La giaguara della Leopolda

Le invasioni della Boschi. L’altro volto tv del governo Renzi.
Il ministro delle Riforme, dopo la conferenza stampa in slide, ha rilasciato interviste e tutti: nove volte nei titoli dei Tg serali e persino un servizio celebrativo al Tg4.
(il Fatto Quotidiano, 8 aprile 2014)
Bimbi dal Congo, la festa degli abbracci. La gioia a Ciampino per l’arrivo dei figli adottivi.
L’emozione del ministro Boschi.
(la Repubblica, 29 maggio 2014)
Congo, tornano a casa trentun bimbi adottati: li porta il ministro Boschi.
(il Fatto Quotidiano, 29 maggio 2014)
I miracoli di Matteo “Bergoglio” Renzi e di Maria Elena “Angelina Jolie” Boschi.
(ibidem)
Di fronte a Madonna Boschi arretrano tutti.
(il Fatto Quotidiano, 1 giugno 2014)

La giaguara della Leopolda

Fortuna vuol che in tempi così foschi
giunga da Laterina, in quel di Arezzo,
con tacco dodici, Madonna Boschi
che par di santità emani olezzo.

Papà democristian latifondista
e poi di banca vicepresidente,
preside la mammà, pur democrista,
chierichetta la Boschi adolescente.

Madonna nel presepe del paese,
catechista in parrocchia a lungo fu
e ai wojtylian raduni parte prese
per due Giornate della gioventù.

Ventenne candidata al Ppi,
che poi si è trasformato in Margherita,
ha sempre respirato aria dc
in tutti i santi giorni della vita.

Par che sogni un marito che la impalmi,
le faccia partorir tre pargoletti,
con lei dica le preci e canti i salmi
e della Bibbia reciti i versetti.

Laurea in Giurisprudenza con la lode,
secchiona a scuola e nella professione,
già dalemiana, per la gioia esplode
nell’incontrare Renzi, il fanfarone.

Dal guitto fiorentino affascinata,
come politico, sia cosa chiara,
della Leopolda in fretta è diventata
nientepopodimen che la giaguara.

Con Renzi finalmente segretario
e poco dopo Bruto traditore
che Enrico Letta ha avvolto nel sudario,
la Boschi è apparsa in tutto il suo splendore,

diventando una recordman mondiale:
Ministra alle Riforme, nientemeno
e motor di una legge elettorale.
La tipa che cinguetta senza freno:

“L’Italia cambia verso con Matteo!”,
“Matteo è genio nonché sregolatezza!”,
fa colpo sull’anzian partenopeo
che, come tutta Italia, assai la apprezza:

“E’ preparata, seria e molto brava!”
Compare dappertutto la fanciulla
che a proferir parole se la cava,
anche se in verità non dice nulla.

Compare a Ballarò ed A porta a porta,
compare ad Otto e mezzo e ad In mezz’ora,
sorride con sorriso che conforta
ed il minimo dubbio mai la sfiora.

Inciucia con Verdini e Berlusconi
per far la nuova legge elettorale
e dir che i senator son dei doppioni
sol degni di un veloce funerale.

E’ di venerazione fatta oggetto,
come la mamma del bambin Gesù
e Renzi con un marketing perfetto
ogni giorno ne sfrutta le virtù.

L’ultima mossa lascia senza fiato
con una apparizion miracolosa:
da un volo che a Ciampin testé è atterrato
scende la Boschi in camicetta rosa,

sciolti i capelli, pantaloni neri.
Tiene per man due bimbi congolesi,
due dei trentuno in patria prigionieri,
dai nuovi genitori a lungo attesi.

E’ l’ultimo prodigio del Messia
che con la Boschi al Congo li strappò.
Altri miracoli sono per via:
la Boschi con in braccio i due marò,

la Nazional che torna dal Brasile
con la Coppa del mondo fra le mani
e con la Boschi fra le azzurre file.
Quanto siam fortunati noi italiani!

blog MicroMega, 4 giugno 2014

Avanti, c’è posto!

Non spingete. Sul cargo del vincitore.
(il Fatto Quotidiano, 28 maggio 2014)
Gli ex nemici smacchiati: “E’ uno di noi di sinistra”.
(ibidem)
La lingua batte dove Renzi vuole.
(ibidem)
Fassina. “Su Matteo ho sbagliato, è l’uomo giusto al posto giusto”.
(la Repubblica, 29 maggio 2014)
“Zitti tutti”, il 40% del premier rottama il dissenso interno.
(il Fatto Quotidiano, 30 maggio 2014)

Avanti, c’è posto!

Abituati a dire d’aver vinto
col ventisei per cento ed anche meno,
quando invero il Pd sembrava estinto
ed in tribù diviso, in un baleno

il quarantun per cento li ha portati
a trasformarsi in un monolite,
in un gruppo di amici sfegatati
che vivono in concordia da più vite.

Quel Renzi preso a calci nel sedere
nelle vecchie primarie con Bersani
e tenuto lontano dal potere
con mezzi vetero democristiani,

adesso, come leader stravincente
di una squadra che dell’Europa è un mito
nonché della culona concorrente,
dai leccaculo pare molto ambito.

Già il tradimento del povero Letta
aveva dimostrato il suo valore
tanto da aver zittito molto in fretta
chi si apprestava a far l’oppositore.

