Ha da passà ‘a nuttata

Ha da passà ‘a nuttata

I sondaggi son sempre più impietosi:
ci sorbiremo smisurate dosi
di Giorgia tutta Dio, Patria, Famiglia
ed altra luccicante paccottiglia.

Le abbiam provate tutte. Il Cavaliere
che agli anziani promette le dentiere,
si fa le leggi sul falso in bilancio
ed alla corruzion dà grande slancio,

difende i sui conflitti di interessi,
manda a vuoto decine di processi.
Ingaggia gli stallieri misteriosi,
fa affari coi quattrini dei mafiosi,

si fa vagoni di leggi vergogna,
i giornalisti scomodi sbologna
e poi, cacciato a calci nel sedere,
va a un passo dalle italiche galere.

Abbiam sentito Renzi il parolaio
fare promesse come un marinaio:
una riforma al mese innanzi tutto,
un Job’s Act col lavoro come frutto,

l’altolà ai conflitti di interessi,
la fine dei lunghissimi processi.
Tanti quattrini per la scuola buona
e per la sanità che non funziona,

lo ius soli per tutti i forestieri
e per i bimbi bianchi, gialli e neri.
Più attenzione per ogni cittadino
e per chi ha fame pastasciutta, vino

e bistecche che pesano sei etti
con l’aiuto di Oscar Farinetti.
Con il Senato delle autonomie
tenta la massima delle follie.

Quel Senato diventa il suo Calvario
e il Bomba se ne va dimissionario.
Dopo il Berlusca e Renzi un altro guaio,
abbiamo avuto Conte e il salvi-maio,

un’ammucchiata Lega-Cinque stelle
e la più grande delle marachelle:
l’anticipo dell’infuocato inferno
con Salvini ministro dell’Interno

che spara i suoi decreti sicurezza
e chiude i porti con brutal bassezza.
Null’altro ha fatto il bufalaro verde,
il furbacchion che vince pur se perde,

il baciapile, Capitan Mojito
che governa calzando le infradito.
Alla fin col discorso del Papeete
si è segnato una tragica autorete.

Per ultimo abbiam visto Mario Draghi,
l’uom che cammina sopra mari e laghi,
governa per il bene dei padroni,
e per dare a Zelinsky più cannoni,

guerrafondaio al massimo livello
e degli Usa fedele damigello.
Ma pur se dai giornal molto esaltati
anche i migliori vengono cacciati.

Dopo avere provato tutto questo,
Silvio, Salvini, Renzi, Draghi e il resto
che paura può farci la Meloni
con il suo team di vecchi fascistoni

che invoca ancora Dio, Patria, Famiglia?
Giorgia arriva? Un battito di ciglia
ed aspettiam che l’uragano passi
con l’arrivo di nuovi satanassi.

24 settembre 2022

Il trio sciagura

La corsa della Meloni (e la rincorsa dei due).
(il Fatto Quotidiano, 28 agosto 2022)
Salvini. Il leghista “copia” l’agenda della leader però crolla nei sondaggi.
(ibidem)
Berlusconi. Il manuale ai candidati. “Non parlate mai di Giorgia premier”.
(ibidem)

Il trio Sciagura

Il trio Sciagura con Giorgia Meloni,
Matteo Salvini e Silvio Berlusconi
si appresta a governare il Belpaese
con le elezion che si terran fra un mese.

Tutti i sondaggi son molto impietosi
e i dem soltanto, falsi speranzosi,
fan finta di aspettarsi la vittoria
fra una baruffa e una giaculatoria.

La Meloni si vede già premier
e avverte Mattarella: “Presidé,
non è che poi se vinco tu mi freghi
e per palazzo Chigi un altro impieghi…”

Degli alleati non si può fidare
con Salvini già pronto a tentennare:
“Prima si voti e dopo Mattarella
ci sfornerà la sua miglior ciambella!”

Nel frattempo in campagna elettorale
insegue Giorgia come una rivale:
lei parla nelle Marche e corre in Puglia?
In Puglia e nella Marche lui farfuglia.

Lei va in Sicilia a fare i suoi sermoni?
Matteo la segue per le sue concioni.
Pur sui social si appropria dei suoi temi:
gli stessi quotidian mini problemi,

la stazione che è piena di immigrati,
la vergogna dei cani abbandonati
e i giovani che sniffan cocaina.
Nei sondaggi Salvini sta in cantina

ma si illude che Forza Italia e Lega
prendano un voto più della collega
e dopo si vedrà cosa succede
e chi sarà di Super Mario erede.

