirà in salumeria

dalla Consulta fatto cotechini.
Sarà il Senato nuovo un’adunata
di cento nominati burattini,
incostituzionale maialata.

Il Nazareno è un pozzo senza fondo,
dopo uno schifo un altro ne vien fuori
di quello precedente ancor più immondo.
Ferma la legge contro i corruttori,

si stoppa quella sulla prescrizione.
Renzi, chirurgo plastico, darà
con la manina al Cavalier birbone
una parvenza di verginità,

ritornerà in politica il messere,
adamantino come l’uomo nero,
in Forza Italia reclutando schiere
di verginelle dal passato austero.

Escon dal Nazareno gli evasori
fra canti, balli, ole e acclamazioni,
continueranno ad ammassar tesori
alla faccia dei poveri coglioni.

Le ciance sul conflitto di interessi
e sullo schifo del falso in bilancio
han con il Nazareno fatto fessi
i tanti illusi ed hanno perso slancio.

L’articolo diciotto è sistemato,
il povero caimano per vent’anni
in tutte le maniere ci ha provato:
bastava un baby, vecchio barbagianni!

Ma Pittibimbo non ha ancor finito
di cedere ai voleri del caimano:
sul Colle non c’è più cul di granito,
ci vuol l’erede di Napolitano.

Col Nazareno al Colle salirà,
col beneplacito del Cavaliere,
un burattin che sempre “Si!” dirà
a chi sul trono lo farà sedere.

A questo punto Renzi abbandonato
da chi lo aveva scelto speranzoso,
rimarrà dai suoi servi circondato,
ma con un gruppo meno numeroso.

Matteo farà una nuova maggioranza
dicendo a Silvio: “Alzati e cammina!”,
del bunga bunga tornerà l’usanza
e Monna Boschi si farà Olgettina.

blog MicroMega, 25 gennaio 2015

Gioco di mano, gioco di villano

Evasione fiscale e frode, condono di Palazzo Chigi.
(il Fatto Quotidiano, 3 gennaio 2015)
Frode fiscale, Renzi salva Berlusconi.
(il Fatto Quotidiano, 4 gennaio 2015)
La mano morta.
(il Fatto Quotidiano, 16 gennaio 2015)
Falso in bilancio, la manina e il reato che si annacqua.
(ibidem).
L’emendamento firmato Renzi e gli stessi limiti agli illeciti.
(ibidem)
Alessandro Pace. “La manina di Renzi salva-B è un reato di falso”.
(il Fatto Quotidiano, 17 gennaio 2015)

Gioco di mano, gioco di villano

Con le fanciulle di buona famiglia
che un tempo non mostravano le tette
le madri per dir bene della figlia
spiegavan: “Ha le mani benedette,

all’uncinetto fa tanti centrini,
in cucina è la maga della torta,
con i ferri fa i golf ai nipotini,
ceramiche dipinge di ogni sorta”.

Ebbene, l’ineffabile premier
fu allevato all’antica da mammà
poiché si è visto chiaramente che
con le sue mani sol prodigi fa.

“La manina a favor di Berlusconi,
lo dico espressamente, fu la mia.
Quell’uomo mi riempie di emozioni
e con lui sono in piena sintonia”.

“Ogni volta che stringo la sua mano
dopo avere firmato un patto osceno
mi prende un batticuore molto strano,
come d’amore che non viene meno”.

“Quando firmo la legge elettorale
che finge di ridar le preferenze,
ma in realta è al Porcellum quasi eguale,
salgono del mio cuore le frequenze

al pensiero che Silvio n’è contento”.
“Quando pugnalo Letta all’improvviso
quello che chiaman tutti tradimento
non è che il primo passo al paradiso

dove voglio portar ogni italiano”.
“Quando sbianchetto il nome di Gratteri
per il volere di Napolitano
il qual non vuole aver ministri seri,

e tanto meno poi per la Giustizia,
apprezzo la mia man per il bel gesto
di averglielo proposto con furbizia
certa di sbanchettarlo molto presto”.

“Quando la mano mia firma con slancio,
mentre il cervello pensa al delinquente,
la nuova norma sul falso in bilancio
che sembra nuova ma non cambia niente,

mi prende quasi voglia di baciarla
pensando agli evasor che stan godendo”.
“Quando dell’uomo al Quirinal si parla
dopo che se n’è andato quello orrendo

e la mia man cancella Rodotà
con Zagrebelsky e Prodi Mortadella,
graditi per saggezza e qualità
e scrive Finocchiaro, Mattarella

e Amato, come Berlusconi detta,
mi prende un’emozion grande così
pensando alla mia mano benedetta
ed alla mamma che la costruì”.

Nessuno dice che la sua manina,
che a molti pare quella di un santone,
qualche grave reato, ahimè, combina
e un dì, chissà, lo porterà in prigione.

Prendendogli le impronte digitali
il Ris di Parma ci farà sapere
che stranamente sono tali e quali
a quelle del furfante Cavaliere.

blog MicroMega, 18 gennaio 2015

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