L’ircocervo NapoLetta

Il Colle chiede lo stop allo scontro in Giunta.
(la Repubblica, 11 settembre 2013)
Napolitano monita e il Pd si ammoscia.
(il Fatto Quotidiano, 11 settembre 2013)
La Giunta allungabile temporeggia su Silvio.
(ibidem)
Napolitano chiede unità. Il Pd si adegua e salva B.
(ibidem)
Stop di Letta a un altro governo. “Escludo accordi al ribasso, non accetterò appoggi esterni”.
(la Repubblica, 12 settembre 2013)
Giorgio e Silvio, trattativa continua. Alfano: “Ma il Capo non si dimette”.
(il Fatto Quotidiano, 12 settembre 2013)

L’ircocervo NapoLetta

Ogni dubbio è confermato:
il Pd che, a tutto fiato,
va da tempo dichiarando:
“Il caiman mettiamo al bando!”,

è un partito sotto scacco
pronto ad un novello smacco.
Sulla Giunta, ormai convinta
di bocciare Testatinta

al Giudizio Universale,
piove l’alt del Quirinale
con la pubblica avvertenza:
“Nazionale convivenza,

altrimenti tutto è a rischio!”
Come un cane ligio al fischio
del padrone cui ubbidisce,
il Pd giù si appiattisce

del comando nell’attesa.
La telefonata è tesa,
con un cazziatone raro
al duo Zanda Finocchiaro,

finti falchi del Pd:
“State a cuccia, fermi lì!
Se attaccate il Pdl,
ne vedremo delle belle:

dirò che il vostro partito
con un vil sconcio ha tradito
quell’accordo grazie al quale
son tornato al Quirinale,

per salvar, non la Nazione,
ma il furfante capellone”.
Con il far dei sacrestani
anche Letta ad Epifani

sotto voce suggerì:
“Aspettiamo pochi dì,
cosicché la decadenza
sia più dolce a Sua Innocenza!”

E lì tutto si è fermato.
Lo zio Gianni ne ha informato
il birbon che con la tromba
intonò Vola colomba!

Qualche giorno e si riparte
con il Colle a dar le carte
ai compari giocatori:
per sé tiene i sette e gli ori.

L’ircocervo NapoLetta
nell’usar questa ricetta
è testardo come un mulo
e ci prende per i culo.

blog MicroMega, 13 settembre 2013

No, tu no!

Dalla grazia alla Consulta: ecco tutti i tentativi del Cavaliere per evitare condanna e interdizione.
L’ultima speranza dell’ex premier: la Corte Ue di Giustizia.
(la Repubblica, 4 settembre 2013)
La sola agibilità che gli interessa.
(il Fatto Quotidiano, 4 settembre 2013)

No, tu no!

Un agosto da spavento
per il pessimo elemento
che sta ad Arcore in clausura
poiché ormai la sua avventura

sembra proprio stia finendo
e, purtroppo, in modo orrendo.
Parla d’agibilità,
ma il caiman teme in realtà

di finire in una cella
se un piemme fa il brighella.
E’ per questo che è incazzato
con la Giunta del Senato,

con il vecchio presidente,
col Pd che non ci sente,
con le inutili colombe
troppo allergiche alle bombe,

coi legali da strapazzo
che non han risolto un cazzo,
ogni giorno una trovata
che vien subito bocciata.

Dicon che la Severino,
all’inizio un gioiellino,
par ìncostituzionale?
Va ben per il criminale!

Impugnarla e si vedrà?
No, al reo danno l’altolà.
Par che i costituzionalisti,
di legal scienza provvisti,

dian pareri discordanti:
van sentiti tutti quanti,
così un po’ di tempo passa?
Un bel no il bandito incassa.

Fare cazzeggiar la Giunta
così un bel rinvio si spunta?
Piove un no sul mascalzone.
Aspettar l’interdizione?

In un no il briccone è incorso.
Alla Ue fare ricorso
e aspettare la risposta?
Altro no alla faccia tosta.

Implorar per il birbone
anche per l’interdizione
una grazia eccezionale
dal Capoccia al Quirinale?

Piove un no sul delinquente.
Aspettar che il malvivente
scelga il tipo della pena?
Altro no che lo avvelena.

Alla Giunta organizzare
per l’ignobile compare
un ennesimo processo,
illegal, ma fa lo stesso?

 

Il no è forte ed assordante.
Regalare a quel birbante
tutto il tempo che lui vuole
grazie al ruolo di ex Re Sole?

Un ennesimo no spunta.
Cambiar membri della Giunta
ché han parlato troppo presto?
No, di nuovo, al disonesto.

Ogni giorno un tentativo
con un no quasi ossessivo,
ogni dì qualcun lo illude,
ma la porta poi si chiude.

Non in cella detenuto,
ma al Senato decaduto:
è così che Berlusconi
andrà fuori dai coglioni.

10 settembre 2013

La parola al fuorilegge

E Grillo gli scrive il (finto) discorso di addio al Senato.
(il Fatto Quotidiano, 21 agosto 2013)

La parola al fuorilegge

Il ben noto delinquente,
dichiarandosi innocente
nonostante la condanna
di una Cassazion tiranna,

vuol restare senatore
per il razional timore
che un piemme buontempone
gli riservi la prigione.

Nell’estate burrascosa
si ricorda Mamma Rosa
che gli sussurrò una sera:
“Scendi in campo o vai in galera!”

Un consiglio previdente
che ha salvato il delinquente,
autor di mille reati,
dal finir fra i carcerati.

Ora è giunto quel momento:
se va fuor dal Parlamento
dei piemme è alla mercé,
nonostante Giorgio Re,

le sue firme ed il suo aiuto
mille volte ripetuto
con l’ostinazion del mulo.
Che far per salvarsi il culo?

Si ricorda di Bettino,
finì male il poverino
in esilio ad Hammamet,
ma l’idea piace all’umét:

un discorso al Parlamento
con l’indecoroso intento
di far d’un vil malfattore
un virtuoso accusatore.

Grazie a Grillo si dispone
della bozza del briccone.
“Cari miei parlamentari
(Dio sa quanto foste cari),

se mi trovo a voi davanti
è per dire a tutti quanti
“Affanculo!”, ma di cuore,
pur con stil non da signore

elegante e seducente.
Se io sono un delinquente,
voi, sodal, soci, lacché,
siete tali e quali a me.

La Sinistra in primis guardo
che portò dritti al traguardo
il fiscal scudo e l’indulto,
per i quali ancora esulto.

Ora mi lasciate solo,
a partir da quel mariuolo
del nipote Letta che
invitò a votare me

e non Grillo e i suoi picciotti.
Come consigliò Andreotti
e l’esimio Professore
(è volubile il signore…).

Se di colpe sono reo
grazie a un falso galateo,
per avermi dato aiuto,
favorito e ben pasciuto

pur sapendo chi son io,
pur voi siete rei, perdio!
Il mio agir fu sempre chiaro,
cari Baffo e Finocchiaro

e se voi mi abbandonate
tutte le vostre furbate
a favore del caimano
svelerò a ogni italiano.

Grazie a me ed ai miei appetiti
tutti voi siete esistiti.
Né sarei esistito io
senza il vostro balbettio

sul conflitto di interessi
e sui miei infiniti eccessi
e da un vil destin travolto
Hammamet mi avrebbe accolto

con Bettino, il mio sodale.
Se per un trucco fiscale
ora mi lasciate solo,
affanculo andate al volo.

Anche se perderò il seggio
io di voi non sono peggio:
il padron peggior che c’è
è miglior dei suoi lacchè!”

blog MicroMega, 6 settembre 2013

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