Scalfarotto, a ogni mossa un cazzotto

Ivan Scalfarotto. L’uomo che perse varie volte: un sottosegretario #senzadime.
(il Fatto Quotidiano, 19 ottobre 2019)
Scalfarotto: “Mi candido in Puglia contro Emiliano. Il vero progressista sono io”.
(la Repubblica, 21 giugno 2020)

Scalfarotto, a ogni mossa un cazzotto

Il curriculum di Ivan Scalfarotto
non pare quello di un cavallo al trotto
che ad ogni corsa fa un grande sfracello,
ma quello di un patetico asinello

che ad ogni uscita prende bastonate,
inverno, primavera, autunno e estate.
Spunta a Londra nel cinque e con furbizia
si attacca al team di Libertà e Giustizia,

corre per le primarie dell’Unione
ed incassa il suo primo scapaccione,
sesto su sette e zero sei per cento.
Piero Fassino scopre il suo talento

e nel sette lo accoglie nei Ds:
la miglior fra le giovani promesse.
Per le politiche corre nell’otto
incassando un secondo bel cazzotto.

Nel nove candidato per la Ue,
un’altra bocciatura e … sono tre!
Per i successi avuti fino a lì
lo fan vice presidente del Pd.

Nel dodici di Renzi si innamora:
“Ho atteso tanti anni e è giunta l’ora
di fare innovazione a piene mani!”
Ma alle primarie a vincere è Bersani.

Nel tredici diventa deputato,
il Porcellum infine lo ha premiato.
Grazie allo “Stai sereno!” leggendario
Ivan diventa sottosegretario

e dà una mano a Renzi, il suo sodale,
sul referendum costituzionale.
Alle tivù compare tutti i dì
col motto: “Mi hai convinto, voto sì,

le obiezioni del No sono smontate!”
E infatti vince il No, voti a palate.
Nel diciotto è di nuovo deputato
col bis del Rosatellum di Rosato

e pronto ad affrontare nuove prove
Primarie del Pd nel diciannove,
le affronta con Giachetti e con la Ascani:
terzi su tre, non piacciono i renziani.

Sol pochi mesi e la scissione arriva,
aderisce con Renzi a Italia viva.
Dopo aver detto in mille passerelle:
“Mai al governo con i Cinque Stelle!”

con una retromarcia clamorosa
partecipa al governo giallo rosa
da sottosegretario di Di Maio.
Passano pochi mesi ed a febbraio

lamenta d’esser sottovalutato
e preannuncia alla stampa il suo commiato:
“Dopo il coronavirus me ne andrò,
senza deleghe serie non ci sto!”

Gli italian vivon mesi disperati
da un tremendo dilemma spaventati:
meglio stare col virus che ti ammazza
o senza Scalfarotto che starnazza?

Ma nessun dramma, il virus ci abbandona
ed Ivan resta sulla sua poltrona
scordandosi gli annunci battaglieri.
Difficile scollar certi sederi!

La storia di Ivan non finisce qui.
“In Puglia correrò contro il Pd
perché Emiliano è un vero populista
mentre io sono un grande progressista!”

Con Renzi e la Bonino e con Calenda
il Trio Sciagura cambia in Trio Leggenda
per conquistare la Regione Puglia
e Scalfarotto ne sarà la guglia.

Dorme sonni tranquilli il buon Michele
che alle elezioni andrà a gonfie vele
visto il curriculum di Scalfarotto:
un fallimento lungo e ininterrotto.

blog MicroMega, 24 giugno 2020

Renzi, dopo il picco la discesa

Il secondo tragico Renzi (all’1,9 per cento).
(il Fatto Quotidiano, 3 aprile 2020)
La renziana commedia di Carlo Cornaglia Aliberti editore 2016

Renzi, dopo il picco la discesa

Per il tosco fanfarone
del consenso l’ossessione
è un problema esistenziale:
super ego quando sale

ed autor di mosse orrende
allorché il consenso scende.
Partì sindaco a Firenze
ed in tre, quattro sequenze

azzerò i suoi concorrenti
con primarie, tradimenti
e spinton di Giorgio Re
fino a diventar premier.

Con programma eccezionale.
Nuova legge elettorale.
Stop alle pensioni d’oro.
Un Jobs Act per il lavoro.

Scuola buona e foraggiata,
soprattutto la privata.
Alt a mafia e compagnia.
Stop alla burocrazia.

Grande lotta all’evasione.
Stupro alla Costituzione
con Senato più efficiente.
Più rispetto per l’ambiente.

