L’ultimo imbroglio

Un milione di posti, bonus bebè e dentiere gratis per tutti, vent’anni di miracoli di Silvio.
Ecco le promesse dell’eterna televendita.
(la Repubblica, 4 febbraio 2013)
Un milione di promesse elettorali.
(il Fatto Quotidiano, 4 febbraio 2013)
Berlusconi, l’imbroglio dell’Imu.
(la Repubblica, 20 febbraio 2013)
Imu, c’è truffa per te.
(il Fatto Quotidiano, 20 febbraio 2013)
Truffati da Berlusconi, in coda al Caf per l’Imu.
(il Fatto Quotidiano, 21 febbraio 2013)
Imu, proteste e un sit-in contro il Pdl.
(la Repubblica, 22 febbraio 2013)

L’ultimo imbroglio

E’ arrivata la missiva
del caimano all’offensiva:
“L’Imu viene rimborsata!”
L’ultima ciarlatanata

dedicata ai creduloni
dal bugiardo Berlusconi
che, testardo come un mulo,
li riprende per il culo.

Entusiasti tutti i fan:
malfattor, nonne, ruffian,
servi, gnocche, piduisti,
evasori e tangentisti.

Gente che, senza memoria,
non impara dalla storia
e va fiera degli inganni
dell’anziano barbagianni.

Basta un piccolo inventario
a illustrarne il campionario.
Meno tasse a tutti quanti.
Taglio dei politicanti,

deputati e senatori.
Stop al bollo sui motori,
auto, motorini e moto.
L’Aquila post terremoto

da rifarsi in un istante.
Centomila nuove piante.
Golden card. Bonus bebé.
Conclusione della A tre,

da Salerno fino a Reggio.
Messa a punto dell’aggeggio:
internet, impresa , inglese.
Più pensione e fine mese.

Stop al canone tivù.
Vita fino a cento e più.
Poliziotto di quartiere.
Per gli anziani le dentiere

con l’Operazion Sorriso.
Ai condoni un no deciso.
La sconfitta del tumore.
Per i giovani in amore

bonus per le locazioni.
Riduzion dei mascalzoni.
Men comunità montane.
Ai vecchietti un gatto o un cane,

gratis cinema, museo,
le partite del torneo
nonché i viaggi in ferrovia.
In tre dì monnezza via.

Men province, via sciò sciò!
Grandi opere a gogò.
Il bel Ponte sullo Stretto,
in Sicilia benedetto.

Nuovi posti di lavoro,
a milioni, un bel tesoro.
I servizi delle Poste,
versamenti, incassi, imposte,

resi al vostro domicilio.
Lampedusa non più esilio:
in tre dì via gli immigrati.
E un bel golf con verdi prati.

Ed il Nobel per la Pace.
Siamo a trenta. Una procace
bella gnocca per ciascuno
porta Silvio a far trentuno.

Color che, malgrado tutto,
credono nel farabutto
pronti ad essere fregati,
stian con i calzon calati.

Gli indignati come noi
che stan fuor dal parco buoi
san che è l’ultima invenzione
dell’ignobile imbroglione.

blog MicroMega, 23 febbraio2013

Ce lo chiede l’Europa, più cani per tutti

Berlusconi, santo e amante dei cagnolini.
(il Fatto Quotidiano, 5 febbraio 2013)
Stile Usa per Monti, lancia Elsa per scaldare i cuori.
(la Repubblica, 7 febbraio 2013)
Monti da “consigliere” di B a imitatore.
(il Fatto Quotidiano, 7 febbraio 2013)
E col cucciolo Empy Mario spopola su Twitter.
(la Repubblica, 8 febbraio 2013)
Cane, amore e fantasia.
(il Fatto Quotidiano, 8 febbraio 2013)
Twitter dixit.
(ibidem)

Ce lo chiede l’Europa: più cani per tutti

Mario Monti ha tratto il dado.
Sulla strada del degrado
per raccogliere più voti
par qualcuno lo piloti.

Dice un suo suggeritore:
“Mister Monti, non ha cuore,
troppo algido, elitario.
Far qualcosa è necessario!”

