San Matteo

Il trionfo di Renzi, flop di Grillo.
(la Repubblica, 26 maggio 2014)
Il Renzi cannibale si pesa in Europa.
(il Fatto Quotidiano, 27 maggio 2014)
Il premier: “Ora più spazio, contiamo come Berlino”.
(la Repubblica, 28 maggio 2014)

San Matteo

Trionfo elettorale di Matteo
che al suono di grancasse e di fanfare
che coi suoi fan procedono in corteo
qualche dettaglio fa dimenticare.

Che ogni talk show ed ogni quotidiano
mentissero su Grillo e i Cinquestelle
oramai testa a testa col toscano
fa parte delle tante marachelle

dei gattopardi del nostro Paese
che il nuovo voglion prender con le molle.
Il primo gattopardo è il vecchio arnese
che attacca i populismi dal suo Colle:

quello di Forza Italia e Berlusconi,
notato invero sol da pochi dì
dopo che Alfano con i suoi campioni,
lasciato Silvio, inciucia col Pd.

Ma, innanzi tutto, quel di Beppe Grillo,
l’autor del boom che non fu percepito
dal nostro un po’ distratto nonno arzillo,
finché non diventò primo partito.

Soltanto Renzi non è un populista,
malgrado le promesse fantasiose
che di lui fanno un solido statista
che con un tweet risolve tante cose.

Altro dettaglio non indifferente
è l’astensione già dimenticata.
Se vota poco più di metà gente
la percentual va ridimensionata

e il quarantuno scende a ventitré:
su quattro un italian vota Pd!
Un altro piccolo dettaglio c’è
circa il confronto con lontani dì:

ai tempi di Veltroni l’Africano
prese il Pd, allora ancora in fasce,
di voti un milioncin più del toscano.
E un visionario ha detto senza ambasce:

“Mai nessuno dai tempi di Baffone
la sinistra han portato così in alto!”
Nell’ascoltare tale affermazione
chi ancor ragiona prova un soprassalto

ed è impossibile che non sentenzi,
mostrando uno stupore sconfinato:
“Da quando è di sinistra Matteo Renzi?
E’ un democristo fin da quando è nato!”

Quel Pd che doveva conciliare
i valori delle sezioni rosse
con quelli della Chiesa e dell’altare
è diventato, come niente fosse,

giorno per giorno la balena bianca
ed il rosso si è stinto poco a poco.
Qualche compagno, invero, ancora arranca,
ma il suo parlar si fa sempre più fioco.

E’ ormai conclusa la trasformazione
e nel momento in cui Papa Bergoglio
allevia della Chiesa l’oppressione
Renzi sal del Pd sull’alto soglio.

Padrone di un partito invertebrato,
sostenuto dal grande plebiscito,
benedetto dal Capo dello Stato,
dal proprio superego fatto ardito,

Pittibimbo si è fatto salvatore,
absit iniuria verbis, un messia
o quanto meno un Unto del Signore
che ci conduce sulla giusta via.

Riformerà l’Italia, il Continente,
riformerà, dopo l’Europa, gli Usa,
dell’Onu sarà fatto Presidente
e l’assunzione in ciel non sembra esclusa.

Ha twittato a un amico di recente:
“Basta col Paradiso e con l’Inferno,
anche lassù una riforma è urgente!
Bisogna rottamare il Padreterno!”

blog MicroMega, 28 maggio 2014

Adesso viene il bello!

Adesso viene il bello!

Dopo vent’anni Silvio Berlusconi
ogni giorno ci appar più disperato,
mentre si ferma a tutte le stazioni
della via crucis verso il suo commiato.
Scajola, il suo compare, sta in galera
e Dell’Utri, che è quasi un suo fratello,
quanto prima ci andrà su una pantera.
Altri sodal son pronti al chiavistello,
a cominciar da Fitto, il ras pugliese.
Alcuni amici se ne sono andati
per salvar, con le mini larghe intese,
le poltrone su cui sono inchiodati.
Perfino Bonaiuti se ne andò,
il fedelissimo suo portavoce,
mentre Bondi che tanto lo leccò
medita di lasciarlo, un caso atroce.
Le Olgettine son sparse per il mondo,
non più burlesque, non più cene eleganti,
restan Francesca, quel cagnetto immondo,
Toti ed un altro paio di badanti.
I tribunali son sempre in agguato
con la prostituzione minorile,
la concussion, gli acquisti del Senato.
Ogni giorno un sondaggio un po’ più ostile.
Va alla caccia di candidi elettori
con le vecchie promesse di dentiere,
con la storia di golpe traditori
e l’incontro coi cani del quartiere.
Il servizio social, pur se ridotto,
di Silvio limita la libertà
e lui si sente come un galeotto
che a pane ed acqua in una cella sta.
A chi lo ascolta pare uscito pazzo
poiché non sempre ha senso quel che dice
nell’alternar del guitto lo strombazzo
con il mugugno d’un vecchio infelice.
Per chi lo ha combattuto per vent’anni
sembrerebbe il momento del successo
con la fin delle angosce e degli inganni.
Illuso, perché il bello viene adesso!
A giorni arriva il voto per la Ue
e un trivio si presenta all’elettore:
qui la vittoria dei grillini c’è,
là c’è il trionfo del rottamatore
ed in mezzo sta un sostanzial pareggio.
Per quanto abbiamo visto fino ad ora
la vittoria di Grillo e Casaleggio
non può che portar tutto alla malora.
Non si governa solo con la scopa,
sol con i kamikaze e le invettive,
fuori dall’euro e fuori dall’Europa
non c’è niente da fare, non si vive.
Col pari tornan Silvio e il dèjà vu,
l’inciucio col governo a larghe intese
poiché il Re che comanda da lassù
per fotter Grillo impone il vecchio arnese.
Ma se vince il Pd cosa succede?
Vien dopo Berlusconi il Berluschino
che ne diventa ufficialmente erede,
pur senza la Pascale e il barboncino.
Il megalomane, Napoleone,
il Salvator toscano, il capo banda,
il giustizier della Costituzione
che promette di fare e poi rimanda,
il superego della parrocchietta,
l’incrocio fra la Tatcher e quel Blair
che fu per la sinistra la disdetta,
colui che dichiarando il suo voler
di conquistare i voti del caimano
per la sinistra un sacco d’odio svela,
sarà il nuovo miracolo italiano?
Occhio al teschio… Da usare con cautela!

