Questo e quello per me pari sono

Caro Matteo, tuo Silvio.
(il Fatto Quotidiano, 31 luglio 2015)

Questo e quello per me pari sono

Berlusconi è disperato
perché Renzi gli ha copiato
il programma e lo realizza.
Gli elettor, pieni di stizza,

fanno crescere il suo dramma
poiché gli dicono: “Smamma,
questo giovane premier
sembra assai meglio di te

che passavi il tempo in porno
con le tue olgettine intorno
che, alla caccia del denaro,
han di te fatto un cazzaro”.

Non soltanto gli elettori,
se ne vanno i grandi amori
come son Bondi e Verdini
che, insensibili ai quattrini

che a gogò gli procurava,
or faranno vita schiava
da quel giovane toscano
che del loro deretano

certo si prenderà cura
nella Camera futura:
ai suoi servi il Parlamento,
agli ostili un pugno al mento.

Berlusconi fa l’elenco
di ciò che il toscan giovenco
gli ha rubato dal paniere
di statista Cavaliere.

Via l’Articolo diciotto!
Chi lavora fa fagotto
quando serve al suo padrone:
crescerà l’occupazione!

Con l’arrivo del bavaglio
non saranno più bersaglio
delle iene dei giornali
gli affaristi criminali

e i briganti della casta:
giunto è il tempo di dir basta!
La riforma della scuola
metterà la museruola

a insegnanti indipendenti.
Solo a quelli deferenti
ad un preside padrone
toccherà la promozione.

Altra grande novità:
la responsabilità
civil per i magistrati
farà sì che gli imputati

siano i giudici e i pm.
La migliore delle gemme
del programma del caimano
ora è gemma del toscano.

Dimezzato il Parlamento,
il Senato del portento,
visti i fatti assai recenti,
sarà un clan di delinquenti

che coi sol rimborsi spese
sbancherà questo paese.
Nuova legge elettorale:
come diventò un maiale

quella che era una porcata.
Dà l’Italia ad un pirata
al di fuor di ogni controllo,
elettor sempre più pollo.

La riforma della Rai:
per por fine ai vecchi guai,
cda stile Gasparri
e un gran capo che non sgarri

e sia sempre subalterno
poiché scelto da un governo,
che in Italia oggi vuol dire
scelto dal toscano Sire.

Ed infine meno tasse:
alle imprese ed alle masse
e perfino ai pensionati.
Diverrem tutti prelati.

Con l’elenco di Matteo
si scoraggia il vecchio reo
che si sfoga con Dudù:
“Non comanderò mai più!

Chiudo tutto e vado via,
qui sarebbe un’agonia.
Renzi nomino mio erede:
in menzogne e malafede”.

4 agosto 2015

Ma che caldo fa

Renzi ora cerca l’allenatore Tv.
(il Fatto Quotidiano, 9 luglio 2015)
Il problema non è la narrazione, è che non sanno farla.
(ibidem)

Ma che caldo fa

Poiché scendono i sondaggi
e cominciano i più saggi
a capire che il messia
non è il meglio che ci sia,

sol parole e niente polpa,
Renzi vuol darne la colpa
a quei quattro deficienti
nei talk show sempre perdenti.

Lo statista immaginario
organizza un seminario
sulla comunicazione.
“Chi va alla televisione

a parlar per il Pd
sappia almeno l’abc,
perciò è bene che studiate
per non dir troppe cazzate.

Prima cosa da sapere:
vi dovete rivedere.
Registrate l’intervento
poi, con calma ed occhio attento

controllatene efficacia,
combattività, sagacia.
La platea monitorate
e in dettaglio esaminate

quando il pubblico è distratto,
irritato o soddisfatto.
Correggete i vostri errori
o ciao ai televisori.

E’ fantastico il governo,
lesto, energico, moderno,
con un capo, non nascondo,
ch’è il miglior di tutto il mondo.

