La morte della democrazia

Decadenza, nuovo scontro al Senato. Pd: “Niente voto segreto su Silvio”.
(la Repubblica, 14 ottobre 2013)
Decadenza, voto rinviato al Senato. Scontro Pd-Pdl sul voto segreto. Si rischia lo slittamento a dicembre.
(la Repubblica, 16 ottobre 2013)
Decadenza, pratica infinita. B. può arrivare anche a Natale.
(il Fatto Quotidiano, 16 ottobre 2013)
L’ira di Berlusconi sui ministri. “Se io decado il governo salta”.
(la Repubblica, 19 ottobre 2013)
Decadenza, il voto segreto agita il Pd. Cuperlo: “No alle regole contra personam”.
(la Repubblica, 21 ottobre 2013)
Decadenza, il voto a fine novembre per evitare trappole sulla manovra. Alfano: meglio tempi lunghi.
(la Repubblica, 23 ottobre 2013)
Pdl allo sbando, unito solo dal voto segreto.
(il Fatto Quotidiano, 24 ottobre 2013)
Decadenza, l’accelerazione del Pd. “Il Senato decida entro due settimane”. L’ipotesi del voto segreto in aula.
(la Repubblica, 27 ottobre 2013)
Verso il voto segreto, Lanzillotta decisiva. Ma il Pd non lascia margini al Cavaliere.
(la Repubblica, 28 ottobre 2013)

La morte della democrazia

Condannato il primo agosto,
il caiman mantiene il posto
con il cul sul cadreghino.
Ha un bel dir la Severino

che qualunque delinquente
decadrà immediatamente
da ogni carica elettiva
quando una condanna arriva.

Berlusconi, il malfattore
è tuttora senatore,
tutti vogliono cacciarlo
ma si guardan ben dal farlo.

Pur se i voti, in apparenza,
ne consenton la partenza,
fra un cavillo ed un rinvio
il Pd sembra restio

a affondare la sua lama.
Ogni giorno ad un proclama
che ne annuncia la cacciata
segue, pronta, una frenata.

Primo, per il putiferio
che vien se si fa sul serio:
tutti son sotto ricatto
e pur il più mentecatto

sa che prima del bandito
cade con Enrico il mito
del governo a larghe intese
e del Quirinal l’Arnese

perderebbe la sua faccia
per la grave figuraccia.
Ma per fare i Sor Tentenna
che al caiman offron la strenna

di resistere al comando
c’è un motivo più nefando:
sono i franchi tiratori.
Quanti sono i senatori

dell’adamantin Pd
che nell’una diran: sì,
Berlusconi se ne vada?
Quanti, con il non decada,

cercheranno di salvarlo?
Par che sia roso da un tarlo
l’ineffabile Epifani
che, perché il Pd non frani,

il palese voto invoca.
La fiducia sembra poca
nei compagni senatori
che in segreto han fatto fuori

nientemen che Mortadella.
Cento ed un sporchi brighella
l’han bocciato a tradimento
procurando il lieto evento

di far ritornar sul Colle
colui che il caimano volle
per la pacificazione.
Il Re, ingenuo e credulone,

prontamente disse sì
e purtroppo non capì
che la pace aveva un prezzo:
giammai togliere di mezzo

la rovina del Paese.
Col governo a larghe intese
e l’economia allo sbando
gli italian lo stan pagando.

Cento ed un, sono ancor lì,
annidati nel Pd,
a dar la stabilità,
quella che la morte dà!

blog MicroMega, 29 ottobre 2013

L’ircocervo NapoLetta

Il Colle chiede lo stop allo scontro in Giunta.
(la Repubblica, 11 settembre 2013)
Napolitano monita e il Pd si ammoscia.
(il Fatto Quotidiano, 11 settembre 2013)
La Giunta allungabile temporeggia su Silvio.
(ibidem)
Napolitano chiede unità. Il Pd si adegua e salva B.
(ibidem)
Stop di Letta a un altro governo. “Escludo accordi al ribasso, non accetterò appoggi esterni”.
(la Repubblica, 12 settembre 2013)
Giorgio e Silvio, trattativa continua. Alfano: “Ma il Capo non si dimette”.
(il Fatto Quotidiano, 12 settembre 2013)

