Manovra lacrime, sangue e ribollita

La manovra sale a trentasei miliardi. Tfr in busta paga per tre anni, ma più tasse sui fondi pensione.
Incassi maggiori dall’evasione.
(la Repubblica, 16 ottobre 2014)
Stangata su Comuni e Regioni per pagare Irap e 80 euro.
(il Fatto Quotidiano, 16 ottobre 2014)
Regioni in rivolta contro i tagli. “Sanità a rischio, Renzi offende”. Il premier: “Basta veti e sprechi”.
(la Repubblica, 17 ottobre 2014)
Sanità, scuola, treni cambiano verso: costeranno di più.
(il Fatto Quotidiano, 17 ottobre 2014)
Manovra ancora da scrivere. Ma cosa ha approvato il Cdm?
(il Fatto Quotidiano, 18 ottobre 2014)

Manovra lacrime, sangue e ribollita

La manovra da trentasei miliardi
varata dal governo di Matteo
è la prova di quanto sian bugiardi
quelli che dicono: “Renzi è un babbeo!”

“Ci son tagli di tasse eccezionali,
i più grandi mai visti in tutto il mondo!”
Gli ottanta euro ormai son strutturali…
(ma son sempre gli stessi o mi confondo?).

Viene abbassata l’Irap per le imprese,
cinque miliardi sono un bel malloppo.
Si riducon dei giovani le attese
poiché verranno assunti, ed al galoppo,

grazie all’abolizion dei contributi
per i primi tre anni di lavoro.
Agli ammortizzator son devoluti
ben due miliardi, un piccolo tesoro.

Cinquecento milioni alla famiglia
ed ottocento alle partite Iva,
trecento alla ricerca e, meraviglia!,
cinquecento alla scuola, se ancor viva.

Più qualche spicciolo alla Giustizia
e del Tfr al grande inganno
e sei miliardi, che non fan notizia,
per spese obbligatorie in ogni anno.

Per un total di trentasei miliardi.
E a fronte delle uscite quali entrate?
Qui salta fuori il gioco degli azzardi.
Le slot machine verran penalizzate,

ma il sol pensarlo suscita un sorriso
poiché sono campioni di evasione.
Ai fondi di pensione si è deciso
di raddoppiare, ahimè, la tassazione.

Ben undici miliardi vengon presi
dal deficit che sale di altrettanto
e seicento milioni sono attesi
dalle frequenze che vanno all’incanto.

La lotta agli evasor? Quattro miliardi.
Chi li ha messi in bilancio nel passato
li ha poi pagati cari presto o tardi
poiché un bel buco nero si è trovato.

I soldi agli evasor portati via
van conteggiati dopo e giammai prima,
questo è un principio di ragioneria
perché un bilancio non sia pantomima.

L’ultima posta delle entrate mega
merita il coro d’un lungo buh buh
poiché soltanto un imbroglion stratega
si può inventar che la spending review

dia quindici miliardi coi suoi tagli.
Tagli fatti a casaccio, beninteso,
senza entrar delle spese nei dettagli,
dopo aver Cottarelli vilipeso.

Dalle Province pioverà un miliardo
(ma allor vuol dire che ci sono ancora…).
Quattro miliardi poi sono il traguardo
per mandar le Regioni alla malora.

Ben conoscendo i loro precedenti,
senza tagli di spese ben precisi,
non ridurranno i loro emolumenti,
ma aumenteran le tasse ben decisi

o taglieran le spese per gli anziani,
gli asili nido, i treni pendolari,
le buche per le strade, i parchi urbani,
le biblioteche, i convalescenziari.

La legge, già votata, ancor non c’è,
ciononostante là sull’alto Colle
felice s’è congratulato il Re
con Matteo Renzi e con le sue rampolle.

Se avesse fatto Silvio Berlusconi
metà delle stronzate di Matteo
avremmo avuto sei rivoluzioni
e del Pd duemila ed un corteo.

blog MicroMega, 20 ottobre 2014

Monitar, che vale?

