Quid, pugnali e baciapile

L’assalto delle colombe Pdl. “Pieni poteri ad Alfano e poi espulsione dei falchi”.
(la Repubblica, 3 ottobre 2013)
Letta punta sul patto con Alfano. “Berlusconi è fuori, senza ministri, così andiamo avanti fino al 2015”.
(ibidem)
Napolitano: la fermezza ha vinto, scenario in movimento.
(ibidem)
Dal coniglio mannaro a Letta, torna tra perfidie e segreti, la sapienza democristiana.
(ibidem)
Letta continua, fiducia farsa sulle macerie di Silvio.
(il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2013)
Alfano tira fuori il quid e prova a prendersi il Pdl.
(ibidem)
Letta vince, per ora. Ma il Pd non fa festa: B. è ancora lì.
(ibidem)

Quid, pugnali e baciapile

Letta, è il giorno della gloria!
La magnifica vittoria
vien lodata da Sua Altezza:
“Con gran serietà e fermezza

ha convinto il Parlamento
e con lui mi complimento!
E’ stupendo il suo programma
poiché pone fine a un dramma

grazie alla stabilità
e a un po’ più di povertà!”,
gongola l’uomo del Colle
che ha ottenuto quel che volle:

un governo a larghe intese
senza più quel vecchio arnese
che per anni ha sostenuto
con presidenziale fiuto.

Letta, infatti, è stato bravo:
ha proposto a Alfano schiavo
di scambiare un po’ di quid
con un tradimento speed.

E lo schiavo ha detto sì!,
raccogliendo in pochi dì
un po’ di voltagabbana.
E’ una maggioranza strana

nella quale i personaggi,
ieri noti per gli oltraggi
pieni di rancore e fiele,
oggi sono latte e miele.

Formigoni, il superego,
ora dice grazie e prego.
Giovanardi, l’oltranzista,
parla come un pacifista

e il polemico Cicchitto
ora è un piduista zitto.
Tutto merito di Letta
che la solita ricetta

ha di nuovo cucinato
alla Camera e al Senato.
Con sapienza democrista
e il pugnal fuor della vista,

soporifero, gentile,
tutto in grigio, il baciapile
parlò con la nenia antica,
carezzevole, pudica,

da conventi ed abbazie,
da cenobi e da badie.
Parlò il giovane statista
con la voce da sacrista

le question nebulizzando,
i problemi triturando
e tornando ad un passato
con il senso dello Stato,

grazie ai meriti di Alcide.
Alla fin Monti sorride,
pregustando un grande Centro
con i democristi dentro,

prelevati , anime belle,
dal Pd e dal Pdl.
Per non dire di Fioroni
che già sogna due scissioni

con la neo Dc che sbanca
chi sta a dritta e chi sta a manca.
Grazie a Letta e al suo compare
non ci resta che sperare

ciascun prenda la sua strada.
Perderemo, mal che vada,
col Pd di rosso tinto?
Ma quand’è che abbiamo vinto?

blog MicroMega, 4 ottobre 2013

Emergenza Letta

Letta dal Meeting sfida Berlusconi. “Chi segue interessi di parte verrà punito. Già in ottobre cambiare il porcellum”. Stoccata anche alla fronda del Pd: “Alt ai professionisti del conflitto”.
(la Repubblica, 19 agosto 2013)
Messa coi ciellini e larghe intese, a Rimini un revival in stile dc.
(ibidem)
“Resisto io a capo del centrodestra”.
Berlusconi dà il segnale di battaglia e il Pdl assedia di nuovo Napolitano.
(la Repubblica, 20 agosto 2013)
Abolizione del porcellum, il Pdl fa muro.
(ibidem)
B. va alla guerra totale: pressioni, minacce, dossier.
(il Fatto Quotidiano, 20 agosto 2013)
Avviso al Quirinale e al Pd: “Il governo finisce con Berlusconi”.
(ibidem)
B. non si salverà, gli restano soltanto i franchi tiratori.
(ibidem)

Emergenza Letta

“Emergenza uomo” è il tema
e il premier con l’anatema
apre il Meeting di Cl,
show di democriste stelle.