Se la gente non lo apprezza
debbo dirvi con franchezza
che la colpa è tutta vostra
perché non mettete in mostra

i miracoli che ho fatto.
o lo fate o via vi sbatto!
Col Jobs Act l’economia
imboccò la giusta via,

le assunzioni son cresciute,
tante mai ne abbiam vedute.
Tutti avete visto che
discutendo con la Ue

li stracciò la Mogherini:
manderemo oltre i confini
carovane di migranti.
Son felici gli insegnanti:

la riforma della scuola
non sarà certo una sola
con un preside padrone
e la santa elargizione

di quattrini alle private.
Ma perché non lo spiegate
ch’è l’erede la Giannini
di Maria Stella Gelmini?

E la legge elettorale?
Abolito quel maiale
che la Lega partorì,
il suo sosia eccolo qui:

un maiale più elegante,
lindo, non maleodorante.
Per non dire del Senato
che all’Italia ho preparato

con l’aiuto della Boschi:
saran cento esseri loschi
dei Consigli regionali,
ma non tutti criminali…

e poi non ci costan niente.
Su, spiegatelo alla gente
o a calcion vi caccio via
come la democrazia!”

Mentre parla all’adunanza,
lesta arriva un’ambulanza
con il suon della sirena.
Matteo Renzi si dimena,

ma son quattro gli infermieri
grandi come corazzieri
che lo tengono ben saldo.
Fa davvero troppo caldo!

blog MicroMega, 10 luglio 2015

Un caudillo alla ribollita

La Consulta risuscita il proporzionale.
(il Fatto Quotidiano, 14 gennaio 2014)
Renzi costretto a trattare ancora con Letta e Colle.
(ibidem)
Renzi: “Falliti, vado da Silvio”.
(il Fatto Quotidiano, 17 gennaio 2014)
I ricatti di Forza Italicum.
(il Fatto Quotidiano, 28 aprile 2015)
La quinta volta di Nazarbaev eletto col 97,7%.
(la Repubblica, 28 aprile 2015)
Renzi impone la fiducia come Scelba e Mussolini.
(il Fatto Quotidiano, 29 aprile 2015)

Un caudillo alla ribollita

Col Porcellum bocciato alla Consulta
quando al governo c’era ancora Letta
Renzi, lanciato da una catapulta,
al Quirinal piombò con la ricetta

per una nuova legge elettorale.
“Maestà Napolitano, quell’Enrico
ci sta portando dritti al funerale
se non facciamo in fretta quel che dico:

la nuova legge la preparo io
con l’aiuto di Silvio e di Verdini”:
Giorgio rispose con un balbettio:
“Fa quel che vuoi con tutti i tuoi lecchini,

ma risolvimi in fretta questa rogna.
Promisi la riforma alla Nazione
che aspetta che la porti una cicogna,
ma Enrico sta facendo il lumacone”.

Il bulletto partì seduta stante
cacciando Letta da Palazzo Chigi,
rinvigorì il caimano agonizzante
e cominciò la serie dei prodigi.

Una riforma al mese innanzitutto,
il salvataggio dell’economia,
di Monna Boschi il fulgido debutto,
la Ue condotta sulla retta via,

l’abolizione del vecchio Senato
che diventò assemblea condominiale
nonché il prodigio da tutti aspettato:
l’Italicum, la legge elettorale.

Stordito dal cianciar, l’italo gregge
con la nota passion per l’uomo forte,
non capisce che con la nuova legge
e del vecchio Senato con la morte

giunge le fine della democrazia.
Grazie ai trucchetti del toscan macaco
e delle minoranze alla follia,
Nazarbaév, il dittator kazako,

al confronto di Renzi è un dilettante:
governa infatti con il novantotto
per cento del suo popolo votante,
mentre in Italia il tosco giovanotto

governerà col trenta ed anche meno.
Almeno fino a quando la Consulta
non boccerà questo sistema osceno
che la Costituzion purtroppo insulta.

Ma Renzi ben di più vorrebbe avere:
col sette e trenta che, già pronto, piove
su chi ha delle tasse il dispiacere,
il parolaio ha fatto le sue prove

per ottenere l’ùnanimità
per sé e per i fedeli del partito.
Quando presto l’Italia voterà,
ancora un passo ed ecco il plebiscito,

con il cento per cento dei votanti
che il bullo avrà con l’ultima trovata:
la scheda elettorale a tutti quanti
arriverà…per Renzi già votata.

blog MicroMega, 2 maggio 2015

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