Cose rosse per te

Fassina, Civati, Landini, l’arcipelago anti Renzi a sinistra dei Democrat.
(la Repubblica, 27 maggio 2015)
Circoli, web e voto segreto: Podemos governare.
(il Fatto Quotidiano, 27 maggio 2015)

Cose rosse per te

Avanti popolo, alla riscossa!
Ti avevano ridotto al lumicino,
ma dalla Spagna arriva quella scossa
che con Podemos frena il tuo declino.

Dopo Syriza, cosa rossa greca
alla qual ti attaccasti fiducioso
per poi dimenticarla in una teca,
Pablo Iglesias, spagnolo fascinoso,

riaccende tutto a un tratto la speranza.
“Bando alla feta, viva la paella!”,
la squadra nani cambia la pietanza,
felice di sbafarsene una teglia.

Comitati lavoro di Fassina,
Possibile, creatura di Civati,
di Vendola la banda mingherlina,
la nuova associazion di Cofferati,

di Landini la Coalizion sociale,
di Luca Pastorino gli elettori
che voglion della Paita il funerale,
nonché i tanti mancati vincitori

che, umiliati dal bullo fiorentino,
rimangon nel Pd con masochismo,
come Bersani, Cuperlo e Baffino
campioni di un eterno immobilismo,

fino a avant’ieri greci ed or spagnoli,
lieti per la vittoria di Podemos,
scendono in campo i gufi rissaioli
per far la cosa rossa per il demos.

Ognuno mostra la sua mercanzia,
ognun presenta splendide proposte,
ognun si dice pieno di energia
e pronto ad una lotta senza soste.

Chi vuol partir dall’alto, chi dal basso,
chi vuol partire adesso, chi domani,
chi teme di avanzar solo di un passo,
chi è pronto a dar battaglia a nude mani,

chi guarda la sua ombra e si spaventa,
chi pensa alla poltrona e si risiede,
chi vuol partire dalle fondamenta,
chi vuol due staffe per un solo piede.

Sono tanti i nanetti in movimento,
ognuno che sbandiera il suo vessillo,
uno corre veloce, l’altro è lento,
il terzo fermo sta per a un cavillo.

Neanche Podemos sarà mai la molla
in grado di riunir questi sfigati,
di farne un team che inventa, che decolla,
che di molluschi fa dei vertebrati.

Passò la Grecia, passerà la Spagna,
passò Syriza, passerà Podemos,
ma non arriverà mai la cuccagna
per la gente normal. “Ce ne fottemos!”

blog MicroMega, 28 maggio 2015

I soliti idioti

La minoranza. I sinistrati del Pd demoliti dai tweet.
(il Fatto Quotidiano, 26 marzo 2015)

I soliti idioti

Che fa la minoranza del Pd?
Masnada di buffon cospiratori,
patetiche macchiette che ogni dì
sempre ripetono gli stessi errori.

Nei giorni pari sono tutti ligi
nel votar le riforme del ducetto,
in quelli dispari Palazzo Chigi
di un truce dittator dicon ricetto,

mentre da qualche anfratto defilato
contestano con gran severità
le riforme che ieri hanno votato
e si dicono pronti all’altolà.

A capo dei vietcong all’improvviso
si manifesta Massimo D’Alema
che pur se in Parlamento non assiso
come lo fosse lancia il suo anatema.

Il golden boy in segno di dispregio
lo ha chiamato del wrestling vecchia gloria
a prova che non è più un sacrilegio
schernire il vecchio capo pien di boria.

Critican Renzi per il leaderismo,
la voglia di potere, l’arroganza,
il calo degli iscritti, il trasformismo,
ma non si rendon conto che in sostanza

Renzi è riuscito a far quello che loro
han tentato di far senza successo
ed è il boyscout il bel capolavoro
nato dalle cazzate che han commesso.

Primo a allearsi con il Cavaliere
D’Alema fu con la bicamerale
e il primo a voler dare più potere
al Premier fu il Baffino nazionale.

Ed ora che il partito gli han scippato
non sanno proprio più che cosa fare:
chimerico un ritorno nel passato,
in futuro non sanno dove andare.

Anche per scindersi ci vuole unione,
ma i dissidenti non son certo uniti.
Civati che vorrebbe la scissione
si limita ad inutili ruggiti,

Bersani la minaccia, ma la esclude,
la nega Cuperlo, ma l’accarezza,
Fassina l’evoca, ma poi delude,
Speranza vuole metterci una pezza.