E’ prevista anche la messa,
essenzial santa premessa
a un incontro benedetto
e da Dio Padre protetto.

Giorgio Re, Sua Onnipotenza,
con la video conferenza
ed i soliti sermoni
miete applausi ed ovazioni,

funzionando da apripista
per la stella democrista,
salvatore del Paese
col governo a larghe intese.

Dove Monti un anno fa,
colto dalla cecità
a dalla cialtroneria,
vide nella galleria

una luce verso il fondo,
Letta Enrico fa un affondo
tipico della scamorza
che tuonando si fa forza.

“Un governo illuminato
ha da tempo cominciato
un percorso di speranza…
Che nessun, per tracotanza

e interesse personale,
provi a farlo finir male
nel momento in cui la crisi
della fin dà i primi avvisi!

Con il popolo che aiuta
fermeremo la caduta,
ne usciremo, ve lo giuro,
se operiam per il futuro!

Dal porcellum cominciamo,
entro ottobre lo aboliamo”.
Con coraggio da leoni
Letta attacca Berlusconi.

Nell’emettere il ruggito
pare non aver capito
che, pur molto battagliero,
vale meno di uno zero,

di uno sporco pedalino,
poiché è solo un burattino
con ben tre burattinai.
Uno è Giorgio scaccia guai

che, tenendolo per mano,
lo portò in bocca al caimano.
L’altro è il noto galeotto
che ogni giorno si fa sotto

con minacce e con ricatti:
“O convinci i mentecatti
senator del tuo partito
a votar per un bandito

o il governo a larghe intese
finirà fra qualche mese,
alla faccia tua e del nonno”.
Terzo nel togliergli il sonno

è il Pd, un burattinaio
che ne vale un centinaio:
mille mani, cento fili,
cento menti, cento stili

per frenarlo e intimorirlo,
per fregarlo e per tradirlo.
Vivo per la parlantina,
Letta è un morto che cammina.

23 agosto 2013

La ripresa…per il culo

Politica & Palazzo. Da Letta a Berlusconi i governi “vedono” la ripresa (che non c’è) e chiedono stabilità.
(ilfattoquotidiano.it, 12 agosto 2013)

La ripresa…per il culo

La ripresa? Vecchia storia,
tutti annunciano baldoria,
fine d’un periodo immondo,
tunnel con la luce al fondo:

“Non è la locomotiva,
ma è la crescita che arriva
grazie alla stabilità.
Presto ognuno la vedrà

alla sola condizione
non ci sia qualche coglione
che, per far guerra al governo,
ci precipiti all’inferno!”

Cominciò Romano Prodi
che cercava in tutti i modi
di salvarsi dai brighella
suoi sodali e da Mastella,

ma andò a terra con un gancio
senza balzi e senza slancio.
Poi fu l’Unto del Signore
che, da grande mentitore,

citò i ristoranti pieni,
le vacanze in luoghi ameni,
l’invasion dei cellulari,
per mostrare che gli affari

progredivano decisi
e che grazie a lui la crisi
era in pratica passata:
“La ripresa è cominciata,

non scocciate chi lavora!”
E finimmo alla malora.
Anche il superprofessore
si spacciò per salvatore:

“Non staccateci la spina.
La Nazione era in rovina,
ma ai prodigi tanto attesi
mancan solo pochi mesi.

La ripresa non si vede,
ma dovete avere fede,
poiché è già dentro di noi!”
Capì tardi il parco buoi

che perfino i professori
sono grandi mentitori.
Ora tocca al prode Letta
dir che con la sua ricetta

la ripresa sta arrivando.
Anche Enrico sta tentando,
col governo che traballa,
di narrar la vecchia palla:

“Sol col mio governo, amici,
stan finendo i sacrifici,
le rincorse, le rimonte!
La ripresa è all’orizzonte!”

Con ordinativi al flop,
disoccupazione al top,
con il Pil sempre più giù
ed il debito più su,

alla fin del tunnel vede
una luce e in malafede
le dà il nome di ripresa,
mentre è una candela accesa

per seguirne il funerale.
Solo Giorgio, al Quirinale,
crede ancora a Enrico Letta,
la sua nuova marionetta.

13 agosto 2013

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