Bulli, gufi e sorci verdi

Riforme, dopo rissa e urla l’opposizione lascia l’aula. Renzi: “Avanti, no ai ricatti, altrimenti si va alle urne”.
(la Repubblica, 14 febbraio 2015)
B. e i suoi: “Gli faremo vedere i sorci verdi”.
(il Fatto Quotidiano, 14 febbraio 2015)
Riforme chiuse nella notte. Renzi ironico: “Saluti ai gufi”.
(la Repubblica, 15 febbraio 2015)
Ecco il nuovo Senato, anche l’Italicum al vaglio della Consulta.
(ibidem)
Operazione San Matteo.
(il Fatto Quotidiano, 15 febbraio 2015)
La badante Boschi porta il caffè a Renzi.
(ibidem)
Dormite sereni, la svolta autoritaria è già avvenuta.
(ibidem)

Bulli, gufi e sorci verdi

Manca solo una man sull’avambraccio
per rendere lo scherno più irridente:
“A gufi e sorci verdi va il mio abbraccio!”
Ad un nuovo Senato manca un niente:

in Parlamento un ultimo passaggio,
l’azzittimento delle minoranze,
di qualche voto in più l’accattonaggio
e poi si posson chiudere le danze:

ecco il Senato delle autonomie.
L’assembléa di un grigio condominio
delle più squallide periferie
pare eccelsa rispetto all’abominio

che il guitto fiorentino e monna Boschi
han preparato al popolo italiano:
una cricca di cento esseri loschi
scelti con voto di seconda mano,

senza le urne e senza i cittadini,
fra i sindaci e in Regione i consiglieri,
campioni di recenti ladrocini,
lestofanti domani come ieri.

Immuni come senator normali
grazie alle belle prove che hanno dato,
votan le leggi costituzionali
ed eleggono il capo dello Stato,

proprio come alla Camera lo fanno
seicentotrenta super eccellenze
che gli elettori, col solito inganno,
sceglieran con fasulle preferenze.

La legge vien votata nella notte,
quando di norma i ladri fanno i colpi,
quando la strada batton le mignotte
e di galline fan strage le volpi.

Il popolo che è sempre molto astuto
si bea con le canzoni di Sanremo
e quando scoprirà che l’han fottuto
comprenderà che Renzi è il male estremo.

Per due notti l’ignobile ducetto
alla Camera è corso a provocare
le opposizioni che hanno un gran difetto:
opporsi a chi le vuol turlupinare.

Con aria strafottente ha minacciato
di far ricorso a rapide elezioni
ignorando che al capo dello Stato
competono siffatte decisioni.

La badante che vien da Laterina
si affanna a procurargli un buon caffè,
è già San Valentino e la meschina
guarda con gli occhi languidi il premier:

solo perché si è interessato a lei
ogni giorno può fare l’arrogante
convinta che sian tutti dei babbei,
sennò sarebbe ancora praticante.

Si vota e i voti son trecentootto,
gli stessi per i quali Berlusconi
fu costretto da Giorgio a far fagotto
a favore dell’uom della Bocconi.

Questa è una legge costituzionale
che cambia una Costituzione che
una Costituente eccezionale,
fatta da uomini, non da lacchè,

lasciò in eredità ad un Paese
indegno di cotanto patrimonio.
Infatti un vil bulletto rignanese,
pieno di sé, ma non di comprendonio,

può sputtanarlo senza che la gente
gli chieda: “Ma che cazzo stai facendo?”
A chi ha un svolta autoritaria in mente
nell’osservar questo misfatto orrendo

si può ben dir: “La svolta è già avvenuta,
senz’armi, senza sangue, senza esili,
senza ricino, senza forza bruta.
Ormai siam burattini: ecco qui i fili!”

blog MicroMega, 15 febbraio 2015

Venghino, Signori, venghino

Gli Scilipoti di Renzi.
(il Fatto Quotidiano, 6 febbraio 2015)
La carica dei responsabili per il governo di Matteo.
Dall’ex sottosegretario Gentile all’ex grillina Antinori inizia il soccorso all’esecutivo.
(ibidem)
Renzi arruola 8 di Scelta civica. “Ho i voti, Berlusconi non ricatti”. Accusa delM5S: i nuovi Scilipoti.
(la Repubblica, 7 febbraio 2015)
La scelta di Verdini è Renzi.
(il Fatto Quotidiano, 7 febbraio 2015)
Alla ricerca del senatore perduto. Il governo non ha i numeri per le riforme a Palazzo Madama.
Corteggia fuorusciti M5S, Gal e Sel. Ma spera in B.
(ibidem)

Venghino, Signori, venghino

Ci fu un politico molto agguerrito
il qual, parlando a vanvera esclamò:
“Ove un parlamentar cambi partito,
al fin di rispettar chi lo votò,

dal Parlamento deve uscire in fretta
e al giro dopo ribeccarsi i voti,
battendosi con la nuova maglietta.
Basta coi Razzi e con gli Scilipoti!”

