Enrico palle d’acciaio

La scommessa di Letta: “Avanti oltre il 2015”.
Ma per guidare la scissione del Pdl Alfano chiede di cambiare le tasse sulla casa.
(la Repubblica, 1 novembre 2013)
La decadenza slitta a dicembre, prima il voto sulla legge di stabilità.
(la Repubblica, 5 novembre 2013)
Crescita, l’Istat gela il governo. “Sovrastimato il Pil del 2014”.
(ibidem)
Deficit, l’Italia bluffa sui conti.
(il Fatto Quotidiano, 5 novembre 2013)
La seconda rata Imu torna in ballo. Saccomanni: “Non facile evitarla”.
(la Repubblica, 6 novembre 2013).
Ue taglia le stime sull’Italia. “Servono altri aggiustamenti”. Ma il deficit al 3% è salvo.
(ibidem)
Tributo al ministro. La Cancellieri trionfa alla Camera.
(il Fatto Quotidiano, 6 novembre 2013)
Stangata europea su Letta: troppo deficit, non scherzate con l’Imu.
(ibidem)
In Europa dicono che ho palle d’acciaio”, così Letta finisce nel tormentone maschilista.
(la Repubblica, 8 novembre 2013)
Enrico “palle d’acciaio” e la montagna di carta.
(il Fatto Quotidiano, 8 novembre 2013)

Enrico palle d’acciaio

Forse in preda ad una canna,
Letta disse fra gli osanna:
“Il governo che dirigo
è oramai talmente figo

che oltre il quindici vivrà,
grazie alla stabilità!”
Di Angelino col supporto
sogna le riforme in porto:

qui la legge elettorale,
là il Senato federale
e poi men parlamentari
e successi straordinari

anche per l’economia.
Democrista ipocrisia
o la verità del saggio?
Sarà periglioso il viaggio

fra nemici di ogni risma
sempre pronti al cataclisma.
Perché è un pendolo Angelino
che, svegliandosi al mattino,

tira i dadi per sapere
se è nel dì del Cavaliere
od in quello del governo
da ministro dell’Interno.

Perché Mister Saccomanni
ogni giorno può far danni.
Se è nel giorno da bugiardo,
dirà prossimo il traguardo

di un bilancio ormai assestato
dalla Ue certificato.
Se è nel giorno da sincero,
farà guai dicendo il vero:

l’Imu non si può abolire
mentre il Pil non vuol salire,
calano prezzi e consumi,
le assunzion vanno in frantumi

e dovran salir le tasse.
Fan casino le grancasse
dei lacchè del Pdl,
delle tasse sentinelle.

Letta sa che la protesta
è una scusa disonesta
per dribblar la decadenza
del caiman, Sua Delinquenza,

ma di non saperlo finge,
mentre con il braccio cinge
la ministra Cancellieri.
“La sfiducia? Siamo seri,

solo per umanità,
che così bella la fa,
ha salvato la Ligresti.
E nessuno le contesti

l’amicizia col bandito.
Spero tutti avran capito
Qual è il senso della casta:
che nessun la tocca e basta!”

Oltre il quindici vivrà
grazie alla stabilità,
purché nulla cambi mai:
l’esodato coi suoi guai,

il precario, l’indigente,
chi soccombe per l’ambiente,
chi restò senza lavoro,
chi sta mal, tutti costoro

debbon stare fermi e zitti,
nonché privi di diritti,
perché non cada il governo.
Là sul Colle il Sempiterno

dettò a tutti la sua legge:
la stabilità protegge
i diritti della casta.
Poi si fece mummia e … basta!

blog MicroMega, 9 novembre 2013

Angelino senza antenna

“Angelino, è tempo di decidersi”. Letta incalza per blindare il governo.
(la Repubblica, 29 ottobre 2013)
Alfano frena, ma Silvio non si fida. “Ora in piazza contro la decadenza”.
(ibidem)
Alfano si piega a B. Il vicepremier: “Niente scissione, il leader è Silvio”.
(il Fatto Quotidiano, 29 ottobre 2013)
Angelino si è arreso al metodo Boffo.
(il Fatto Quotidiano, 30 ottobre 2013)

Angelino senza antenna

Ha un bel dire Enrico Letta
ad Alfano: “Corri in fretta
lungi dal caiman bandito.
O abbandoni quel partito

o il governo che presiedo
finirà cotto allo spiedo,
anzi finirà bruciato
e col Re dimissionato!”