Articolo 18, vince Renzi.
(la Repubblica, 30 settembre 2014)
Passo dopo passo, niente dopo niente.
(il Fatto Quotidiano, 30 settembre 2014)
Sulla Consulta è il caos. I franchi tiratori di Fi affondano Caramazza.
(la Repubblica, 3 ottobre 2014)
Italia a rischio bocciatura. Barroso tenta l’ultimo blitz, ma Juncker frena i falchi.
(ibidem)
Cara Mazza.
(il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2014)
Re Giorgio depone il 28. Riina si invita al Colle.
(ibidem)
Monito a vuoto, le Camere azzoppano ancora la Consulta.
(ibidem)
Asse di ferro Renzi-Napolitano, stabilità di governo contro i falchi Ue.
(la Repubblica, 4 ottobre 2014)
Orlando si arrende al Patto. “Niente falso in bilancio”.
Il guardasigilli si piega a Berlusconi: impossibile anche l’autoriciclaggio.
(il Fatto Quotidiano, 5 ottobre 2014)

Monitar, che vale?

Comincia a fare pena il Presidente
che tornò al Colle molto baldanzoso
convinto d’essere l’Onnipotente
e si ritrova come un vecchio astioso

il quale parla, ma non è ascoltato.
Ricorda ancora che all’investitura,
dopo aver tutti quanti ben cazziato,
fu applaudito, osannato addirittura.

Era il segnal di un’ottima partenza,
ma ormai, passati ben diciotto mesi,
constata che ogni ingiusta interferenza
servizi alla Nazione non ne ha resi.

Stretta è la via che porta alle riforme
e il governo non compie gran progressi:
mentre l’Italicum tranquillo dorme,
vive il nuovo Senato in catalessi.

Il vil reato del falso in bilancio,
che han preannunciato mille volte mille,
ha perso ormai l’originario slancio
poiché i destri al governo fan scintille

e non ne vogliono proprio sapere.
E’ in grave stallo l’autoriciclaggio,
non lo vogliono Alfano e il Cavaliere.
Le larghe intese pagano pedaggio…

Lo sblocca-Italia, ahimè, non sblocca nulla:
serve soltanto a rovinar l’ambiente
strozzando ogni controllo nella culla
e a millantar denaro inesistente.

Han finto di concedere alla scuola
qualche quattrino per fare i rappezzi,
ma è chiaro ormai trattarsi di una fola
poiché ne han dati la metà di mezzi.

“Centomila precari assumeremo, –
scompisciandosi ha detto la Giannini –
ma fra un anno, quando i quattrini avremo”.
Saran precari a vita, i poverini.

Per fare la riforma del lavoro,
così che siano tutti quanti eguali,
purtroppo non aiutano coloro
che non ce l’han, con nuovi capitali

ma, abolendo l’articolo diciotto,
lo fanno perdere a chi ce l’ha.
E con questa riforma il ragazzotto
al vero socialismo arriverà.

Per non parlare dell’economia:
discende il Pil, il debito s’innalza,
modificar la Ue fu pura ubbia,
l’Europa inesorabile c’incalza.

“Non si vergogna, illustre Presidente,
dei risultati avuti sino a qui
da un fanfaron che quando parla mente,
con le riforme sempre all’abc?

Ne avesse tratto almen qualche vantaggio…
Dopo il trionfo dei nastri distrutti,
grazie al buon Caramazza e al suo coraggio,
non son più maturati buoni frutti.

Le han bocciatogli amici alla Consulta,
tanto Violante come Caramazza,
e per l’indegna trattativa occulta
la Corte di Palermo la imbarazza

col rischio che Riina e Bagarella
siano al suo fianco lì, sull’alto Colle,
mentre Lei quel che sa non lo spiattella.
Ventotto ottobre, vecchia data folle.