Ad inventare questo galateo
fu il nostro Salvatore Celestiale,
ma ha un brutto vizio, ahimè, Renzi Matteo:
predica bene ma razzola male.

Purtroppo il patto orrendo al Nazareno,
che piace tanto a quelli del Pd,
incomincia a piacere un po’ di meno,
non a Silvio che sempre dirà sì

fingendo di altercar col suo amichetto
che lo ricatta come e quando vuole,
ma agli ex lacchè del nano maledetto.
Pertanto al guitto è chiaro come il sole

di aver la maggioranza ballerina,
nel caso in cui l’interna minoranza
invece di far quello che si inchina
voglia punir la troppa tracotanza.

Hanno un bel dire che Civica Scelta
fu sempre fedelissima nel voto
e il fatto che al Pd corra alla svelta
non produce di certo un terremoto.

Ben altre son le mosse da indagare.
La corte ai cinque stelle dissidenti
partiti con i canti e le fanfare
per menare al Pd grandi fendenti

e che adesso, lasciato il Movimento,
sono alla caccia di qualche cadrega
che assicuri un futuro in Parlamento.
O le strizzate d’occhio allo stratega

Denis Verdini che col fiorentino
ha un’amicizia lunga ormai una vita.
In Forza Italia visto il gran casino
ed il rischio che la pacchia sia finita,

in tanti vogliono cambiar bandiera
e si affidano al tosco macellaio
che nel Pd di sistemarli spera,
alla corte del grande parolaio.

O un pizzico di Sel e un tot di Gal
che son già andati o stanno per andare
in quel Pd, Partito Nazional,
al quale tutti vogliono approdare.

Il fanfarone sta riempiendo i vuoti
piazzando, senza dubbi né imbarazzi,
carovane di Mimmo Scilipoti
e moltitudini di Antonio Razzi.

Nel veder ciò che carica il premier
per il ridere quasi ti contorci:
il Pd sembra l’Arca di Noé,
ma gli animal son solo cani e porci.

blog MicroMega, 8 febbraio 2015

Ora e sempre Nazareno!

Ora e sempre Nazareno!

Aveva detto il fanfaron toscano
quando ha firmato il patto al Nazareno
con quel filibustiere del caimano
più o men così: “Italianostaisereno,

val solo per la legge elettorale
ed il Senato delle autonomie,
riforme per le qual sembra essenziale
riunire tutte le furfanterie”.

Da quel momento diavolo e acqua santa
han sviluppato i loro accordi loschi,
di là Verdini che le leggi schianta,
di qua la pavoncella Monna Boschi.

La legge elettorale sta nascendo,
pare un Porcellum dall’ecografia,
ma è travestita da maial stupendo
che un giorno finirà in salumeria

dalla Consulta fatto cotechini.
Sarà il Senato nuovo un’adunata
di cento nominati burattini,
incostituzionale maialata.

Il Nazareno è un pozzo senza fondo,
dopo uno schifo un altro ne vien fuori
di quello precedente ancor più immondo.
Ferma la legge contro i corruttori,

si stoppa quella sulla prescrizione.
Renzi, chirurgo plastico, darà
con la manina al Cavalier birbone
una parvenza di verginità,

ritornerà in politica il messere,
adamantino come l’uomo nero,
in Forza Italia reclutando schiere
di verginelle dal passato austero.

Escon dal Nazareno gli evasori
fra canti, balli, ole e acclamazioni,
continueranno ad ammassar tesori
alla faccia dei poveri coglioni.

Le ciance sul conflitto di interessi
e sullo schifo del falso in bilancio
han con il Nazareno fatto fessi
i tanti illusi ed hanno perso slancio.

L’articolo diciotto è sistemato,
il povero caimano per vent’anni
in tutte le maniere ci ha provato:
bastava un baby, vecchio barbagianni!

Ma Pittibimbo non ha ancor finito
di cedere ai voleri del caimano:
sul Colle non c’è più cul di granito,
ci vuol l’erede di Napolitano.

Col Nazareno al Colle salirà,
col beneplacito del Cavaliere,
un burattin che sempre “Si!” dirà
a chi sul trono lo farà sedere.

A questo punto Renzi abbandonato
da chi lo aveva scelto speranzoso,
rimarrà dai suoi servi circondato,
ma con un gruppo meno numeroso.

Matteo farà una nuova maggioranza
dicendo a Silvio: “Alzati e cammina!”,
del bunga bunga tornerà l’usanza
e Monna Boschi si farà Olgettina.

blog MicroMega, 25 gennaio 2015

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