Il risultato è un infinito stallo,
la gioia per il duce fiorentino
il quale mostra il cartellino giallo
e tiene quello rosso nel taschino.

Ogni intervento d’una minoranza
che sembra un naufrago in mezzo al mare
oltre che ad aumentarne l’arroganza
fornisce frecce all’arco del compare:

riforme contro la conservazione,
risolutezza contro l’attendismo,
del nuovo contro il vecchio narrazione,
velocità contro l’immobilismo.

La minoranza è forza del bulletto,
omission di soccorso ai disperati,
ricordo di un passato maledetto,
autostrada per cani abbandonati.

Nota. La poesia è stata ispirata dall’articolo di Daniela Ranieri
“La minoranza. I sinistrati del Pd demoliti dai tweet” pubblicato
su il Fatto Quotidiano del 26 marzo 2015

blog MicroMega, 30 marzo 2015

Compagni di tregende

Via libera al nuovo Senato. Bersani: “E’ l’ultimo sì se non cambia l’Italicum”.
(la Repubblica, 11 marzo 2015)
Minoranza Pd. Obbedite sempre e comunque al capo di turno.
(il Fatto Quotidiano, 11 marzo 2015)
Gli oppositori di domani dicono ancora “Sì”.
(ibidem)
Bindi: “Soffro troppo, spero che Matteo cambi”.
(ibidem)

Compagni di tregende

Il Pd, tutto dedito al potere,
dall’elettore vuole solo il voto
essendone il toscano timoniere
un superego che lo tiene in moto.

Nato come una somma di valori
che la Costituzion riuscì a mediare,
ciò che purtroppo ne è venuto fuori
è un mostriciattolo pieno di tare.

I valor democratici cristiani,
che erano i resti di vecchie virtù
che distinguon le bestie dagli umani,
ovunque cerchi, non li trovi più.

Ci sono le promesse di un cialtrone
che piaccion tanto al popolo babbeo
sempre pronto a salir sul carrozzone
di un Silvio, di un Benito, di un Matteo.

I valor del partito comunista
in fretta sono stati cancellati
da una classe politica sprovvista
della saggezza dei propri antenati,

lasciando in vita gli interessi insani
di chi difende con accanimento
sol le poltrone per i deretani
della cariatidi in disfacimento.

Questa sinistra mostra dei brandelli
di difensori dei vecchi valori,
fiochi, divisi, proni, miserelli,
irresoluti e pieni di timori.

Capiscon che va tutto alla malora
col fanfarone a caccia del potere,
ma nessuno ha trovato fino ad ora
il coraggio di dargli un dispiacere.

Il fatto è che se pur sembrano tanti
ognuno guarda solo il suo ombelico,
chi è fermo, chi va indietro, chi va avanti,
chi pensa ancora d’esser bolscevico.

Speranza, Cuperlo, Bindi, Civati,
Fassina Stefano, Boccia e Bersani
sembrano proprio una banda di sfigati,
son senza Biancaneve i sette nani.

Chi dice: “Me ne vado!” e è sempre lì,
chi dice che la ditta non la lascia,
chi dice: “Dico no!”, poi dice “Sì!”,
chi dice che sta per morir d’ambascia.

Con la Costituzione ormai in rovina,
con il Senato fatto condominio
e con l’Italicum che si avvicina,
per la democrazia vero abominio,

i nostri dilettanti allo sbaraglio
un ultimatum danno ogni momento:
“Voto a favore, pure se è uno sbaglio,
ma per l’ultima volta, Renzi, attento!”

Per il Jobs Act l’avevano già detto,
l’han detto al primo voto sul Senato,
poi per l’Italicum l’hanno ridetto
e sul Senato l’hanno riaffermato.

Son servitor della peggiore risma
che obbediscono al Capo in quanto tale,
grigi politici senza carisma
d’intelligenza meno che normale,

considerato che non han capito
che Matteo Renzi non li salverà
ed ha già pronto il loro benservito:
non fra troppo casin non servirà.

Passeranno alla storia sol perché
hanno tradito la Costituzione,
come le pecore facendo bèe,
mentre va il socialismo in estinzione.

blog MicroMega, 14 marzo 2015

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