La vittoria che ha appena conquistata
sol grazie ad una buona parlantina,
a una mancetta quasi trafugata
ad un’economia che va in rovina,

al suicidio di Casaleggio e Grillo,
della politica nuovi Tafazzi
ed all’aiuto di un nonnetto arzillo
che muove i burattin senza imbarazzi,

ha spinto chi ha perduto per vent’anni
a rinunciare ad ogni velleità.
Val di più la conquista degli scranni
che il cianciar di Giustizia e Libertà.

“Se Renzi ci assicura un cadreghino
fino al diciotto, ebben viva Matteo!
Smettiamo subito di far casino
e ci accodiamo tutti al suo corteo!”

Anzi, per leccar meglio, fan di più:
dan la scalata al carro già affollato
da portaborse, fate e servitù,
ciascun col rischio d’essere schiacciato.

Giovani turchi, vecchi dalemiani,
sostenitor di Walterloo Veltroni,
Fassina e i pochi amici di Bersani
si fanno avanti a forza di spintoni

in cerca di enti pubblici, di banche,
di cadreghini dentro i ministeri,
di cda che donino palanche,
di authority e prebende a tanti zeri.

Lo spazio è ormai strapieno e non c’è posto
per tutti gli ideali di una volta
e i nuovi leccaculo di nascosto
li buttan giù dal carro ad ogni svolta.

Giù i diritti civil, giù l’energia,
giù le scuole statal, la laicità.
Giù la Giustizia e la Democrazia,
giù l’ambiente, giù la moralità.

Giù la ricerca e la Costituzione,
la guerra al liberismo più sfrenato.
Giù la cultura, giù l’occupazione
nonché la lotta contro il precariato.

Oltre a tutti i sodali vecchi e nuovi
cosa riman sul carro di Matteo?
Bambini congolesi e fate trovi,
slogan, promesse e un po’ di marameo!

blog MicroMega, 30 maggio 2014

San Matteo

Il trionfo di Renzi, flop di Grillo.
(la Repubblica, 26 maggio 2014)
Il Renzi cannibale si pesa in Europa.
(il Fatto Quotidiano, 27 maggio 2014)
Il premier: “Ora più spazio, contiamo come Berlino”.
(la Repubblica, 28 maggio 2014)

San Matteo

Trionfo elettorale di Matteo
che al suono di grancasse e di fanfare
che coi suoi fan procedono in corteo
qualche dettaglio fa dimenticare.

Che ogni talk show ed ogni quotidiano
mentissero su Grillo e i Cinquestelle
oramai testa a testa col toscano
fa parte delle tante marachelle

dei gattopardi del nostro Paese
che il nuovo voglion prender con le molle.
Il primo gattopardo è il vecchio arnese
che attacca i populismi dal suo Colle:

quello di Forza Italia e Berlusconi,
notato invero sol da pochi dì
dopo che Alfano con i suoi campioni,
lasciato Silvio, inciucia col Pd.

Ma, innanzi tutto, quel di Beppe Grillo,
l’autor del boom che non fu percepito
dal nostro un po’ distratto nonno arzillo,
finché non diventò primo partito.

Soltanto Renzi non è un populista,
malgrado le promesse fantasiose
che di lui fanno un solido statista
che con un tweet risolve tante cose.

Altro dettaglio non indifferente
è l’astensione già dimenticata.
Se vota poco più di metà gente
la percentual va ridimensionata

e il quarantuno scende a ventitré:
su quattro un italian vota Pd!
Un altro piccolo dettaglio c’è
circa il confronto con lontani dì:

ai tempi di Veltroni l’Africano
prese il Pd, allora ancora in fasce,
di voti un milioncin più del toscano.
E un visionario ha detto senza ambasce:

“Mai nessuno dai tempi di Baffone
la sinistra han portato così in alto!”
Nell’ascoltare tale affermazione
chi ancor ragiona prova un soprassalto

ed è impossibile che non sentenzi,
mostrando uno stupore sconfinato:
“Da quando è di sinistra Matteo Renzi?
E’ un democristo fin da quando è nato!”

Quel Pd che doveva conciliare
i valori delle sezioni rosse
con quelli della Chiesa e dell’altare
è diventato, come niente fosse,

giorno per giorno la balena bianca
ed il rosso si è stinto poco a poco.
Qualche compagno, invero, ancora arranca,
ma il suo parlar si fa sempre più fioco.

E’ ormai conclusa la trasformazione
e nel momento in cui Papa Bergoglio
allevia della Chiesa l’oppressione
Renzi sal del Pd sull’alto soglio.

Padrone di un partito invertebrato,
sostenuto dal grande plebiscito,
benedetto dal Capo dello Stato,
dal proprio superego fatto ardito,

Pittibimbo si è fatto salvatore,
absit iniuria verbis, un messia
o quanto meno un Unto del Signore
che ci conduce sulla giusta via.

Riformerà l’Italia, il Continente,
riformerà, dopo l’Europa, gli Usa,
dell’Onu sarà fatto Presidente
e l’assunzione in ciel non sembra esclusa.

Ha twittato a un amico di recente:
“Basta col Paradiso e con l’Inferno,
anche lassù una riforma è urgente!
Bisogna rottamare il Padreterno!”

blog MicroMega, 28 maggio 2014

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