Amato e i referendum
Detto Sederinodoro,
per Amato fu il lavoro
il dar caccia a ogni sedile.
Un dì fu il Dottor Sottile,
per la peculiarità
di chi i propri affari fa
surfeggiando fra le leggi
con armonici volteggi.
Per lo smisurato ingegno
grazie al quale con l’impegno
arrivò sempre alla meta
lo chiamarono Eta Beta.
Uom per tutte le stagioni,
colse tutte le occasioni
per piazzare il suo sedere.
Esordì pro Cavaliere
già dai tempi di Bettino
quando, con cervello fino,
evitò coi suoi decreti
la chiusura delle reti
decretata dai pretori.
Di Bettin fra i servitori,
si schierò fra i non vedenti
al passar delle tangenti.
La carriera di Giuliano
salì come un aeroplano
che al decollo punta in alto.
Finché salto dopo salto,
arrivò alle grandi vette.
Al Tesoro si sedette,
andò agli Esteri, all’Interno,
fece il capo del governo,
l’Antitrust, l’Aspen, la Ue,
la Consulta fino a che,
per le sue tante poltrone,
di pension la collezione
giunse ad euro mille al giorno.
Ed adesso il gran ritorno
che dal Tennis di Orbetello,
quale giudice anzianello
il campione catapulta
a gran boss della Consulta.
Dove infine, giunto in vetta,
un traguardo ancor lo aspetta:
punir la magistratura
dei politici iattura.
Mentre spiega l’agir nuovo:
“Non cerchiamo il pel nell’uovo!”,
boccia sia l’eutanasia
che il dolor si porta via
sia la cannabis, la droga
che a mo’ d’eroina aggioga.
Solo un pel nelle sei uova
sulla neo giustizia trova,
cinque referendum, troppi,
vanno avanti senza intoppi
per colpire i magistrati.
Ben trent’anni son passati
dai dì di Mani pulite
e con un giro di vite
la vendetta fredda arriva
dei Mattei fra gli evviva.
Grazie Sederinodoro,
questo è il tuo capolavoro!
27 febbraio 2022