Non c’è Rosa…to senza spine

Si lavora a un governo di unità nazionale, anche con Leu, pezzi di Lega e M5S.
(il Fatto Quotidiano. 20 febbraio 2018)
Larghe intese ormai al tramonto. Berlusconi: questo Pd non tiene più.
L’uscita di sicurezza dal probabile stallo perde quota.
(la Repubblica, 21 febbraio 2018)

Non c’è Rosa…to senza spine

Rosatellum, legge orrenda.
Nata per esser tregenda
per Di Maio ed i grillini,
sarà tomba dei piddini.

Fatta per le coalizioni
che il campion dei fanfaroni
Renzi ha sempre disdegnato,
la creatura di Rosato

vuole che il Pd si allei.
Così han scelto tre pigmei,
quello che il mercato offriva
al Pd locomotiva.

Raccattati da Fassino,
il Nessuno subalpino
del toscano servitore
diventato mediatore,

sono tre mini alleati
dai sepolcri riesumati
per tener viva la speme.
Tre fantasmi fanno Insieme

che raggruppa i socialisti
con i verdi e gli ulivisti,
gente che con un portento
può arrivare all’un per cento.

La moral guida n’è Prodi
liberatosi dai chiodi
che l’avevan crocifisso.
Altro team verso l’abisso

è +Europa, il partitino
messo su dalla Bonino
col democristian Tabacci.
Che bel gruppo…li mortacci!

Baciapile, radicali,
banche e multinazionali!
Corre coi vessilli Ue
e pertanto piace al Re,

Sua Maestà Napolitano,
in stabilità titano.
Grazie al tocco del monarca
la raccolta sarà parca.

Terzo socio di Matteo,
terzo ignobile pigmeo,
Civica e popolare.
La poltrona deve dare

a Beatrice Lorenzin,
la Signora dei vaccin,
che ha in Casini ed in Cicchitto
due campion che vanno dritto

al disastro col Pd
che a Rosato disse sì.
Terzo posto garantito
ed a Renzi il benservito.

Grazie al podio conquistato
ed a Silvio restaurato
con la tecnica egiziana
che una mummia rende umana,

una coppia al centro avanza,
frutto vil dell’alleanza
fra un Pd da sempre in crisi
dove tutti son divisi

e l’antica Forza Italia
che il caimano tenne a balia
con l’aiuto dei mafiosi.
Et voilà, viva gli sposi

del governo a larghe intese
di un immemore Paese!
Pronubo quel Mattarella
che farà la damigella.

Lieto fine, se va bene
e la coppia i voti ottiene
per far una maggioranza.
Ma se è grande la mattanza

e al caiman marron crinito
servirà più d’un partito
per formare il suo governo,
finirà il Pd all’inferno

e anziché essere sposa
sarà sguattera vogliosa,
lieta quando il Cavaliere
le palpeggerà il sedere.

blog MicroMega, 22 febbraio 2018

Eugeniocrazia

Ecco perché la legge elettorale non viola la democrazia.
(la Repubblica, 15 ottobre 2017)
La sera andavamo a Predappio.
(il Fatto Quotidiano, 17 ottobre 2017)
Odiato da Calvino, lo Scalfari fascista non finisce mai.
(il Fatto Quotidiano, 28 ottobre 2017)
La nuova Repubblica di Berluscalfari. Il fondatore: “Tra B. e Di Maio voto B.”
(il Fatto Quotidiano, 23 novembre 2017)
Barbapapi.
(ibidem)

Eugeniocrazia

Gli anni son novantatré,
ma bisogna dire che
Scalfari non cambia mai,
è continuo il suo viavai.

Fu fascista con il Duce,
poi, smorzata la gran luce
del mussoliniano impero,
democratico sincero

con più vesti: liberale,
pannunziano, radicale,
con Bettino socialista
e poi filocomunista,

pro De Mita ed occhettiano,
pro D’Alema e ancor prodiano,
di Veltroni appassionato
e di Ciampi innamorato,

mangiapreti, filo papa
con Francesco che lo arrapa,
anti Renzi con Enrico,
dopo Letta grande amico

del campion dei fanfaroni
e poi filo Gentiloni.
Dopo il giovanile errore
si può dir senza timore

come, pur se molto erratico,
abbia fatto il democratico.
Settant’anni a garanzia
d’amar la democrazia.

