‘A famigghia

Tutte le tappe bruciate da Alfanino e l’aumento di stipendio per tornare a casa.
Il fratello in lite con le Poste ha accettato il trasferimento dalla Capitale alla sua Sicilia.
(il Fatto Quotidiano, 6 luglio 2016)
Incarichi e posti di potere, il destino degli Angelino boys. La storia. Non solo il fratello alle Poste, ma una rete di cugini nelle poltrone che contano. E le 358 consulenze della moglie.
(la Repubblica, 7 luglio 2016)
Dagli Alfano a Costa. La cricca di Pizza coincide con Ncd. L’assunzione del fratello Alfanino in Poste e lo scambio con Sarmi alla Milano-Serravalle.
(il Fatto Quotidiano, 7 luglio 2016)

‘A famigghia

La famiglia di Angelino
è un intreccio birichino
di carriere, di prebende,
di politiche vicende,

di aiutini, spintarelle,
di intrallazzi e marachelle.
Al di sopra c’è il papà
che lasciò in eredità

al figliol con poche doti
il tesoro dei suoi voti
dalle parti di Agrigento.
Ottantenne di talento,

oggi si dà ancor da fare
lesto nel raccomandare
ben ottanta personaggi
alle Poste o nei paraggi.

Il fratello di Angelino
fu studente sbarazzino,
laurea a trentaquattro anni
senza fretta e senza affanni.

Di sé disse, alquanto audace:
“Sono eclettico e vivace,
bravo nel bruciar le tappe
(nonché nel leccar le chiappe).

So passar dai ministeri
con i loro affari seri
alle tavole di amici
che bisbocciano felici.

Son cristiano, intelligente,
so trattare con la gente
e, benché solo trentenne,
ho il mestier di un cinquantenne”.

L’Alfanino con il quid
del fratello corse speed,
Sarmi sponsor, alle Poste.
Grazie alle virtù nascoste

del cervello di famiglia
una gran carriera artiglia
nel paese di Bengodi,
finché trova i giusti modi

per tornarsene a Agrigento
della paga con l’aumento:
è una sede disagiata
e Alfanino l’ha accettata!

Terza famigliare in pista,
l’avvocata civilista
moglie del ministro Alfano.
L’Ente Tasse siciliano

senza gara le ha affidati
ben trecento e più mandati
per riscuotere le tasse.
Ove ancora non bastasse,

pubbliche amministrazioni
d’ogni tipo e dimensioni
si rivolgono al suo studio:
per Tiziana un gran tripudio

di lavori, di incombenze,
di denaro e consulenze.
Poi ci son ben tre cugini
alla caccia dei quattrini.

Due Scimé, Giuseppe e Antonio:
di Angelin grazie al favonio
l’un ricava la cibaria
dalla Rete Ferroviaria

dove è attivo dirigente.
L’altro, parallelamente,
è alla Blue Ferries piazzato
delle Ferrovie di Stato,

ferry-boat Reggio-Messina.
Terza viene la cugina
che sta all’Arpa regionale.
Brava nel campo ambientale

e della natura amante,
è Viviana, ex insegnante.
Tutto è magico da noi
per gabbare un parco buoi

sempre con il culo in vista:
cerchio magico forzista,
raggio magico grillino
nel milieu capitolino,

giglio magico toscano.
Ma per Angelino Alfano
magica è la famiglia,
democrista meraviglia.

Figlio, coniuge, fratello
e cugini, uno sfracello
di domestici intrallazzi.
Sorridiamo almen: “ ’Sti cazzi!”

blog MicroMega, 15 luglio 2016

Il Partito della Nazione

Ncd, il delitto perfetto di Matteo & Angelino.
Alfano si stringe alla poltrona ed esagera: “Adesso faremo il Ponte sullo Stretto”.
(il Fatto Quotidiano, 11 settembre 2015)
Il Senato dei nominati: solo così il Pd piglia tutto.
Scompaiono alfaniani e verdiniani partoriti dalle scissioni di Forza Italia.
(il Fatto Quotidiano, 12 settembre 2015)

Il Partito della Nazione

Angelin, pur senza quid,
con opportunismo speed
ha trattato con Matteo
il suo accesso all’apogeo:

“Caro amico, dimmi sì,
fammi entrare nel Pd!”
Con la legge elettorale,
anticostituzionale,

che favorirà una lista
non un’alleanza mista,
col Senato, quello nuovo
di intrallazzatori covo,

non eletti dalla gente,
ma dal voto compiacente
dei consigli regionali,
coi sondaggi elettorali

grazie ai qual l’Ncd
sembra morto da quel dì,
ad Alfano è molto chiaro
che il futuro sarà avaro

di poltrone in Parlamento.
Il partito è in gran fermento
per la grave situazione:
son più i cul delle poltrone.

Ed allora cosa fare?
Da Matteo farsi donare
posizion da capolista
et voilà! scendere in pista

con la targa del Pd
e non déll’Ennecidì.
Ma anche Renzi ha i suoi problemi:
i piddini, pur se scemi,

han capito in un baleno
che ogni cadreghino in meno
vuole dire un culo a spasso.
Riservato è quindi il passo

ai fedeli di Matteo:
a Angelino, al gineceo,
Scopelliti, Lorenzin,
Chiavaroli, Bianchi e affin,

le renzine da commando
ed al buon Pierferdinando
che, se pure non renziano,
è un marpion democristiano.

Come dettano le norme,
per il sì sulle riforme
anche Denis vuole avere
per le sue migranti schiere

qualche posto nel futuro
Parlamento ed il figuro
con Matteo il problema affronta.
La sua soluzione è pronta:

sloggiar gufi, rosiconi,
porta sfiga, brontoloni,
comunisti vecchio stile
e imbarcare baciapile,

malfattor, bancarottieri
che, avversari fino a ieri,
oggi sono finalmente
diventati la sua gente.

Le riforme sbandierate?
sono sol delle renzate!
Una sola è quella vera
che dà il via a una nuova era,

come quella di Benito:
la riforma del Partito.
“Ecco il team della Nazione!”
“Corri, corri, credulone!

Sei partito da Rignano
e con il boy scout toscano
che ti ha preso col suo cappio
ti ritroverai a Predappio!”

blog MicroMega, 14 settembre 2015

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