Sic transit gloria mundi

Berlusconi, la condanna è definitiva.
(la Repubblica, 2 agosto 2013)
Berlusconi va in tivù: “Non è il mio paese, ma io resto in campo con Forza Italia”.
(ibidem)
Condannato il delinquente.
(il Fatto Quotidiano, 2 agosto 2013)
Videomessaggio finale: “Mi privano di libertà e diritti politici”.
(ibidem)

Sic transit gloria mundi

La condanna è ancora fresca,
la fedele soldatesca
non ha ancor capito un cazzo,
i lacchè nel suo Palazzo

risollevano il tiranno,
gli avvocati se ne vanno,
taccion musici e fanfare.
E’ il momento di parlare.

Ritual videomessaggio
dell’abietto personaggio
oggi turpe galeotto.
Si presenta l’anzianotto

per parlare alla tivù
con il doppiopetto blu,
chioma di color marrone
ed il solito cerone.

Volto torvo, cupo e incline
alle lacrime…Fa cine
oppur ha una stretta al cuore?
Ascoltiamo il malfattore:

“La sentenza della Corte
è la prova che son morte
la Giustizia e la Morale.
Il degrado è trentennale,

tangentopoli iniziò,
la politica abdicò
causa la magistratura
che il potere si assicura.

Solo un giovane statista
il partito comunista
tentò di mandare a fondo,
scatenando un finimondo

di cinquanta e più processi
per delitti non commessi.
Era Silvio Berlusconi
il qual con le buone azioni

arricchì questo paese,
la Giustizia giammai lese,
pagò imposizioni e tasse
ed ancora non bastasse

favorì pluralità
e maggiore libertà.
Fiscal frodi? Fondi occulti?
Basta con gli eterni insulti

a chi ha fatto dell’Italia
la Nazion che il mondo ammalia.
Ora in cambio dell’impegno,
del lavoro, dell’ingegno

e delle energie profuse
ecco il premio con le accuse,
con la verità stuprata,
con la libertà negata

per delitti non commessi,
coi diritti manomessi.
E’ l’Italia che vogliamo?
La Nazion che tutti amiamo?

No di certo! Resto in campo
mescolandomi in un lampo
con i giovani migliori,
gli operai, gli imprenditori.

Per aver la maggioranza
ecco, Forza Italia avanza
per cambiar questa Nazione.
La modernità si impone

governando con perizia
e cambiando la Giustizia.
Se dal mal uscirà il bene,
finiran le nostre pene

ed io fungerò da balia.
Forza, Italia! Forza Italia!”
Mentre chiude il galeotto,
si scatena un gran casotto

con sirene in lontananza.
Lesta arriva un’ambulanza
con dottori ed infermieri,
con barella e barellieri.

Il caiman viene sedato
ed in clinica portato.
Sconterà i domiciliari
nei presidi sanitari.

2 agosto 2013

Un Paese spaesato

La Cancellieri sulla corruzione.
La norma anticorruzione non è un priorità, ci sono problemi più importanti che attendono da 30 anni.
(la Repubblica, 18 giugno 2013)
Il piano del Cavaliere per fermare i giudici. “Niente crisi, ma chiedo un patto al Pd”.
Vuole la garanzia che il Senato voti contro l’interdizione.
(la Repubblica, 20 giugno 2013)
Il premier: “Il governo tiene, l’ineleggibilità non lo riguarda”.
(la Repubblica, 21 giugno 2013)
L’emendamento fantasma del Cavaliere. Spuntano tetti più alti per l’interdizione.
(ibidem)
I berluscones avvertono il Colle: “Mantieni i patti”.
(il Fatto Quotidiano, 21 giugno 2013)
Il Pd getta la maschera: “B non è più ineleggibile”.
(ibidem)
Ecco perché l’amnistia aiuta Berlusconi.
(ibidem)
L’ineleggibilità può attendere. Per sempre.
(il Fatto Quotidiano, 22 giugno 2013)
Il governo getta la maschera: “Amnistia per B”.
(il Fatto Quotidiano, 24 giugno 2013)

Un Paese spaesato

Che Paese è quello dove
la politica si muove
sempre e inesorabilmente
in aiuto al delinquente?