Per l’altro socio Silvio Berlusconi
non sembran susseguirsi le stagioni.
È già un quarto di secolo passato
ma per il Cavalier nulla è cambiato:

ai pensionati gratis le dentiere,
nei tribunal divise le carriere,
per la Sicilia il Ponte sullo Stretto,
agli evasori il solito buffetto,

men tasse da pagar per tutti quanti
e organizzare più cene eleganti.
A chi si candida vien consegnato
Il manual del bravo candidato:

dress code, gestualità, sguardo, postura,
per denti e ascelle diligente cura,
mai dir che la Meloni andrà al potere,
i trionfi lodar del Cavaliere

e sempre dir che la vittoria in vista
arriva perché Silvio è sceso in pista.
“Cara Giorgia, son questi gli alleati
coi qual goder dei buoni risultati.

Ma ricorda: sei fuori dal sistema
per il quale pertanto sei un problema.
Il traguardo non è arrivare al top
ma l’evitare lo scontato stop.

L’ombra di Draghi ti accompagnerà
e la melassa ti imprigionerà.
Quando qualcuno arriverà col cappio
con fiamma tricolor fuggi a Predappio”.

Tu vuò fa’ l’americano

Draghi avverte Biden: “L’Europa chiede pace”.
(il Giornale, 11 maggio 2022)
“Putin non ci ha divisi”.
(Corriere della Sera, 11 maggio 2022)
Il patto della Casa Bianca.
(la Repubblica, 11 maggio 2022)
L’asse Niente Nulla.
(il Fatto Quotidiano, 12 maggio 2022)
Pacifista, ma atlantista: ed è subito estasi mariana.
(ibidem)

Tu vuò fa’ l’americano

L’uom che in Europa non alcun rivale
è corso in Usa nello studio ovale
per un colloquio con il presidente
al qual si è presentato riverente

come già tutti i premier che in passato
il padrone di casa hanno ossequiato.
Quale il progetto, quale l’obiettivo,
qual ruolo vuol giocar l’italo divo?

Per non sbagliare gioca più di un ruolo:
per compiacere Joe fa il guerraiolo,
per compiacere il Papa il pacifista,
per compiacer Macron l’equilibrista

sperando di sembrare un mediatore.
Per fare dell’Europa il primattore
si estasia quando Biden dice che
“Ha messo insiem la Nato con la Ue”.

Fra un Biden che sonnecchia e parla poco
e un SuperMario senza il sacro fuoco
non contan quel che dicon le parole
poiché risulta chiaro come il sole

che ognuno poi interpreta a suo modo
quello che dicono, tutto fa brodo.
L’incontro fra i due boss non serve a nulla,
ognun con quel che dice si trastulla

ben sapendo che più delle opinioni
conteranno le successive azioni
e, malgrado le pacche sulle spalle
nell’ascoltar le rispettive balle,

ciascuno resterà con la sua idea,
il padrone e il lacchè senza livrea.
Ogni giornale spara il suo progetto
ed ogni titolo è il suo grilletto.

Solo la verità è ciò che manca.
“E’ questo il patto della Casa bianca!”
“Questo è un patto per Kiev, storico evento”.
“Un formidabile allineamento!”

“Il premier preme per il negoziato!”
“Un ponte sull’Oceano si è gettato!”
“Asse di ferro, Joe e Mario uniti”.
“Per staccarci gli sforzi son falliti!”

“Draghi in Usa, una spinta per la pace”.
“Fai la pace con Putin!” è il più audace.
Finito il tète a tète, cambia scenario:
manda i cannoni a Kiev SuperMario

e stanzia altri miliardi il presidente.
A chi è più attento forse torna in mente
che nel duemiladue fu Berlusconi,
presenti di Usa e Francia i capoccioni,

a far la cosa giusta, preso in giro
da quasi tutto il mondo. Vladimiro
fece volare a Pratica di Mare
e con la Nato lo volle sposare

a caccia di un doman meno fetente.
Nel veder ch’è successo di recente
il Cavalier l’aveva indovinata:
sembrava ma non era una cazzata,

quella Nato non era il miserere.
Quale morale se ne può ottenere?
Anche una pendola rotta e vetusta
segna due volte al giorno l’ora giusta.

Domani, 19 maggio 2022

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