Slogancrazia

Tra rivoluzione e palle in buca, un premier innamorato degli spot.
(il Fatto Quotidiano, 22 luglio 2014)

Slogancrazia

Mentre le cose vanno sempre peggio
ed i problemi restano insoluti,
va di moda l’ignobile cazzeggio
di Renzi gran campion dei linguacciuti.

Nessun che esploda: “Non diciam cazzate!”
Nessun che si lamenti dei bla bla.
Nessun che chieda: “Ma di che parlate?”
Su tutti i media da un annetto in qua:

“La svolta buona. La Nazion riparte.
Le riforme non possono aspettare.
Dobbiamo andare a veder le carte.
E’ un sogno. Non lasciar, ma raddoppiare.

Ormai siamo arrivati in dirittura.
Dell’Erasmus siam la generazione.
Or tocca a noi guidare la vettura.
E’ del popolo la Costituzione.

Della Ue sarem il locomotore.
Portar caldo. Sblocchiamo la tastiera.
Meucci fu incredibile inventore.
L’Europa torni ad essere frontiera.

Qunidici giorni ancora e poi si chiude.
Infin smettiamo di piangerci addosso.
Davvero cambierem! No alla palude!
So che del collo io mi gioco l’osso.

Siamo ad un bivio. Lavoriamo sodo.
Ci hanno concesso un’opportunità.
Lotterò su ogni palla, è il solo modo.
Nella politica c’è dignità.

Sia per i figli che per i nipoti.
A tutti i frenator piaccia o non piaccia.
Nessun rinvio. Qui s’impon chi ha i voti!
Far bassi i toni. Metto la mia faccia.

Il girotondo lascia sempre lì.
Sarà rivoluzion copernicana.
L’ultima spiaggia. Nessun piano B.
Riforme, decisiva settimana.

Regalare un sorriso è assai importante.
Siamo l’Italia, noi ce la faremo!
Riscoprirsi Telemaco è esaltante.
Niente scuse. Non tramo, ma non tremo!

Togliamo tutti i sassi dai binari.
Noi sarem più forti dei pagliacci!
Delle speranze siam destinatari.
Alt a burocrazia e scartafacci!

Qui c’è necessità di ripartire.
A casa il risultato porteremo.
Vedrete, il meglio deve ancor venire.
Noi tutti insieme ci divertiremo.

Non chiediamo un giudizio sul passato,
ma il futuro vogliamo cominciare.
Ogni alibi è stato eliminato.
Le ambizioni oramai dobbiamo alzare!

Dobbiam tornar sull’ìdeàlità.
Non siam qui per metter bandierine.
Insieme respiriamo identità.
A trentennal contrasti mettiam fine.

Col quarantun per cento non si dorme.
Su Google maps non siam solo un puntino!
Il Pin del cellular son le riforme.
Il treno rimettiam presto in cammino.

In tribuna nessun la palla butti.
Non follower, ma leader sia l’Italia.
Non cambiam tutto, ma cambiamo tutti!”
Con i suoi spot i creduloni ammalia

quel megalomane pieno di sé,
ch’è tutto slogan, giochi di parole,
“Ci penso io!”, “Fate fare a me!”,
laddove appare chiaro come il sole

che si tratta di un gran millantatore
il qual per il suo ego sembra pazzo.
“Tenetelo lontan! Fa il salvatore,
ma è un parolaio che non salva un cazzo”.

Nota. La poesia è stata ispirata dall’articolo de il Fatto Quotidiano del 22 luglio 2014
“Tra rivoluzione e palle in buca, un premier innamorato degli spot”
di Daniela Ranieri che qui si ringrazia

blog Micromega, 23 luglio 2014

Avanti popolo, datti una mossa

Agnese fa la first lady: “Ma mi manca la scuola”.
(la Repubblica, 20 giugno 2014)
Il premier. La cyclette nell’appartamento, le cene con Lotti e Del Rio a base di pizza e le partite di calcetto.
(la Repubblica, 12 luglio 2014)
Questa è una Repubblica fondata sul Caro Leader.
(il Fatto Quotidiano, 13 luglio 2014)

Avanti popolo, datti una mossa

Siamo ridotti veramente male
con il ritorno ai tempi del fascismo
se tutti i dì la stampa nazionale
fa profession d’ignobile renzismo.

Con un coro di lodi sperticate
son diventate un Istituto Luce
oramai quasi tutte le testate,
beatificando lady Agnese e Duce.

“La sveglia è molto presto la mattina
con un tweet che cinguetta tempestivo,
sull’iPad dà ai giornali un’occhiatina,
trangugia, col suo fare sbrigativo,

un’arancia spremuta con Del Rio
e sull’amato smartphone poi si avventa
facendo di chiamate un turbinio
tale che il cellulare si arroventa.

Saggio, bypassa la segreteria
risparmiando così tempo e denari.
Dei centurioni mangia in compagnia,
il giglio magico dei suoi compari,

Del Rio, Guerini, Monna Boschi e Lotti,
che per voler del guitto fiorentino
alla pizza coi wurstel son ridotti,
accompagnata da un bicchier di vino.

Renzi nei suoi governativi studi,
dove s’aggira fra tivù e internet,
si muove senza scarpe, a piedi nudi.
Usa le sneakers sol per la cyclette

sulla quale pedala ogni mattina.
Niente più jogging per il neo ducetto,
ma, in nome dell’amata Fiorentina,
al venerdì partita di calcetto.

