Il mio Colle per un cavillo

Monti:grazia per il Cavaliere.
(la Repubblica, 27 agosto 2013)
Casini: errore affrettare i tempi, decidiamo su un caso straordinario.
(ibidem)
Cavilli di razza.
(il Fatto Quotidiano, 27 agosto 2013)
Gli scudi umani di B. si moltiplicano (e il Colle benedice).
(ibidem)
“Legge Severino incostituzionale”, offensiva del Cavaliere in Giunta. In sei pareri memoria scritta.
(la Repubblica, 28 agosto 2013)
Ma la grazia rimane l’unica strada. Per sperare Silvio deve fare domanda.
(ibidem)
Piccoli Napolitano crescono.
(il Fatto Quotidiano, 28 agosto 2013)
Gli scudi umani arruolano le riserve della Repubblica.
(ibidem)

Il mio Colle per un cavillo

Passa il tempo e al Cavaliere,
che potrebbe decadere,
danno aiuto proprio in tanti
con i nomi altisonanti:

son costituzionalisti,
accademici, giuristi,
scudi umani, corazzieri,
saggi elastici, pompieri,

aspiranti successori
del campion dei malfattori,
fedelissimi del Colle,
tutti col cervel che bolle

per salvare il mascalzone
con l’ennesima eccezione
al rispetto della legge,
pur che non capisca il gregge

ormai stanco dell’affronto
di passar sempre per tonto.
Sono Onida e Capotosti
gli illustrissimi avamposti,

poi c’è il solito Violante,
c’è Ranieri, l’aiutante
e di Giorgio Re pupillo,
Monti che riappare arzillo,

Mauro con Togliatti in mente,
c’è Casini concorrente
come nuovo condottiero,
Paniz, sempre battagliero

quando è tempo di cazzate,
Dini, vip in altre date
ed infin Michele Vietti
viceré a tutti gli effetti.

Per salvar Sua Delinquenza
c’è chi parla di clemenza,
di Consulta, di amnistia,
c’è chi vuole buttar via

quella legge Severino
fino a ieri gioiellino,
chi con l’anima ferita
del caiman la dipartita

non potrà mai accettare.
E il Pd che vuole fare?
Epifani, il segretario,
nel suo dire è lapidario:

“Voterem contro il Nefando!”
Ok, ma, Guglielmo, quando?
Non è che, come in passato,
l’elettor verrà fregato

con dei giochi di parole?
Poiché è chiaro come il sole
che il ploton di frenatori
con intenti dilatori,

quelli col cervel che bolle,
prendon ordini dal Colle.
Non più con il cellulare,
facile da intercettare,

ma, magari, con l’ipnosi,
con gli sguardi un po’ imperiosi,
col pensiero, la magia,
col pizzin da buttar via.

Un sondaggio si propone:
decadrà il gran mascalzone
o si andrà avanti così?
Pessimsta? Ebbene, sì!

blog MicroMega, 30 agosto 2013

FantaQuirinale

Ti do la grazia se fai il bravo.
(il Fatto Quotidiano, 14 agosto 2013)
Grazia sì, grazia no. Pdl spaccato fra pro e contro Napolitano.
(il Fatto Quotidiano, 15 agosto 2013)
Graziami, ma di baci saziami.
(ibidem)
B. tentato dalla rottura. Il governo Letta traballa.
(il Fatto Quotidiano, 17 agosto 2013)
Il Cavaliere ora punta Letta. “Se vuoi andare avanti devi convincere i tuoi”.
(la Repubblica, 18 agosto 2013)
Un B, depresso e smarrito spera nella grazia dal Pd.
(il Fatto Quotidiano, 18 agosto 2013)

FantaQuirinale

Chiuso ad Arcore sta in gabbia,
indeciso fra la rabbia,
lo sconforto e la speranza.
Del burlesque dentro la stanza,

pensa al Capo dello Stato
che, paterno, l’ha invitato
a far il bravo bambino:
“Silvio, non piantar casino

e non far dispetti a Letta
che ha trovato la ricetta
per por fine al grave andazzo
senza combinare un cazzo.