Angelino, senza antenna,
sembra fuori di cotenna:
corre, frena, si arrabatta,
nella sua cuccia si acquatta

e poi n’esce all’improvviso
al gran passo ormai deciso,
ma lo fulmina un sondaggio.
Senza quid, senza coraggio,

senza il becco d’un quattrino,
senza il cul del meneghino
da leccar per un dolcetto,
senza far lo scendiletto

sotto il piede del padrone,
senza comode poltrone,
senza voti, senza fan,
non farà la fin d’un can

scaricato in autostrada?
Non farà, ben che gli vada,
la fin di Gianfranco Fini,
di Mastella, di Casini?

Fra i compagni di avventura
già si nota una frattura:
da una parte i bravi pupi,
come sono Nunzia e Lupi,

il ciellino e la sannita,
e dall’altra chi lo invita
a buttarsi a capofitto
per spaccar tutto: Cicchitto,

Formigoni, Quagliariello.
Non bastasse il gran bordello
che già fan falchi e colombe,
or che la scissione incombe

le colombe son divise:
di là stanno le decise
e di qua le cagasotto.
Ed è ancor lontano il botto

del caimano decaduto.
Angelino, sei fottuto.
Da un parte Enrico Letta
pronto a darti una paghetta

per il bel servizio reso,
ma soltanto, beninteso,
finché Renzi non lo caccia.
E dall’altra il faccia a faccia

col caimano inviperito:
“Angelino, mi hai tradito
ed il modo ancor mi offende.
La mia punizion ti attende:

starai senza la poltrona,
senza gran, senza corona
e Daniela Santanché
farà ciò che vuol di te!”

l’Universale, 2 novembre 2013

Anche i sacristi bluffano

Lampedusa, scontro sulla Bossi-Fini. Nuova spaccatura nella maggioranza.
(la Repubblica, 6 ottobre 2013)
Letta: il ventennio è finito.
(la Repubblica, 7 ottobre 2013)
Biancofiore dimissionata in diretta tv.
(ibidem)
Letta: “Ventennio finito”. Alfano: no, B. è il leader.
(il Fatto Quotidiano, 7 ottobre 2013)
Pd-Pdl, nuovo scontro sull’Imu.
(la Repubblica, 8 ottobre 2013)
Berlusconi tenta ancora Angelino. “Elezioni in primavera e sarai premier”.
(ibidem)
Fondi ai partiti, riforma incagliata.
(ibidem)
Nuovo duello Pd-Pdl: scontro su chi paga l’Imu.
(il Fatto Quotidiano, 8 ottobre 2013)
Imu, marcia indietro del Pd sulle case di lusso”.
(la Repubblica, 9 ottobre 2013)
Imu sulle case di lusso, il Pd ora non la vuole più.
(il Fatto Quotidiano, 9 ottobre 2013)

Anche i sacristi bluffano

Di Re Giorgio turafalle,
il felpato cacciaballe
con la faccia da sacrista
bluffa come un pokerista.

Giorni fa disse alla Sky:
“Son finiti tutti i guai
per il popolo italiano,
il ventennio del caimano

finalmente si è concluso!”
Angelino, lecco e annuso,
ha finito di leccare
per poter assassinare

col pugnal di Giunio Bruto
il suo Cesare ricciuto.
“Or che Alfano, il parricida,
ha stravinto la sua sfida,

ha una leadership marcata!
Finalmente è assicurata
una gran stabilità
e il governo non cadrà!”

Che illusione! Chi era morto
in un attimo è risorto
e ha ripreso a dettar legge
alle pecore del gregge.

Senzaquid non è riuscito
a dividere il partito
e il combattimento incombe
tra leal, falchi e colombe.

La stabilità traballa
e già s’apre qualche falla
nella barca di un governo
che oramai sembrava eterno.

Mantener per il riccone
l’Imu sulla sua magione?
Per Schifani è male estremo:
“Certo non arretreremo!”

Riveder la Bossi-Fini
e abolir dei clandestini
il reato d’esser tali?
“No, son il peggior dei mali!”

Sui quattrin per i partiti
fino ad ora son falliti
tutti quanti i tentativi
di far sì che non arrivi,

per color che a destra sono,
del caimano il ricco dono.
Come legge elettorale
la porcata di un maiale

in eterno resterà
dopo tanti bla, bla, bla.
Nonostante il nuovo clima
tutto resta come prima!

Colui che balle racconta
pensa che la gente tonta
creda ancora ad un sacrista
e ad un nonno comunista

e non sa che Berlusconi
vuole già nuove elezioni
e col Bruto segretario
sta sfogliando il calendario.

Ma una cosa va a suo onore:
Michaela Biancofiore
in tivù è dimissionata.
Questa sì ch’è una figata!

blog MicroMega, 11 ottobre 2013

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