L’ircocervo NapoLetta

Ogni dubbio è confermato:
il Pd che, a tutto fiato,
va da tempo dichiarando:
“Il caiman mettiamo al bando!”,

è un partito sotto scacco
pronto ad un novello smacco.
Sulla Giunta, ormai convinta
di bocciare Testatinta

al Giudizio Universale,
piove l’alt del Quirinale
con la pubblica avvertenza:
“Nazionale convivenza,

altrimenti tutto è a rischio!”
Come un cane ligio al fischio
del padrone cui ubbidisce,
il Pd giù si appiattisce

del comando nell’attesa.
La telefonata è tesa,
con un cazziatone raro
al duo Zanda Finocchiaro,

finti falchi del Pd:
“State a cuccia, fermi lì!
Se attaccate il Pdl,
ne vedremo delle belle:

dirò che il vostro partito
con un vil sconcio ha tradito
quell’accordo grazie al quale
son tornato al Quirinale,

per salvar, non la Nazione,
ma il furfante capellone”.
Con il far dei sacrestani
anche Letta ad Epifani

sotto voce suggerì:
“Aspettiamo pochi dì,
cosicché la decadenza
sia più dolce a Sua Innocenza!”

E lì tutto si è fermato.
Lo zio Gianni ne ha informato
il birbon che con la tromba
intonò Vola colomba!

Qualche giorno e si riparte
con il Colle a dar le carte
ai compari giocatori:
per sé tiene i sette e gli ori.

L’ircocervo NapoLetta
nell’usar questa ricetta
è testardo come un mulo
e ci prende per i culo.

blog MicroMega, 13 settembre 2013

No, tu no!

Dalla grazia alla Consulta: ecco tutti i tentativi del Cavaliere per evitare condanna e interdizione.
L’ultima speranza dell’ex premier: la Corte Ue di Giustizia.
(la Repubblica, 4 settembre 2013)
La sola agibilità che gli interessa.
(il Fatto Quotidiano, 4 settembre 2013)

No, tu no!

Un agosto da spavento
per il pessimo elemento
che sta ad Arcore in clausura
poiché ormai la sua avventura

sembra proprio stia finendo
e, purtroppo, in modo orrendo.
Parla d’agibilità,
ma il caiman teme in realtà

di finire in una cella
se un piemme fa il brighella.
E’ per questo che è incazzato
con la Giunta del Senato,

con il vecchio presidente,
col Pd che non ci sente,
con le inutili colombe
troppo allergiche alle bombe,

coi legali da strapazzo
che non han risolto un cazzo,
ogni giorno una trovata
che vien subito bocciata.

Dicon che la Severino,
all’inizio un gioiellino,
par ìncostituzionale?
Va ben per il criminale!

Impugnarla e si vedrà?
No, al reo danno l’altolà.
Par che i costituzionalisti,
di legal scienza provvisti,

dian pareri discordanti:
van sentiti tutti quanti,
così un po’ di tempo passa?
Un bel no il bandito incassa.

Fare cazzeggiar la Giunta
così un bel rinvio si spunta?
Piove un no sul mascalzone.
Aspettar l’interdizione?

In un no il briccone è incorso.
Alla Ue fare ricorso
e aspettare la risposta?
Altro no alla faccia tosta.

Implorar per il birbone
anche per l’interdizione
una grazia eccezionale
dal Capoccia al Quirinale?

Piove un no sul delinquente.
Aspettar che il malvivente
scelga il tipo della pena?
Altro no che lo avvelena.

Alla Giunta organizzare
per l’ignobile compare
un ennesimo processo,
illegal, ma fa lo stesso?

 

Il no è forte ed assordante.
Regalare a quel birbante
tutto il tempo che lui vuole
grazie al ruolo di ex Re Sole?

Un ennesimo no spunta.
Cambiar membri della Giunta
ché han parlato troppo presto?
No, di nuovo, al disonesto.

Ogni giorno un tentativo
con un no quasi ossessivo,
ogni dì qualcun lo illude,
ma la porta poi si chiude.

Non in cella detenuto,
ma al Senato decaduto:
è così che Berlusconi
andrà fuori dai coglioni.

10 settembre 2013

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