Ditta in cerca d’autore: alla sinistra anti-Matteo manca un Papa Rosso. Divisi alla meta.
D’Alema, Speranza, Fassina, Civati: tanti aspiranti leader, pochi voti.
(il Fatto Quotidiano, 16 marzo 2016)
Perdo, ergo comando.
(il Fatto Quotidiano, 22 marzo 2016)
2018, odissea nello strazio
“Per tener Verdini e Alfano
dal governo ben lontano
vanno vinte le elezioni,
cari. gufi rosiconi.
Poiché avete, ahimè, perduto
governiam col loro aiuto”.
Frase storica del duce
che sulla realtà fa luce.
Sì, nel tredici hanno perso,
ma si è messo di traverso
Giorgio, il Re partenopeo
che, tornato all’apogeo,
ha donato al Belpaese
il governo a larghe intese.
Col caiman giunto alla fine
si son fatte piccoline
quelle intese con Alfano,
perciò Re Napolitano,
Presidente bolscevico,
dette un calcio in culo a Enrico
e ci regalò Matteo
che fra un lazzo e un marameo
si inventò le turpi intese,
arruolando un vecchio arnese
sempre immerso nei casini,
l’ineffabile Verdini.
Col Paese disastrato,
col governo che ha stuprato
perfin la Costituzione,
con la caccia alle poltrone
per gli amici del ducetto,
delle banche col balletto
orchestrato dalla Boschi,
col domani fra i più foschi
per la legge elettorale
non porcellum ma maiale,
col disastro alle primarie,
con promesse leggendarie
come gli euro ai diciottenni
dei qual non si fan più cenni,
con l’Italia trivellata,
l’acqua che ci vien scippata,
con gli investimenti a zero
ed un Pil da cimitero,
con la Libia che ci attende
e le conseguenze orrende
che ce ne deriveranno,
con il debito in affanno,
con la stampa reclutata,
con la destra disastrata
ed i Cinque Stelle proni
a una coppia di buffoni,
chi si oppone allo sfracello
del toscan dittatorello?
Toccherebbe alla sinistra,
ma di nuovo si registra
una vecchia malattia:
ognun va per la sua via.
Qui Bersani con Speranza,
sol parole in abbondanza,
con l’amore per la Ditta
che li porta alla sconfitta.
Là Fassina, un laburista
che con Sel si è messo in pista,
ma le truppe sono poche
e le voci molto fioche.
Lì Civati tutto solo
sempre in cerca del suo ruolo.
In disparte c’è Landini:
“Io non faccio partitini,
ma la coalizion sociale”.
Sembra il leader sindacale
uno fermo in mezzo al guado
e lontano è il suo Eldorado.
Resta Massimo D’Alema,
ma il citarlo è già un problema.
Cari amici, siamo seri:
se son questi i condottieri,
noi potremo andare avanti
solo grazie ai tranquillanti.
blog MicroMega, 24 marzo 2016