Ma ad un tratto il Direttore
outing fa da colpo al cuore:
“La democrazia fa schifo,
per l’oligarchia fo il tifo!

Rosatellum? Grande legge
che dal popolo protegge
la catena di comando,
ché sarebbe abominando

un governo a Cinque stelle.
Ne vedremmo delle belle
se vincessero i grillini
populisti cittadini!

Perciò è ben fare di tutto
perché perdano di brutto
e, se vincon le elezioni,
non arrivino ai bottoni.

Zagrebelski è un caro amico,
ma, ahimè, non capisce un fico.
Io gli dico, cuore in mano:
“Credi al popolo sovrano

che comanda e che decide
per far vincere le sfide?
No, Gustavo, è una follia!
Chiamasi democrazia

quella che tu ingenuo invochi.
La sovranità è di pochi
che decidon per i molti,
non comprenderlo è da stolti.

Se poi sono nominati
dai partiti e non votati
dalla gente, dammi retta,
è un’oligarchia perfetta!”

Passa qualche settimana
e di nuovo si sputtana,
questa volta alla Tivù.
Dice a Floris suppergiù:

“Fra Di Maio e Berlusconi
alle prossime elezioni
sceglierei l’ex Cavaliere…”
Bravo il nostro gazzettiere!

Che si scorda Mondadori,
il bazar di senatori,
testimoni, magistrati,
finanzieri e deputati,

il conflitto di interessi,
la miriade di processi,
prescrizion, frodi fiscali,
i mafiosi suoi sodali,

le special leggi per sé,
i disastri da premier,
Papi con le sue Olgettine,
la culona oltre confine,

Sua Emittenza e il piduista.
Bravo il nostro giornalista
che in un attimo, una sera
si sputtana la carriera

onorata in apparenza,
ma in odor di connivenza!
Cosa dire al birichino?
Ciò che gli scrisse Calvino

quando Eugenio per Benito
l’intelletto avea smarrito,
scrittor su un suo giornalaccio:
“Caro Eugenio, sei un PAGLIACCIO!”

MicroMega, 4 dicembre 2017

Rosato, più che un uomo un Calderoli

Rosato il super eroe che verrà ricordato con i poster sui muri.
(il Fatto Quotidiano, 10 ottobre 2017)

Rosato, più che un uomo un Calderoli

Un che sale tutti pioli,
un novello Calderoli,
genial azzeccagarbugli
inventor di turpi intrugli,

leccaculo come pochi,
ideator di laidi giochi
per fregare gli elettori,
del boy scout un degli amori.

Ma chi è mai questo prodigio?
E’ Rosato, ometto grigio
che poiché non vale niente
sale inesorabilmente

gli scalini del potere.
Di Trieste, ragioniere,
banca ed assicurazioni,
chiesa, preci e comunioni,

nasce col rosario in mano
e da buon democristiano
segue tutta la trafila
che lo porta in prima fila

servo del toscan bebè.
Parte con Illy caffè,
consigliere comunale,
provincial e regionale,

triestin sindaco fallito,
il brillante margherito
alla Camera è approdato
e dal tre fa il deputato,

senza infamie e senza lodi.
Al governo va con Prodi
come sottosegretario,
uno zero leggendario.

Finalmente Renzi arriva
ed a furia di saliva
e di lingua da famiglio
entra nel magico giglio.

Ivi giunto, si arrovella
e da fan di Mattarella
ne sostiene l’elezione
in aiuto al fanfarone

che lo premia lì per lì:
capo gruppo del Pd
con Speranza che abbandona
quella comoda poltrona.

Col sorriso da orso Yoghi
lo s’incontra in sol due luoghi:
alla Camera, ovviamente,
dove quotidianamente

fa il megafono renziano
e con far democristiano
ne trasforma ogni renzata
in fantastica pensata

e da Vespa, a Porta a porta,
dove con parlata accorta
da perfetto signorsì
fa l’elogio del Pd.

Ora di Illy lo scolaro
sembra diventato un faro,
un eroe, una leggenda:
s’inventò la legge orrenda

per le prossime elezioni.
Trucchi, false coalizioni
che poi scompaiono in fretta,
frodi, bluff, liste civetta,

pluricandidati a iosa,
una legge vergognosa
ed incostituzionale.
Una truffa colossale.

Rosatellum han chiamato
l’opus magnum di Rosato,
uomo senza qualità
che alla storia passerà.

blog MicroMega, 17 ottobre 2017

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