blog MicroMega, 21 maggio 2014

Grillo e il Nonno Costituente

Boldrini “ghigliottina”. M5S occupa Montecitorio.
(il Fatto Quotidiano, 30 gennaio 2014)
Il regalo alle banche di 4,2 miliardi.
(ibidem)
Parlamento, la guerra di Grillo.
(la Repubblica, 31 gennaio 2014)
Insulti sessisti, le deputate denunciano il grillino.
(ibidem)
Il M5S chiede l’impeachment. “Napolitano viola la Costituzione”. Ma il gruppo al Senato si spacca.
(ibidem)
Quell’insulto da Olgettine per le deputate Pd.
(il Fatto Quotidiano, 31 gennaio 2014)
Grillo, assalto web alla Boldrini.
(la Repubblica, 2 febbraio 2014)
La rete vomita sulla Boldrini.
(il Fatto Quotidiano, 2 febbraio 2014)
Tutti contro Grillo: “Barbarie!”
(la Repubblica, 4 febbraio 2014)
Gli eletti di Grillo annunciano un nuovo ostruzionismo sui prossimi decreti e lasciano la Commissione contro l’ennesima fiducia del governo sullo svuota-carceri.
(il Fatto Quotidiano, 4 febbraio 2014)

Grillo e il Nonno Costituente

Povero Grillo, come si è sbagliato!
Credeva un vaffanculo sufficiente
a migliorare un poco questo Stato,
ma non aveva, ahimè, capito niente.

Si era illuso di lavorare solo
con giovani di buona volontà:
“Usi il pc? Sei candido? Ti arruolo,
e in un amen l’Italia cambierà!”

Credeva che il linguaggio di un buffone
valesse pure fuori dalla scena,
ma il Parlamento è pieno di persone
che son come pagliacci nell’arena.

Credeva di dirigere a bacchetta
la giovane e inesperta compagnia,
come fa coi suoi fan un capo setta,
ma non è questa la democrazia.

Credeva soprattutto che una stalla
si potesse pulir senza sporcarsi,
qua e là volando come una farfalla
che non ne vuol sapere d’immerdarsi.

Considerato alieno dalla casta,
tutti quanti gli son volati addosso
con profusion di “Mai!”, di “Zitto!”, “Basta!”
e col “Bum!”non sentito dal Re rosso.

Prender botte da orbi quotidiane
al suon di “No!” a leggi e emendamenti
richiederebbe uno sforzo immane
per evitare quei comportamenti

che sono quelli che la casta vuole
per farsi, come sempre, i fatti suoi.
Parte l’insulto e, chiaro come il sole,
si scatenano i luridi avvoltoi

che le forme condannano soltanto
per celar le ragion della protesta.
Ed allora sparisce per incanto
la mossa ingannatrice e disonesta

che nel medesimo decreto ha messo
lo stop all’Imu con gli sghei alle banche:
con un man si dà la mancia al fesso,
con l’altra gli si fregan le palanche.

Come avviene per il “vuota-prigioni”:
enfasi sulle furie dei grillini,
silenzio sui banditi e i mascalzoni
che faranno ciao, ciao ai secondini.

Eppure, Grillo offende il Parlamento!
Quello che il boss del Colle e il suo codazzo,
il bocconian ed il pisan talento,
han fatto sì che non servisse a un cazzo,

a colpi di fiducie e di decreti.
Quello che il flirt fra Renzi e Berlusconi,
prodotto dagli inciuci consueti,
ha ridotto a votanti pecoroni.

Da osservatori, certo non da fan,
un grande encomio va concesso a Grillo
per l’impeachment che vuol per il sovran
che, travestito da nonnetto arzillo,

è andato contro la Costituzione.
Questa accusa verrà presto respinta,
ma una domanda per lo men la pone:
“Fino a quando faranno tutti finta

che la Repubblica parlamentare
che i Padri della Patria ci hanno data,
sotto i colpi portati dal compare,
non sia presidenziale diventata?”

La moral della storia è brutta assai.
Beppe Grillo ha sbagliato quasi tutto
ed al futuro voto saran guai,
per la patente di gran farabutto.

Ma ha visto giusto su Napolitano
che all’inizio partì come Morfeo
e alla fine ha fregato ogni italiano,
proprio come un guaglion partenopeo.

blog MicroMega, 8 febbraio 2014

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