Poi presentami la grazia.
Tu sai ben quanto si strazia
il mio cuor napoletano
nel vedere un buon cristiano,

illibato come te
che già fu grande premier,
alle prese con la legge.
Dei miei sudditi nel gregge

non sei la pecora nera
e pertanto, Silvio, spera,
placa i tuoi furiosi ranghi
e vedrai che te la sfanghi!

Ti firmai leggi a gogò
e la grazia firmerò!”
Non sa ancora il criminale
che l’Arzillo al Quirinale

un pizzino mandò a Enrico,
in segreto: “Caro amico,
se ti vuoi salvar la pelle
evitando i Cinque Stelle,

le elezioni e il fiorentino,
leggi ben questo pizzino
che propagandar ti vieto.
Quando con voto segreto

il Senato voterà
l’esclusion di Sua Onestà
dalla Cassazion malvisto,
tu, da vecchio democristo,

paga i franchi tiratori
così da non fare fuori
il ben noto criminale.
Il caos istituzionale

molto a lungo durerà
ed a tutti servirà:
io mi salvo la corona,
tu ti salvi la poltrona,

il Pd frega Matteo
e inciuciare può col reo
che continua a comandare,
Beppe Grillo può insultare

tutti quanti a destra e a manca,
ma il potere non abbranca.
Léttolo, mangia il pizzino.
Sottoscritto: il tuo nonnino”.

Silvio, dunque, stia tranquillo:
grazie ad un sovrano arzillo,
lucido come non mai
e, nel sistemargli i guai,

ostinato come un mulo,
potrà ancor salvarsi il culo.
Fantasia troppo sfrenata?
Ma finora com’è andata?

18 agosto 2013

Laide intese

L’appello di Napolitano: “Rispettare le toghe. Ora riforma della giustizia”.
“Serenità e coesione per uscire dalla crisi”.
(la Repubblica, 2 agosto 2013)
“Rispettare il verdetto e riformare la giustizia”
(il Fatto Quotidiano, 2 agosto 2013)
Berlusconi: la grazia o si va al voto.
(la Repubblica, 3 agosto 2013)
Il delinquente ricatta il Colle per avere la grazia.
(il Fatto Quotidiano, 3 agosto 2013)
Quel contentino che irrita i giudici.
(ibidem)

Laide intese

Presidente, è soddisfatto
dell’ennesimo ricatto
del ben noto malfattore?
Giorgio Re, non fu un errore

affiancare a Enrico Letta,
di per sé già una macchietta,
i ministri di un partito
comandato da un bandito,

forse allor non ufficiale
ma, secondo un tribunale,
già acclarato delinquente?
Eccellenza, non si pente

di un governo a laide intese
fatto con quel bell’arnese
già prescritto, già indagato,
già imputato e condannato

a quel tempo in primo grado?
Già in passato l’Eldorado
fece al tipo balenare,
accettando di firmare

le più infami scappatoie
dalle sue legali noie:
lodo, leggi personali
anticostituzionali

e legali impedimenti.
Giorgio Re, dei delinquenti
era meglio diffidare.
Sembran santi sull’altare,

collaborativi, aperti
quando voglion compiacerti.
Ma poi fan come i mafiosi
e diventan minacciosi

quando in cambio non han niente.
Ci permetta, Presidente,
ma la pacificazione
con un noto mascalzone

gratis non la si può avere
e si è illuso il Cavaliere
che chi sta sul Quirinale
possa dire a un tribunale

di azzerar qualche processo.
Non che lei l’abbia promesso,
chi lo pensa va curato!,
ma il bandito ci ha sperato…

E poi, dopo la sentenza,
una minima prudenza
era meglio dimostrare.
Fu un errore dichiarare,

con accidental malizia,
che i problem delle giustizia
van discussi quanto prima
e che fu garbato il clima.

Meno di ventiquattro ore
e ha tuonato il malfattore:
“O la grazia o le elezioni!”
Presidente, ci ragioni:

al disastro d’oggidì
molto lei contribuì
dirigendoli a bacchetta,
perciò è ben che si dimetta.

3 agosto 2013

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