Basta col falso in bilancio.
Per i gay fiori d’arancio.
Più attenzione al cittadino.
A chi ha fame pane, vino

e bistecche da sei etti
grazie ad Oscar Farinetti.
Furon tanti i creduloni
e il campione dei bricconi

è arrivato in quel momento
al quaranta e più per cento.
Ma si sa, fra il dire e il fare
sempre c’è di mezzo il mare.

Il governo fa da balia
alla legge Sblocca Italia,
un aggeggio che consente
la rovina dell’ambiente.

La sua legge elettorale,
anticostituzionale,
è un porcellum trasformato
in maial beneducato.

Il Jobs Act di quel briccone
è il trionfo del padrone:
“Via l’Articolo diciotto,
pochi soldi e fai fagotto!”

La Giustizia? Eccola qua!
La responsabilità
civil per i magistrati
che saranno processati

e i prescritti delinquenti
diverran tutti innocenti.
Poi la Buona scuola appare:
la riforma del compare

fa dei presidi i padroni
con frustino e stivaloni,
una scuola autoritaria.
La riforma sanitaria?

Tagli a medici, ospedali,
visite e medicinali.
Infin la Costituzione
fu nell’occhio del ciclone,

ma l’Italia disse:”No!”
e il cialtrone licenziò.
Dopo un anno si è votato
e il quaranta è diventato

un ridicolo diciotto.
Non contento il giovanotto
col suo No! spedì i grillini
fra le braccia di Salvini.

Poi fu sol grazie al mojito,
al Papeete e alle infradito
che il padan si è suicidato
e il boy scout è ritornato

al timon, ma non da solo.
Non gli basta. Tenta il volo
inventando Italia viva
per tornare all’offensiva.

Un trionfo: è al tre per cento
nei sondaggi. Non contento
va all’attacco del governo:
ogni giorno un nuovo inferno

con minacce, sabotaggi,
con ricatti ed arrembaggi.
Giunge a vertici sublimi:
piace men di Vito Crimi

e sprofonda all’uno e nove,
tutto intento a far le prove
per raggiungere lo zero.
Una prece, un fiore, un cero.

blog MicroMega, 10 aprile, 2020

Selfie col Bomba

Circo Rignano
(il Fatto Quotidiano, 21 febbraio 2020)
La sindrome di Hybris affligge il leader.
(il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2020)

Selfie col Bomba

“Ma chi è mai meglio di me?
Guardo ovunque: non ce n’è!
Una volpe al mio confronto
sembra l’essere più tonto.

Sono l’uom più intelligente,
spiritoso e divertente.
Nel sentir le mie renzate
tutti muoion di risate

e mi copron di denari.
Gli italian mi son contrari,
gufano i sondaggisti
ed a scuola i comunisti

mi dicevan che ero grasso?
Feci e faccio uno sconquasso,
per punirli tutti quanti
poiché son molto più avanti.

Parlan d’etica, coerenza,
di ideal, di trasparenza,
di politica e valori?
Io che c’entro? Ne son fuori

da quel No invece del Sì
che mi fece un cul così.
Vero, da rottamatore
ora sono senatore

e mi son fatto un partito:
a far soldi mi è servito
per la villa da pagare
e gli amici da piazzare

che se non ci penso io
finiran tutti a schifio.
Del politico mi danno
ma non san quel che si fanno.

Mi intervistan tutti i giorni
e si illudono che sforni
verità certificate
ma son solo le cazzate

che mi passan per la testa.
Mai nessuno mi contesta,
credon tutto quel che dico
come fossi un saggio antico.

Mi interesso con malizia
solo un po’ della giustizia,
contro le intercettazioni
e per leste prescrizioni

a evitare che Tiziano
ed il mio entourage toscano
finir possano in prigione.
E’ la mia una buona azione.

Ho fottuto due premier,
Letta Enrico e pure me,
ora toccherebbe a Conte
e mi attivo su quel fronte

per la crisi di un governo
del qual sono stato il perno
al momento del suo avvento.
Son sei mesi e me ne pento.

Del domani in verità
non mi fa né in qua né in là,
anzi proprio me ne frego.
Nel pensar solo al mio ego

e ad uscire su giornali,
tivù, web, settimanali
dove vi prendo pel culo
son testardo come un mulo!”

La moral, giunti alla fine?
Che riman? Solo rovine.
Chi fu il Blair alla toscana
e l’Obama all’italiana,

l’uomo solo sulla tolda
delle cento e una Leopolda
si spacciò per Salvatore:
fu sol un rottamatore!

blog MicroMega, 2 marzo 2020

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