Chi sta al suo fianco dice: “Scrive tanto,
ma soprattutto sottolinea i testi
e gli evidenziator sono il suo vanto.
Li adopra con decisionali gesti

e coi colori dà le priorità.
A tutti ha imposto l’essenzial virtù
di un’assoluta sinteticità:
dossier, una paginetta, non di più”.

Pare un portento pur la sora Agnese,
meritevole di ben altri aedi:
“Da donna semplice, senza pretese,
è diventata a un tratto una first lady

vamp in bikini sulla copertina
d’Oggi, settimanale gossipparo
o alla cena di Ricci sta in vetrina
con un completo bronzo e col suo caro.

All’ultima edizion di Pitti Uomo
partecipa con mise in pizzo rosa
oppur da sola, senza il suo bel tomo,
ma non per questo meno giudiziosa,

assiste alla sfilata di Scervino,
lo stilista che veste lei e il messia
per i galà del meglio fiorentino”.
La first lady ha anche detto una bugia

dopo le dimissioni da insegnante:
“Non ho cambiato vita, son la stessa,
ma soffro dalla scuola star distante.
Prima o poi tornerò professoressa”.

Che dir di questo elenco di cazzate,
del culto della pérsonalità
che inonda quasi tutte le testate
di un giornalismo senza dignità?

Che dir di questa casta micidiale,
sempre più imbelle, sempre più mostruosa,
che si traveste ma rimane eguale
con le chiappe del cul fatte a ventosa?

Colpa di Renzi o del Presidente?
Colpa di Enrico Letta o Berlusconi?
Dobbiamo confessarlo, brava gente:
“La colpa è nostra che siam dei coglioni!”

blog MicroMega, 20 luglio 2014

Il piccolo tiranno fiorentino

Arcore sedotta dal “nemico”. Anche Pier Silvio confessa: “Tifo per Matteo, durerà 20 anni”.
(la Repubblica, 3 luglio 2014)
Democrazia autoritaria.
(il Fatto Quotidiano, 6 luglio 2014)
L’economista Marco Vitale. Una assemblea costituente contro il progetto piduista.
(il Fatto Quotidiano, 10 luglio 2014)
Via libera al nuovo Senato. Renzi: “Basta tabù, si cambia. Io autoritario? Mi fa ridere”.
(la Repubblica, 11 luglio 2014)
Il giurista Massimo Villone. “E’ una bestemmia alla Costituzione”.
(il Fatto Quotidiano, 11 luglio 2014)
Gustavo Zagrebelsky. “Gentile Boschi, le vostre riforme sono autoritarie”.
(il Fatto Quotidiano, 13 luglio 2014)
Piduisti a loro insaputa.
(il Fatto Quotidiano, 15 luglio 2014)
Stefano Rodotà. “Avremo un governo padrone del sistema costituzionale”.
(ibidem)

Il piccolo tiranno fiorentino

Riduttivo è il parlar d’eredità,
il guitto fiorentin, per quel che dice,
per quello che promette e quel che fa,
è il Cavalier, dai piedi alla cervice.

Le tecniche d’azion sono le stesse:
stregare i creduloni con i sogni,
abbindolarli al suon delle promesse,
far finta di risolverne i bisogni,

il tutto per il bene del Paese.
In realtà la ragione non è quella,
ma il superego di un briccon palese
che nostro salvatore si gabella.

I credulon non stanno solo a dritta
come avvenne per Silvio Berlusconi.
Stan pure a manca e danno, in mandria fitta,
fiducia al fanfaron dei fanfaroni.

Il quale è bravo assai, questo va detto,
al punto che la gang del Cavaliere
vorrebbe avere il fiorentin ducetto
di Forza Italia come timoniere.

Gli disse Berlusconi: “Mi assomigli”
ad Arcore nei giorni dei preludi.
E lo apprezzano alcuni dei suoi figli.
Piace a Marina e a suo fratello Dudi:

“Dopo papà, mi sembra sia il più bravo
e spero metta fine ai tempi bui.
Io per quello che fa non solo sbavo,
ma con tutto il mio cuor tifo per lui!”

Piace a Barbara: “Vuol cambiar le cose,
da lui mi sentirei rappresentata”.
Piace a Francesca che al caimano impose,
ad elezion primaria conquistata,

una chiamata per i complimenti.
Renzi non piace solo ai famigliari,
piace pure ad amici e conoscenti
che con il Cavaliere fanno affari.

Doris: “Io faccio il tifo per Matteo”.
Confalonieri: “E’ un Silvio giovinetto”.
Lo assumerebbe al vol Dell’Utri, il reo.
Sandro Bondi: “Con lui feeling perfetto!”

Piace a Briatore che lo vuol votare.
Per Signorini, il direttor di Chi,
alla pancia di tutti sa parlare.
E Lele Mora infin lo definì:

“Uno strafico molto seducente
e con viso ch’è molto sensuale”.
Mentre si accinge tutta questa gente
a salir, nel tripudio generale,

sopra il carro del fiorentin portento
che verso un alto precipizio avanza,
nel Paese si annuncia il lieto evento:
la dittatura della maggioranza.

Poiché portano a questo le riforme
frutto del patto con il piduista,
dei moniti da un Colle che non dorme
e della consulenza di un leghista

che per le sue porcate è a tutti noto.
Il Piano di rinascita di Gelli
con Matteo Renzi si è rimesso in moto
e la democrazia farà a brandelli.

Non sarà né un Benito né un Baffone
né un Hitler né un Peron con la sua Evita,
ma avremo, grazie al tosco fanfarone,
la dittatura della ribollita.

blog MicroMega, 15 luglio 2014

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