FantaQuirinale

Ti do la grazia se fai il bravo.
(il Fatto Quotidiano, 14 agosto 2013)
Grazia sì, grazia no. Pdl spaccato fra pro e contro Napolitano.
(il Fatto Quotidiano, 15 agosto 2013)
Graziami, ma di baci saziami.
(ibidem)
B. tentato dalla rottura. Il governo Letta traballa.
(il Fatto Quotidiano, 17 agosto 2013)
Il Cavaliere ora punta Letta. “Se vuoi andare avanti devi convincere i tuoi”.
(la Repubblica, 18 agosto 2013)
Un B, depresso e smarrito spera nella grazia dal Pd.
(il Fatto Quotidiano, 18 agosto 2013)

FantaQuirinale

Chiuso ad Arcore sta in gabbia,
indeciso fra la rabbia,
lo sconforto e la speranza.
Del burlesque dentro la stanza,

pensa al Capo dello Stato
che, paterno, l’ha invitato
a far il bravo bambino:
“Silvio, non piantar casino

e non far dispetti a Letta
che ha trovato la ricetta
per por fine al grave andazzo
senza combinare un cazzo.

Poi presentami la grazia.
Tu sai ben quanto si strazia
il mio cuor napoletano
nel vedere un buon cristiano,

illibato come te
che già fu grande premier,
alle prese con la legge.
Dei miei sudditi nel gregge

non sei la pecora nera
e pertanto, Silvio, spera,
placa i tuoi furiosi ranghi
e vedrai che te la sfanghi!

Ti firmai leggi a gogò
e la grazia firmerò!”
Non sa ancora il criminale
che l’Arzillo al Quirinale

un pizzino mandò a Enrico,
in segreto: “Caro amico,
se ti vuoi salvar la pelle
evitando i Cinque Stelle,

le elezioni e il fiorentino,
leggi ben questo pizzino
che propagandar ti vieto.
Quando con voto segreto

il Senato voterà
l’esclusion di Sua Onestà
dalla Cassazion malvisto,
tu, da vecchio democristo,

paga i franchi tiratori
così da non fare fuori
il ben noto criminale.
Il caos istituzionale

molto a lungo durerà
ed a tutti servirà:
io mi salvo la corona,
tu ti salvi la poltrona,

il Pd frega Matteo
e inciuciare può col reo
che continua a comandare,
Beppe Grillo può insultare

tutti quanti a destra e a manca,
ma il potere non abbranca.
Léttolo, mangia il pizzino.
Sottoscritto: il tuo nonnino”.

Silvio, dunque, stia tranquillo:
grazie ad un sovrano arzillo,
lucido come non mai
e, nel sistemargli i guai,

ostinato come un mulo,
potrà ancor salvarsi il culo.
Fantasia troppo sfrenata?
Ma finora com’è andata?

18 agosto 2013

La ripresa…per il culo

Politica & Palazzo. Da Letta a Berlusconi i governi “vedono” la ripresa (che non c’è) e chiedono stabilità.
(ilfattoquotidiano.it, 12 agosto 2013)

La ripresa…per il culo

La ripresa? Vecchia storia,
tutti annunciano baldoria,
fine d’un periodo immondo,
tunnel con la luce al fondo:

“Non è la locomotiva,
ma è la crescita che arriva
grazie alla stabilità.
Presto ognuno la vedrà

alla sola condizione
non ci sia qualche coglione
che, per far guerra al governo,
ci precipiti all’inferno!”

Cominciò Romano Prodi
che cercava in tutti i modi
di salvarsi dai brighella
suoi sodali e da Mastella,

ma andò a terra con un gancio
senza balzi e senza slancio.
Poi fu l’Unto del Signore
che, da grande mentitore,

citò i ristoranti pieni,
le vacanze in luoghi ameni,
l’invasion dei cellulari,
per mostrare che gli affari

progredivano decisi
e che grazie a lui la crisi
era in pratica passata:
“La ripresa è cominciata,

non scocciate chi lavora!”
E finimmo alla malora.
Anche il superprofessore
si spacciò per salvatore:

“Non staccateci la spina.
La Nazione era in rovina,
ma ai prodigi tanto attesi
mancan solo pochi mesi.

La ripresa non si vede,
ma dovete avere fede,
poiché è già dentro di noi!”
Capì tardi il parco buoi

che perfino i professori
sono grandi mentitori.
Ora tocca al prode Letta
dir che con la sua ricetta

la ripresa sta arrivando.
Anche Enrico sta tentando,
col governo che traballa,
di narrar la vecchia palla:

“Sol col mio governo, amici,
stan finendo i sacrifici,
le rincorse, le rimonte!
La ripresa è all’orizzonte!”

Con ordinativi al flop,
disoccupazione al top,
con il Pil sempre più giù
ed il debito più su,

alla fin del tunnel vede
una luce e in malafede
le dà il nome di ripresa,
mentre è una candela accesa

per seguirne il funerale.
Solo Giorgio, al Quirinale,
crede ancora a Enrico Letta,
la sua nuova marionetta.

13 agosto 2013

L’altolà di nonno Giorgio

Amnistia, grazia o ammuina. Ecco tutte le scappatoie per B.
(il Fatto Quotidiano, 6 agosto 2013)
Mediaset, l’altolà di Napolitano. “Sull’agibilità di Berlusconi non ho preso alcuna posizione”.
Il capo dello Stato: questa è solo una fase di riflessione.
(la Repubblica, 7 agosto 2013)
Nasce il partitone dell’impunità per salvare il delinquente.
Napolitano nega di aver indicato vie d’uscita parlamentari, ma conferma di stare esaminando il caso B.
(il Fatto Quotidiano, 7 agosto 2013)

L’altolà di nonno Giorgio

Sua Maestà Napolitano,
ricattato dal caimano,
con il suo politichese
vuol salvar le larghe intese,

ammansir falchi e pitoni
e fregar tutti i coglioni
che volevan Silvio a nanna
dopo la fatal condanna.

“Decision? Sono ai preludi,
riflessioni, esami, studi
vuole un caso come questo.
Non mi pare certo onesto

affermar che un criminale,
condannato, resta tale
e che un perfido evasore
resta sempre un malfattore.

Studierò bene il problema
per trovar qual è il sistema
che non fa incazzar la gente
pur salvando il delinquente”.

Studian per il galeotto
amnistia, salvacondotto,
grazia, mutazion di pena,
onestà iniettata in vena,

leggi ad hoc, immunità,
sconti per la tarda età.
Ma son vane queste azioni,
visto che su Berlusconi

pioveran altre condanne
che varran più o meno, a spanne,
la perpetua interdizione
e dieci anni di prigione,

grazie a Ruby Rubacuori,
mercatin di senatori,
corruzion di testimoni
e favori ai suoi lenoni

per gli amori di una notte.
Il caiman che chiagne e fotte
a Re Giorgio chiederà
di aver l’agibilità

per salvar le larghe intese
per il bene del Paese.
Con il sì di Sua Maestà
tutto ricomincerà.

Non nei luoghi del potere,
ma all’ospizio fra un clistere,
una flebo, un pannolone
e, un bel dì, un’estrema unzione.

7 agosto 2013

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