The Boss

Italian disaster. The London review of books. “Napolitano, anomalia italiana”.
(il Fatto Quotidiano, 22 maggio 2014)
La Madonna si inchina davanti a casa del boss. L’ira dei carabinieri.
Processione shock a Oppido Mamertina, in Calabria.
(la Repubblica, 7 luglio 2014)
Il boss, la Madonna e l’inchino del disonore.
(il Fatto Quotidiano, 7 luglio 2014)
Senato, pressing di Napolitano: “Basta rinvii sulla riforma”.
Il capo dello Stato parla di leggi “più che mai mature”.
(la Repubblica, 8 luglio 2014)
Il Colle affonda il Senato.
(il Fatto Quotidiano, 8 luglio 2014)
Re Giorgio dà una mano a Renzi: “Basta bicameralismo perfetto”.
(ibidem)
Oppido, l’orgoglio mafioso che si inchina al boss.
(ibidem)

The Boss

Il garante della Costituzione
non abita da tempo al Quirinale
che è diventato ormai l’abitazione
di quel politicante mai neutrale

sempre schierato con i vincitori.
Fu coi fascisti all’Università,
poi il comunismo ottenne i suoi favori
e applaudì i russi a Budapest: hurrà!

Di Solgenìtsyn lieto alla cacciata,
poiché lo stalinismo è un buon contesto,
votò a favore della puttanata
che è stata l’espulsion del Manifesto.

Di Kissinger fu il rosso favorito,
fu amico migliorista di Bettino,
da ministro all’ Interno ha garantito:
“Nessuno scheletro, non fo’ casino!”

Da capo dello Stato firmò un lodo
ed un legittimo impedimento
che han fatto del caimano un uomo ammodo
della Consulta fino all’intervento.

Con la Costituzion giocherellò
quando, finito Silvio causa i conti,
agli italiani le elezion negò
donando loro la Fornero e Monti.

Intercettato col sodal Mancino,
che sulla trattativa mafia-Stato
par testimone alquanto birichino,
la propria immunità si è procurato.

Fu tutto un monito: a Parlamento,
ministri e presidenti del Consiglio,
per la Costituzion vero tormento,
per la democrazia vero scompiglio.

Il più recente avvien sulle riforme:
“So che l’intervenir non mi compete
se non per dire che il ritardo è enorme
e per raccomandar: “Dunque, correte!

Evitate ulteriori dilazioni,
non scivolate nell’inconcludenza!”
Il che vuol dir: “Vi basti Berlusconi,
di Grillo e i Cinque Stelle fate senza!”

E infin l’ultima spinta pro ducetto;
“Date lo stop al bicameralismo!”
Sarebbe meglio non l’avesse detto
cadendo, ahimè, nel presidenzialismo…

Nata Repubblica parlamentare,
presidenzial l’ha fatta il Presidente
che la Costituzion riuscì a cambiare
agendo come un Boss onnipotente.

Ne avremo la riprova quanto prima.
Fatta a brandelli la Costituzione,
dell’euforia general nel clima
si formerà una lunga processione.

Faran sfilare nella Capitale
Madonna Boschi, di riforme icona
ed una volta giunti al Quirinale,
con l’inno nazionale che risuona,

faran fare l’inchino alla ministra
di fronte al vecchio Boss partenopeo,
il qual, alzando il pugno di sinistra,
dirà: “Le dimissioni? Marameo!”

blog MicroMega, 10 luglio 2014

Il Giustiniano del Valdarno

Riforma in 2 mesi. Così Renzi vuole cambiare la giustizia.
Carriere, prescrizioni, falso in bilancio: i 12 punti del governo.
(la Repubblica, 1 luglio 2014)
Rivoluzione virtuale.
(ibidem)
Giustizia, una paginetta spot per poi discutere con Silvio. Il governo presenta le “linee guida”.
Due mesi di chiacchiere in arrivo.
(il Fatto Quotidiano, 1 luglio 2014)
Baci alla francese.
(il Fatto Quotidiano, 2 luglio 2014)
B. va da Renzi, l’inciucio regge.
(il Fatto Quotidiano, 4 luglio 2014)
Il caimano ai ribelli: “Ho vinto sulla giustizia”.
(ibidem)
Orlando lo ammette: riforma della giustizia anche con B.
(il Fatto Quotidiano, 5 luglio 2014)

Il Giustiniano del Valdarno

Un altro exploit del tosco parolaio.
Nominato premier dal Vecchio Arnese,
in data diciassette di febbraio
ci assicurò una riforma al mese,

con un crono programma dettagliato.
Prevedeva la legge elettorale
e delle autonomie il neo Senato
come suo primo impegno personale.

Entro marzo il mercato del lavoro.
Burocrazia statal per fine aprile.
A maggio, con l’impegno del Tesoro,
la partenza di un fisco meno ostile

e in giugno la Giustizia rinnovata.
“Io di un millimetro non cederò!”
La legge elettorale è congelata,
sepolta da polemiche a gogò.

Il Senato bivacca in commissione.
I precari son sempre più precari,
il suo Jobs Act fu solo una visione
ed è fuori da tutti i calendari.

Quanto al bubbon della burocrazia,
impegnata a svezzare il suo bebè,
ha fatto poco o nulla la Madìa,
finché intervenne al Colle Giorgio Re.

Un fisco meno ostile? Ai sacerdoti,
con Renzi che persin Prodi oltrepassa,
gli ottanta euro come acchiappa voti,
mentre chi evade in grande se la spassa.