Sarebbe stato meglio, Presidente,
a fine del mandato andare via
ed ora passeggiare fra la gente
con la sua Clio in dolce compagnia”.

blog MicroMega, 6 ottobre 2014

Camicia bianca

Sconto sull’antiriclaggio. Padoan dà l’altolà a Orlando. “Troppo blanda quella legge”.
(la Repubblica, 25 settembre 2014)
Questo matrimonio non s’ha da fare.
(il Fatto Quotidiano, 25 settembre 2014)
Ombre di Nazareno sulla Tarantola.
(ibidem)
L’ira del Colle e Renzi avverte le toghe: “Il Presidente è con me”.
(la Repubblica, 26 settembre 2014)
“Non temo i poteri forti”. Renzi va da Marchionne e blinda il no all’articolo 18.
(la Repubblica, 27 settembre 2014)
L’affondo di Della Valle: il premier è un “sola”, possibile un altro governo.
(ibidem)
I vescovi scomunicano Renzi: “Basta spot, servono fatti!”
(il Fatto Quotidiano, 27 settembre 2014)
“Mi attaccano, ma non mollo”.
(la Repubblica, 28 settembre 2014)
Della Valle pensa a un governo anti-Matteo. “Vado al Quirinale con una lista di ministri”.
(ibidem)

Camicia bianca

Mentre è in America per farsi bello,
dare a Marchionne pacche sulle spalle,
dir che al ritorno farà questo e quello,
Corriere della Sera, Della Valle

nonché la Cei gli lanciano la sfida:
“Soltanto a suon di slogan vai avanti
e c’è il timor che sotto la tua guida
andremo a finir male tutti quanti”.

Arriva puntual la sua intervista:
“Io me ne fotto dei poteri forti,
di me al mondo non c’è miglior statista
fra i presenti, i passati, i vivi e i morti.

Determinato son da far paura
e dico a chi mi attacca: “Io non mollo!
Ho le ricette giuste per la cura,
già rombano i motor, siamo al decollo!”

“Abolirò l’articolo diciotto
come da sempre voglion far Sacconi,
la Confindustria e qualche industrialotto.
I sindacati stiano zitti e buoni!”

“Della Giustizia la riforma è in corso,
per l’anticorruzione è pronto il flop.
Falso in bilancio? Su, cambiam discorso…
e all’antiriciclaggio un brusco stop.

La prescrizion? Fingiamo di accorciarla.
Mettiamo i magistrati sotto scacco,
è da tempo oramai che se ne parla,
è ora di schiacciarli sotto il tacco”.

“Gli ottanta euro senza copertura
li abbiam già dati ed or li confermiamo.
Darli anche ai poveri? Addirittura?
Non se ne parla, i soldi non li abbiamo”.

“Con le istruzioni di Matusalemme,
apologeta di democrazia,
abbiam già sistemato il Csm
che, essendo un organo di garanzia,

ci siam divisi Berlusconi ed io
e pur per la Consulta lo faremo”.
“Abbiamo già al Senato detto addio
e per l’Italicum certo non tremo:

liste bloccate, premio, sbarramenti
decideremo con oculatezza
così che solo in due ne siam contenti,
il sottoscritto e Sua Nefandezza”.

“La presidenza Rai andrà a Pilati
che consulente fu per la Gasparri
poiché col Nazaren siamo impegnati
al non fare al caiman giammai più sgarri”.

“Come vedete con questo programma
l’ostilità di ogni potere forte
ci fa il solletico, altroché un dramma.
Basta mandar le minoranze a morte”.

Io faccio fuori Cuperlo, Bersani
e gli altri microbi e perdi giorno,
Silvio fa fuori i clan napoletani
con Fitto, Minzolini e chi hanno intorno.

Così un nuovo partito nascerà
con un leader bifronte, Renzusconi.
Forza Pd come suo nome avrà,
governerà per più generazioni.”.

La conclusione sembra fantasiosa?
Fate attenzion poiché poco ci manca
e mentre al Quirinal Giorgio li sposa,
sul Colle sventola camicia bianca.

blog MicroMega, 29 settembre 2014

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