E compare la consorte
e dei nipotin la corte
a far del tecnico dotto
nonno Spread che nel salotto,

una sciatica rischiando,
sul tappeto sta giocando
con Tommaso, il nipotino.
Donna Elsa è lì vicino

che lo guarda compiaciuta.
Poi la scena a un tratto muta.
In tivù il Berlusca brilla
con il can della Brambilla.

Non c’è più la sua morosa,
a Telecafon sciantosa:
o per gelosia dei servi
o a Angelino sta sui nervi

o è il timor che Katarina,
passional montenegrina,
faccia un pandemonio immane.
Meglio spupazzarsi un cane.

Mario Monti, sempre pronto
al più ignobile confronto,
va a Barbariche Invasioni
e, alla Silvio Berlusconi,

si fa dar senza ritardi
Trozzy, il can che la Bignardi
fra le braccia gli sistema:
del degrado ecco l’emblema.

Il cagnetto sembra un nano,
ma si dice sia un alano
dimagrito per le tasse.
La vergogna non bastasse,

Monti il cane dà alla scorta
ed a casa se lo porta,
battezzandolo Empatia.
Pierluigi, con maestria,

per arruffianarsi Monti
con Sel taglia tutti i ponti,
confidando al professore:
“Non è Vendola il mio amore,

troppi intralci, troppe grane.
Il mio motto è: Yes, we cane!”
Vinceran questi omarini,
sarem tutti barboncini

sistemati come i greci,
con un Pil a meno dieci,
ma i politici gentili
toglieran l’Imu ai canili!

blog MicroMega, 11 febbraio 2013

Il pifferaio di Arcore

Monti accusa Berlusconi: “Pifferaio magico, tasse colpa sua”. La replica: parole da mascalzone.
(la Repubblica, 15 gennaio 2013)
“Nei prossimi giorni un nuovo contratto con gli italiani.
Abbiamo commesso degli errori, ma i nostri elettori torneranno a votarci”.
(ibidem)
Bugia del giorno. Il caimano: promesse sempre mantenute.
(il Fatto Quotidiano, 15 gennaio 2013)
B e Schettino: la colpa è sempre degli altri.
(ibidem)

Il pifferaio di Arcore

Dodici anni son passati
da che il re dei processati
ebbe un lampo eccezionale:
un contratto elettorale!

Fu di Vespa la regia:
una grande scrivania,
carta in bollo, testimoni
e di palle tre vagoni.

“Gli obiettivi sono cinque:
riduzion di chi delinque,
per il fisco meno tasse,
più lavoro per le masse,

forti aumenti alle pensioni,
ponti, strade e costruzioni.
Tre soltanto ne realizzo?
Vado via, mi polverizzo!”

Così con Vespa notaio
esordì quel pifferaio,
copyright Monti in tivù,
nel magar topi in tribù:

carampane religiose,
malfattor, schiere mafiose,
anzianotti senza denti,
preti e suore dei conventi,

evasori, piduisti,
creduloni, camorristi,
ladri, zoccole, ruffiani,
faccendier, vip vaticani

han seguito il pifferaio,
per promesse marinaio.
E sappiam come finì.
Il signor Ghepensimì

non ha mantenuto un cazzo
e con sordido strombazzo
ne spiegò pure la causa:
magistrate in menopausa

toghe rosse e femministe,
tivù e radio disfattiste,
Corte Costituzionale,
Parlamento demenziale,

alleati, partitini,
traditori come Fini,
Angie Merkel, Sarkozy,
banche crucche e del Malì,

quotidiani, opposizione
e, infin, la Costituzione
fatta da politicanti
con dei vincoli aberranti

per i qual non può un premier
farsi i fatti suoi per sé.
Nonostante ciò che avvenne,
il caiman, quasi ottantenne,

al suo ruolo è ritornato,
imbolsito, restaurato,
non più l’Unto del Signore,
ma ancor grande mentitore.

Gnocche, servi, piduisti,
carampane ed affaristi
a lui tornano entusiasti
in attesa dei suoi guasti

e di scarsi guiderdoni.
Torneranno i creduloni
a seguire il pifferaio.
Ma è successo un grosso guaio

che può l’uomo dei prodigi
privar di Palazzo Chigi,
la vittoria decretando
di un oppositor nefando.

Non lo vuol più Benedetto
e ha un dilemma il poveretto:
o ad Antigua col suo amore
o in galera a San Vittore.

blog MicroMega, 21 gennaio 2013

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