Non si scherza, però, sulla Giustizia:
“La riforma entro giugno si farà!”,
ha dato mille volte la notizia,
nulla al mondo può dargli l’altolà.

Arriva il trenta giugno e, puntuale,
Renzi ne parla in conferenza stampa:
la presa per il culo è eccezionale,
ma il guitto di vergogna non avvampa.

Sono dodici palle la riforma
buttate in campo dal ministro Orlando,
son le dodici slide ormai di norma
da quando Matteo Renzi sta al comando.

Sono frasi da baci perugina,
slogan pieni di nulla e d’ovvietà
che nemmeno un cervello di gallina
è in grado di sparare là per là.

“Entro un anno il processo in primo grado”.
“Riduzione a metà dell’arretrato”.
“Per la famiglia e tutto il parentado
il tempo del processo è dimezzato”.

“Per meritocrazia si fa carriera”.
“Respònsabilità modello Ue”.
“Prescrizion più lontana. Nuova era!”
“Torna il falso in bilancio … un, due, tre!”

“Sarà integral l’informatizzazione”.
“Sarà il penal processo più veloce”.
“Del personal riqualificazione”.
“Informazione? Sì, ma se non nuoce”.

Che riforma della Giustizia è questa?
E’ l’elenco di annunci sul domani
al qual ci ha abituato il capintesta.
Spiega infatti il più falso dei toscani:

“Il dibattito è aperto per due mesi
per la democrazia partecipata.
Scriveteci una mail e siamo intesi
che ogni buona idea sarà accettata”.

Non ha detto ai cronisti il fanfarone
alcune cose che tenne per sé:
“Non ero pronto e questa soluzione
dà due mesi di tempo ai miei lacchè”.

“Ho il tempo per trattar col galeotto
la riforma che più gli può piacere”.
“Della vostre opinioni me ne fotto
e con le mail mi pulirò il sedere!”

blog MicroMega, 7 luglio 2014

Senatori low cost, truffatori high speed

Immunità, niente modifiche. Il governo vuole andare avanti. “Non è un nodo determinante”.
Renzi: “Non si può compromettere un obiettivo storico”. Scontro nel Pd.
(la Repubblica, 23 giugno 2014)
Senato, scontro sull’immunità.
(il Fatto Quotidiano, 23 giugno 2014)
Ecco i due sì del governo all’immunità. Boschi ministra a sua insaputa.
(il Fatto Quotidiano, 24 giugno 2014)
Rivolta in Forza Italia, in 37 per il Senato elettivo. Nel Pd 19 dissidenti.
(la Repubblica, 27 giugno 2014)
La rivolta del Senato.I ribelli del Pd vogliono incontrare B.
(il Fatto Quotidiano, 27 giugno 2014)
Renzi fa da scudo alla Boschi: “L’immunità l’ho voluta io”.
(il Fatto Quotidiano, 28 giugno 2014)

Senatori low cost, truffatori high speed

“Il Senato sarà del tutto nuovo
con la riforma Renzi-Silvio-Boschi.
Non sarà più l’orribile ritrovo
di gnocche, di lacchè, d’esseri loschi

usciti dagli elenchi stabiliti,
com’è avvenuto sempre fino a ieri,
da segretari e capi dei partiti
per favorire i fidi camerieri!”

“Allora avranno voce gli elettori
che esprimeran le loro preferenze,
eleggendo così solo i migliori
e non più disonesti e brutte lenze!

Matteo Renzi mantiene la promessa:
la méritocrazia prima di tutto,
che vada avanti il bravo gli interessa
e che venga bocciato il farabutto!”

“Imbecille, non hai capito nulla!
Per il Senato non si vota più,
l‘han stabilito Renzi e la fanciulla…
Per dire meglio: non lo voti tu”.

“E chi li sceglie questi senatori?”
“Saranno i consiglieri regionali
ad aver la funzione di elettori
per un nuovo Senato senza eguali.

Li sceglieran fra i sindaci e fra loro,
su base regional. Saranno cento”.
“La ragion della scelta?” “Io la ignoro,
pare sian gratis, senza emolumento.

Essendo sindaci e consiglieri
son già pagati profumatamente.
Da politici onesti, saggi e seri
par si accontenteranno solamente,

per le trasferte, di un rimborso spese”.
“Sembra economica la decisione,
ma i precedenti del nostro Paese
fanno temer che sbagli il fanfarone”.

“Perché?” “I rimborsi spese del passato
sono costati un mucchio di quattrini
e un consiglier che finirà al Senato
sarà miglior dei vecchi malandrini?

Poiché la storia del passato è questa:
diciassette Consigli regionali
son, per la spese pazze, sotto inchiesta.
Infiniti gli abusi colossali

commessi da metà dei consiglieri
che la magistratura sta indagando
poiché han rubato almeno fino a ieri
e magari qualcun sta ancor rubando…

Ci saran più truffatori nel Senato,
e in più protetti dall’immunità,
che in tutte le prigioni dello Stato”.
“Cosa fare per dare l’altolà?”

“Se la riforma piace a Berlusconi
e Verdini ci ha messo lo zampino,
due sembrano le ottime ragioni
per dar lo stop al guitto fiorentino”.

“Maestà, finora ha fatto molti errori:
dopo il caiman ci ha dato il bocconiano.
Poi dal governo infam dei professori
alla melassa del democristiano.

Or che siamo in balia d’un fanfarone
o lei trova il coraggio per fermarlo
oppure, per il ben della Nazione,
lasci il posto a qualcun che sappia farlo!”

blog MicroMega, 30 giugno 2014

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