Nel qual un governo inetto
per proteggere il ducetto,
di reati antologia,
scorda la democrazia?

Nel qual una maggioranza
verso il precipizio avanza
fra i proclami e i bla, bla, bla
di campion di nullità?

Dove un giovane lacchè
nelle vesti di premier
danza come un burattino
nel politico teatrino?

Dove il massimo garante
di una plebe agonizzante
ogni giorno scende in pista
in versione pacifista?

E, accusato di tradire
la promessa fatta al Sire
di evitargli la prigione,
tace, senza indignazione?

Dove il voto non consente
il diritto della gente
ad optar per candidati
scelti e non catapultati,

poiché quella legge immonda,
che anche l’alto Colle affonda,
resta sempre tale e quale:
la porcata elettorale?

Qual Paese di delizia
quello dove alla Giustizia
c’è un ministro col vocione
che sostien la corruzione

non aver la priorità
fra le leggi che farà!
Quello dove un’amnistia
fan passar come la via

d’un sollievo a chi sta in cella,
ma, in realtà, salva il brighella!
Quello in cui l’interdizione
a ogni pubblica mansione

può sparire immantinente
per salvare il delinquente
in ricatti specialista
che si spaccia per statista!

Che Nazion sarà mai quella
dove tutti i dì un brighella
studia qualche emendamento
da inserire a tradimento,

ben nascosto in una legge
che il caimano poi protegge?
Qual Paese boccerà
l’ineleggibilità

del caiman che sempre fu
il padron di tre tivù?
Qual premier con crisi enorme
finge di far le riforme,

dimostrando incompetenza
nel gestire l’emergenza?
Chi nel presidenzialismo
vede il giusto meccanismo

per correggere gli errori
di una gang di malfattori
che con le sue orrende gesta
la Costituzion calpesta?

Chi gli autor di queste imprese?
E’ l’Italia quel Paese.
Monitando ad ogni istante,
Giorgio Re ne fa il garante
che ha un difetto: che si schiera.

Letta affronta la bufera
con il piglio democristo:
“Non fo’ un cazzo, quindi esisto!”

Berlusconi è il delinquente
dal ricatto permanente.
Il ministro è Cancellieri
Gi altri son servi e scudieri.

blog MicroMega, 25 giugno 2013

Un governo a lunghe attese

“Iva e Imu, servono 8 miliardi. Volete una maxi manovra?”
Saccomanni ai partiti: non ci sono risorse per i tagli alle tasse.
(il Fatto Quotidiano, 14 giugno 2013)
Iva congelata per tre o sei mesi. Nasce un asse tra Pd e Pdl. “Basta diktat del Tesoro”.
(la Repubblica, 15 giugno 2013)
Iva e Imu, Brunetta tenta di sfiancare Letta e Saccomanni.
(il Fatto Quotidiano, 15 giugno 2013)
Le fatiche inutili nel “solarium” di Montecitorio.
Le decisioni si prendono altrove e le leggi, senza soldi, non riescono a arrivare in aula.
(il Fatto Quotidiano, 16 giugno 2013)
Lavoro, “Fornero” più leggera e sconti fiscali a chi assume. Pacchetto del fare al via, resta il nodo Iva.
(la Repubblica, 17 giugno 2013)
Nostalgia democristiana.
(ibidem)
Il “decreto del fare” per ora farà pochino.
(il Fatto Quotidiano, 17 giugno 2013)

Un governo a lunghe attese

Il governo Letta-Alfano,
sponsor Re Napolitano,
sembra più che a larghe intese
un governo a lunghe attese.

Con in mano il cacciavite
Letta, elettricista mite
che rosario e croce sposa,
finge di avvitar qualcosa,

ma in realtà fa solo il gesto
e non mette nulla in sesto.
Con il suo felpato stile
sembra un vecchio baciapile Continua a leggere

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